Chiesa di Santa Maria a Vico – Sant’Omero (TE)
Cenni storici
La chiesa romanica è situata alla destra del torrente Vibrata, vicino al borgo di Sant’Omero.
Una prima chiesa paleocristiana di più ampie dimensioni probabilmente è stata costruita sui resti di un tempio pagano dedicato ad Ercole.
La mancanza di fonti documentali non consente di stabilire una datazione precisa per la fondazione della chiesa.
La conformazione dell’attuale edificio per analogie stilistiche, per proporzioni e rapporto degli spazi, ad una tipologia diffusa in Abruzzo, nell’area di influenza cassinese, tra l’ultimo quarto dell’XI secolo e la metà del XII.
La prima menzione documentata della Plebs Sanctae Mariae in Vico, è riportata nella bolla pontificia emanata da papa Anastasio IV il 27 novembre 1153 con cui la attribuisce alla mensa vescovile della Diocesi Aprutina, retta dal vescovo Guido.
Il titolo di plebs le conferiva dignità di funzioni di chiesa parrocchiale e di cura delle anime, oltre all’idoneità dell’amministrazione del sacramento del battesimo.
Un’ulteriore menzione di Santa Maria a Vico si rintraccia nelle Rationes Decimarum Italiae; il giorno del 27 novembre 1326, il plebano versa 12 tarì in oro, riportati dalle, (Aprutium), ai collettori apostolici della decima annuale da corrispondere alla diocesi aprutina.
Nel corso del tempo la chiesa è stata restaurata per la prima volta nell’anno 1885 dall’architetto Giuseppe Sacconi ed una seconda volta da Mario Moretti tra il 1970 ed il 1971.
A partire dal 2005 la Sovrintendenza Archeologica di Chieti ha diretto una serie di scavi nei pressi della chiesa, che hanno portato alla luce resti di mura appartenenti ad un’antica struttura absidata di grandi dimensioni.
Negli anni successivi, oltre l’aula centrale sono stati messi in luce anche due ambienti laterali, rivelando un impianto analogo a quello della chiesa attuale di Santa Maria a Vico, nonché numerose sepolture che costituiscono tuttora oggetto di studio.
La presenza di alcuni elementi, quali strati di crollo e piani di cenere, fanno pensare che un evento distruttivo, forse un incendio, può aver determinato l’abbandono dell’edificio.
Aspetto esterno
La chiesa, di forma basilicale, è orientata secondo il cammino descritto dal sole, come d’uso per le chiese romaniche.
La facciata principale, a terminazione piana, presenta una rarissima lavorazione ad opus spicatum e delle transenne lucifere in travertino e terracotta recanti croci di Sant’Andrea e croci greche.
Nel portale si scorgono dei blocchi di pietra scolpiti “in negativo“, cioè con le figure incassate nella pietra anziché a rilievo.
Una di esse è l’agnello con la Croce, il cosiddetto Agnus Dei, ossia l’agnello di Dio.
Ci sono poi i simboli degli Evangelisti, con il leone alato di San Marco, il bue alato di San Luca e l’aquila di San Giovanni, oltre a vari motivi geometrici e floreali.
Questo tipo di decorazione è ricollegabile al revival di elementi paleocristiani dovuti alla riforma gregoriana che ebbe avvio dall’abbazia di Montecassino.
Nello spazio centrale vi è il rosone aggiunto durante il restauro ottocentesco condotto dal Sacconi.
La torre campanaria, aggiunta nel Trecento, quando anche la facciata subì un’opera di ampio restauro, è posizionata sulla sinistra.
L’abside, con la sua ampia curvatura, esprime ancora il gusto paleocristiano della costruzione originaria.
Interno
L’interno è suddiviso in tre navate, scandite da due file di sei colonne prive di base, con robusti capitelli in pietra rozzamente squadrata, che sostengono gli archi a pieno centro delle campate.
Lo schema della pianta è estremamente semplice: un rettangolo allungato diviso in tre navate dove, in corrispondenza di quella centrale, si trova l’abside.
Le cinque finestre, chiuse da transenne in travertino, assicurano all’interno una scarsa illuminazione, compensata però dall’ampio rosone aperto nel prospetto principale.
La copertura è realizzata con un soffitto a capriate.
Nello spazio ottenuto a seguito della tamponatura del terzultimo valico della navatella sinistra è affrescata, all’interno di una cornice a motivi geometrici, una Madonna velata in trono col Bambino, e più in alto, un’Annunciazione, risalenti al XIV secolo, presumibilmente tra il 1325 ed il 1349.
Gli affreschi mostrano cadenze giottesche, assorbite molto probabilmente dall’Umbria.
Nell’ultimo sottarco di sinistra sono leggibili un San Giovanni evangelista che reca in mano un cartiglio e un Cristo Benedicente a mezzo busto in un clipeo, quest’ultimo in peggiore stato di conservazione, un’altra figura, praticamente irriconoscibile, dovrebbe essere San Giovanni Battista.
Probabilmente eseguiti da un altro autore, tra il 1340 ed il 1360, tali affreschi si caratterizzano per le forme allungate e per i tratti del volto che mostrano una tendenza più scopertamente gotica, gli affreschi sono attribuiti al Maestro del Giudizio di Loreto Aprutino.
Lungo la parete destra della navata centrale, al di sopra del terzo arco, all’interno di due registri contigui le immagini di una Madonna in trono col Bambino e di un Cristo in trono che regge un libro con la mano sinistra, ritratto su uno sfondo quadrettato, entrambi riferibili al XIV secolo, tra il 1325 ed il 1349.
Lungo la parete della navata destra è conservata una copia della tela raffigurante la Madonna con bambino e cardellino.
L’opera originale, di autore ignoto con iconografia risalente al seicento, è attualmente conservata presso la sede della Banca dell’Adriatico di Sant’Omero.
Nell’angolo di sinistra è raffigurato lo stemma della famiglia Locatelli di Assisi e Roma.
Sempre sulla stessa parete è murata la copia di una lapide marmorea, già reimpiegata come coperchio di una tomba nelle vicinanze, che reca un decreto del collegio dei Cultores Herculis.
La lapide documenta l’esistenza di un Vicus Stramentarius o Stramenticius localizzabile nelle vicinanze della chiesa, che accoglieva anche un tempio dedicato a Ercole.
Fonti documentative
Relazione del prof. F. Barnabei, sopra un’epigrafe latina scoperta presso la chiesa di Santa Maria a Vico, nella valle del Vibrata, in Notizie degli scavi di antichità, Roma 1885
https://abruzzoturismo.it/it/chiesa-santa-maria-vico-santomero-teramo
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Maria_a_Vico_(Sant%27Omero)
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.