Chiesa di Santa Lucia – Ponte Santa Lucia di Foligno (PG)
Cenni Storici
L’antico Santuario di frontiera sulla montagna folignate viene a trovarsi nei pressi di un antico ponte di attraversamento sul fiume Menotre che ha dato poi anche il nome alla località che ora si chiama Ponte Santa Lucia, ma che agli inizi del XV secolo, quando cominciò a definirsi come vero e proprio villaggio, veniva chiamato “villa nova“.
Si narrano leggende circa la sua origine, una di queste, racconta l’esistenza di una città posta in località “Le Piagge” ricca di monumenti e templi, distrutta da un terremoto provocato dagli dei, per punire gli abitanti che si erano macchiati di gravi colpe.
In seguito a questo presunto sisma, la città sprofondò e i pochi sopravvissuti ravvedutisi, misero in salvo la statua della dea Pale e iniziarono la ricostruzione delle loro abitazioni in un luogo non molto distante dall’originario, ma in posizione contraria al sorgere del sole; aldilà delle leggende, però, la sua antichità è documentata da numerosi ritrovamenti archeologici ( vedi Scavi archeologici di Pale).
La strada che vi passava ha origini remote in quanto sin da epoche preistoriche e romane poi, era il collegamento della pianure della Valle Umbra con i Piani Plestini e con l’Adriatico.
Con l’avvento del cristianesimo e la realizzazione dei Santuari, divenne strada di transito dei pellegrini che si spostavano verso Assisi e Roma, quindi a partire dal Quattrocento, il percorso, giunto a Ponte Santa Lucia, deviava per Sostino, il Piano delle Strade, il monte della Franca, i Piani di Ricciano, Colfiorito, Plestia, Serravalle e Camerino e, siccome nel percorso verso l’Adriatico, nelle Marche attraversava anche l’importante Santuario di Loreto, si cominciò a denominarlo “Via Lauretana“.
Quindi a questo punto non è difficile capire, di fronte ad un asse viario di tale importanza, come il piccolo nucleo abitativo andò ad assumere una grande importanza, visto la mole di viandanti, pellegrini, carrettieri e merci che vi transitavano; questo stato di cose non passò inosservato ai Trinci che nel frattempo erano diventati Signori di Foligno (1367) e di tutta la montagna fino alle Marche, i quali considerato il massiccio flusso delle merci e di viandanti che transitava lungo quest’importante arteria cercarono di potenziarlo istituendo nel 1429 la Fiera franca di Ponte Santa Lucia.
Il Faloci Pulignani nel suo libro “La chiesa di Santa Lucia del Ponte presso il castello di Pale, cenno istorico” del 1885, dice che in quell’anno venne pubblicato il bando per la fiera da tenersi sabato domenica e lunedì ultimi di agosto 1429; nello stesso testo si danno riferimenti per le successive fiere del 1460, 1550, 1551 (la fiera fissata per l’ultimo lunedì di agosto), 1815 (ultimo ricordo della fiera); questa fu riesumata con scarso successo dal 1912 al 1922, ma fu definitivamente soppressa l’anno successivo.
Anche nelle Riformanze 28 (1447-50) si parla di questa fiera che era fissata in agosto.
Il Faloci Pulignani dice che a Ponte S. Lucia era stato aperto anche un alberghetto la cui gestione si dice, sia stata affidata a un certo Andrea Giovanni di Scapoli “Andrea Johannis Ciocti de Villa Scopoli, com. Fulginei hospitator apud pontem S. Luciae castri Palis“.
In un documento del 1644, lo Jacobilli riporta che il paese: ” … come da distinta assegna data dalli curati di marzo 1644 .. . Ponte Santa Lucia fa fuochi 5 anime 20 “.
Ai nostri giorni, però, Ponte S. Lucia è l’unico abitato della Valle del Menotre in cui vi sia stato un leggero incremento della popolazione residente.
Proprio nelle vicinanze del ponte, sorse questo Santuario a poche centinaia di metri da Pale dove già era presente e fortemente affermato il Santuario di Santa Maria Giacobbe che da tempi remoti era meta di pellegrinaggi anche da parte delle collettività paesane della piana folignate e dove si riconoscevano le parrocchiali di Pale e di Sostino e la stessa cappellania di Ponte S. Lucia.
Il destino di questo Santuario però fu diverso e venne a configurarsi come un tipico Santuario terapeutico specifico per la vista e le malattie degli occhi.
La prima chiesa, poi, sicuramente fu edificata su di un preesistente santuario terapeutico, in quanto fino a pochi anni fa sul pendio dove sorgeva, era ancora presente una sorgente usata a scopi terapeutici per la cura della vista dagli abitanti della zona.
Lo Jacobilli nella sua “Cronica della chiesa e monastero di S. Croce di Sassovivo“, ipotizza l’edificazione di una chiesa dedicata a Santa Lucia già a partire dall’anno 970, per volontà e remissione dei peccati del conte Monaldo figlio di Rodorico del contado di Uppello.
Negli anni successivi, la chiesa ricevette un gran numero di donazioni dai signori della zona e in breve, divenne parrocchia elevata a collegiata con un suo Capitolo costituito da un priore e quattro canonici.
