Chiesa di Santa Margherita in Vallecanto – Acquacanina (MC)
Cenni Storici
La Chiesa di Santa Margherita è interamente inglobata nella cinta muraria dell’omonimo Castello dei Varano il cui ingresso è rivolto verso Vallecanto, ed è edificata in stile romanico e dedicata ad una delle sante più venerate nel Medioevo, quella cioè che la Chiesa greca chiama megalomartyr e che in occidente è venerata sin dal secolo IX.
Secondo la leggenda, Margherita o più propriamente Marina sarebbe la fanciulla liberata da S. Giorgio dalle fauci del dragone, così come ce lo presenta l’iconografia del santo patrono della cavalleria cristiana.
La dedicazione a Santa Margherita si lega strettamente alle altre dedicazioni della zona a San Michele Arcangelo, entrambi legati alla battaglia con il male rappresentato con un dragone, secondo il costume longobardo imperante.
A giudicare dalle date apposte su alcuni affreschi all’interno della chiesa e realizzati dal pittore camerinese Girolamo di Giovanni, possiamo presumere che la chiesa sia stata costruita verso la fine del 1300.
Il primo di questi affreschi, in cornu evangelii, rappresenta una grandiosa Crocifissione (m. 1,59×2,96).
A sinistra del Crocifisso, sono raffigurati S. Cristoforo e S. Margherita, a destra invece S. Agostino e S. Sebastiano.
Il Cristo, rivestito di una tunica rossa, il “colobium” dei pittori dell’epoca, è in malo modo ritoccato. Fu fatto dipingere da certo Ser Arcangelus di Acquacanina nel 1390 per lo scioglimento di un voto, fatto alla morte di una sua figlia, deceduta per peste ed ivi temporaneamente tumulata.
Da notare che la famiglia del mecenate è tutt’ora florida in Acquacanina dopo ben 480 anni.
Il Bambino Gesù recato a spalla da S. Cristoforo tiene in mano un cartiglio con la scritta: ” Cristo fori collo sedo crimina tollo “. Sotto l’affresco invece corre la seguente iscrizione in caratteri gotici:
“ MCCCLXXXX et mense augusti dicti anni ad laudem et reverentiam Omnipotentis Dei atque gloriose matris Marie et aliorum eius sanctorum + hoc opus fecit fieri ser Arcangelus de Aquacanina propter votum per eum factum tempore quo eius filia e morbo pestifero decessit et sepulta fuit in hac ecclesia per annos quatuor ante cuius anima in pace requiescat + Laus Deo“.
Il secondo affresco datato 1404 è sul lato sud est della chiesetta e copre una parete di m. 3X3 con cuspide triangolare ribassata al disopra, rappresenta nel rettangolo inferiore tre grandi figure e quasi al centro si sprofonda in una nicchia ricavata da una finestrina a forte strombo: a sinistra la Madonna della Misericordia, sul fondo della nicchia S. Francesco e sugli strombi a sinistra S. Giovanni Battista a destra S. Lorenzo, di cui resta solo la parte inferiore riconoscibile dalla graticola e dalla dalmatica, sull’archetto un angelo orante.
A destra nella nicchia due sante l’ultima delle quali è S. Caterina d’Alessandria. Nella lunetta, della nicchia, quasi abrasa, la scritta. ” Hoc opus fecit fieri Gualterius de dicto loco MCCCCIIII “.
Il Romani attribuisce il primo affresco, quello della Crocifissione, al pittore camerinese Girolamo di Giovanni, conosciuto anche come Girolamo da Camerino. Che questo pittore lavorasse nella nostra vallata lo desumiamo anche dall’edicola Cruciani in Villa Malvezzi a Bolognola da lui affrescata.
Un’altra sua tavola, conosciuta sotto il nome di S. Michele Arcangelo, per la Chiesa di Bolognola, fu venduta, non si sa da chi, per sole lire 3600 all’antiquario Sangiorgi di Roma, nel 1907.
Su di un verbale di un Consiglio Comunale del dicembre del 1802 venne riportato che la chiesa stava cadendo in rovina e che il restauro ed il suo mantenimento spettavano al canonico della Cattedrale di Camerino, in quanto la chiesa risultava essere sotto la sua giurisdizione. Sul finire del 1900, l’affresco del 1390 raffigurante la Crocifissione, fu staccato, restaurato e portato nella Chiesa di Santa Maria di Rio Sacro di Meriggio di Acquacanina.
Leggende
Una leggenda narra che nel castello in rovina sia seppellito un tesoro, ma purtroppo a guardia di esso pare ci sia il principe dei demoni in persona.
Alcuni volenterosi, in passato, armati di badile avrebbero tentato di venirne in possesso, ma appena iniziato lo scavo, uno scaturire di fiamme avrebbe loro impedito di continuare, costringendoli a battere in precipitosa ritirata.
Un’altra leggenda riguarda la figlia di Arcangelus di Acquacanina committente dell’affresco della Crocifissione di cui si è parlato prima, la quale morì di peste.
Si narra che nelle notti di plenilunio, la giovane fanciulla si aggiri per i ruderi del castello e che, prima che i primi raggi di luce facciano capolino nel cielo, il suo fantasma scompaia nelle tenebre della notte.
Fonti documentative
“La Badia di Rio Sacro e la valle del Fiastrone Acquacanina fra storia e leggenda” di Claudio Marinangeli.
“Il castello di Acquacanina nella marca Camerinese” di Claudio Marinangeli per la Mierma Editrice Camerino – Pieve Torina (MC) 1987.
http://www.acquacanina.org/
http://www.sibilliniweb.it/