Verso la fine del XIII secolo, la chiesa che dipendeva dal vescovo di Foligno, fu unita al Monastero di Sassovivo in cambio di quelle di S. Nicolò e di S. Tommaso dei Cipischi, poste all’interno delle mura cittadine.
Per molti anni la chiesa di Santa Lucia rimase dipendenza dell’abbazia, fino a quando nel 1486, priore fra Cecco di Feliciano da Scapoli, venne unita alla parrocchia di Pale, ma fu proprio dopo questa unione che ebbe inizio la sua lenta inesorabile decadenza.
Per tutto il XVII secolo in ogni modo, fu ancora oggetto di visite pastorali, mentre nel 1780 si ha notizia di un restauro voluto dell’allora arciprete Morichini.
La chiesa altomedievale dedicata alla santa siracusana, fu soppressa nel 1860 con le note leggi che permettevano la vendita dei beni ecclesiastici da parte dello stato ed il Santuario fu venduto a privati ed il terreno su cui sorgeva fu acquistato da un certo Vincenzo Coresi di Foligno, il quale nel 1878 la demolì per venderne le pietre agli operai che stavano ristrutturando il ponte sul Menotre.
Il Santuario godeva di una polla d’acqua ritenuta terapeutica che scaturiva a fianco dell’edificio, e vi attingevano fedeli venuti anche da paesi limitrofi poiché le si attribuivano virtù terapeutiche contro il mal d’occhi.
La chiesa è definitivamente scomparsa e se ne sono perse addirittura le tracce, ma probabilmente si trovava subito dopo la deviazione per Sostino sulla destra, stessa sorte è toccata alla sorgente, la cui acqua era utilizzata ancora negli anni Trenta del nostro secolo, per scopi terapeutici nonostante che l’antica chiesa fosse stata demolita fino alle fondamenta nel 1878, anche di questa attualmente si sono perse le stesse tracce.
La venerazione e la devozione a Santa Lucia era molto diffusa essendo numerose le chiese a Lei dedicate e i numerosi affreschi raffiguranti la Santa presenti in numerosi edifici religiosi e nei Santuari terapeutici, in conseguenza si può ritenere che le malattie degli occhi e la cecità, in epoche passate, erano mali che dovevano essere molto diffusi.
L’edificio che oggi vediamo (e di cui tratto) non è la chiesa originale, in quanto completamente ricostruita in un’altro punto di dove sorgeva quella più antica della quale si ignora persino l’ubicazione; questa fu costruita all’inizio del paese per chi proviene da Foligno in un luogo dove anticamente vi era una piccola maestà, forse dedicata a S. Andrea.
La sua edificazione è dovuta all’iniziativa, del cappuccino Padre Nazareno Casali, nel 1880 che diede
inizio alla costruzione di una nuova chiesa, ma non essendo sufficienti i soldi a disposizione, i lavori furono sospesi per alcuni anni fino a quando per volontà di mons. Michele Faloci Pulignani e con il contributo dei fedeli, si poté completare la sua edificazione.
La chiesa fu aperta al culto nel dicembre del 1885.
La chiesina, rimasta chiusa per ben undici anni in seguito ai danni causati dal terremoto del 1997, il 13 dicembre 2008 è stata solennemente riconsegnata al culto dei fedeli dal vescovo di Foligno mons. Gualtiero Sigismondi.
Aspetto esterno
L’edificio si presenta rialzato rispetto al piano stradale, è di forma rettangolare con tetto a spiovere e di modeste dimensioni, sul lato sinistro all’altezza della sagrestia, aggiunta durante il restauro del 1931, presenta un piccolo campanile a vela a un solo fornice e una sola campana.
La facciata è caratterizzata da un portale squadrato e due finestrelle laterali, sopra di esso un’immagine di Santa Lucia riproduzione del quadro interno, una croce di pietra ed un rosone; due modeste lesene marcano i lati e si incrociano con un marcapiano all’altezza del rosone e che forma un modesto timpano; ha un’abside semicircolare che abbraccia l’intera navata interna.
Interno
A navata unica, dove all’altezza del presbiterio, rialzato di due gradini, si eleva un arco che divide l’area presbiteriale dal quella dei fedeli.
A destra dell’arco in una mensola c’è una statua della Madonna con il Bambino in braccio; l’altare, è posto sotto un’abside semicircolare sulla cui parete spicca una bella tela, opera del pittore folignate Carlo Botti, raffigurante Santa Lucia e risalente al periodo della ricostruzione del 1885.
Nella parte inferiore della tela, vi si legge: “Michael Faloci Pulignani, F. F., Fulginei, MDCCC LXXXV- C. Botti Pinxit “.
Nella calotta dell’abside campeggia una colomba dello spirito Santo.
Fonti documentative
Don MARIO SENSI – Santuari terapeutici – Cassa di Risparmio di Foligno Quaderno Numero 3 – 1980
M. Faloci Pulignani – La chiesa di Santa Lucia del Ponte presso il castello di Pale, cenno istorico – 1885
Don Mario Sensi – Vita di Pietà e vita civile di un altopiano tra Umbria e Marche (secc. XI -XVI) – 1984
Sandro Capodimonti – Il Menotre e la sua Valle- 2017
Don Luciano Gregori – La Valle del Menotre – 1990
Fabio Bettoni Maria Romana Picuti – La montagna di Foligno, itinerari tra Flaminia e Lauretana – 2007