Chiesa di Santa Illuminata – Montefalco (PG)

La chiesa di Santa Illuminata si trova all’interno delle mura cittadine ed è dedicata all’omonima beata, nata a Montefalco nel XIII secolo, monaca agostiniana distintasi per le sue virtù.

Cenni Storici

Nel 1491 gli agostiniani della Congregazione di Lombardia ordinarono la costruzione della chiesa, sul luogo del duecentesco reclusorio di Damiano.
Qui, nella seconda metà del secolo XIII, Damiano di Bengente fece costruire un “carcere” o “reclusorio” per la figlia Giovanna, la quale vi accolse alcuni anni dopo la sorellina di 6 anni, Chiara, insieme ad altre compagne.
Verso il 1280 la comunità si trasferì poco lontano dove sorge il monastero di Santa Chiara.
Nel luogo lasciato libero nacque una nuova famiglia religiosa, che, nel 1302, assunse la regola di Sant’Agostino, ma il monastero durante il secolo XV si ridusse a tre sole monache, sicché il 6 dicembre 1480 le monache, su disposizione del vescovo di Spoleto, Costantino Eroli, si unirono a quelle del monastero agostiniane di Santa Chiara da Montefalco.
Il Priore generale degli Agostiniani, frate Anselmo da Montefalco, nel 1491, decise quindi di favorire l’introduzione in questo luogo dei suoi frati riformati (detti “di Lombardia“).
Questi ricostruirono totalmente chiesa e convento fra il 1492 e il 1500 (data del portale della chiesa).
Nell’ultimo decennio del secolo sono attestati molti legati testamentari, per la ricostruzione della chiesa: un lascito del 22 gennaio 1498 è destinato “pro fabrica dicte ecclesie noviter fiende“.
Il presbiterio, diverso dal resto della fabbrica, forse fu ricostruito dal comune nel 1533.
Nel 1653 la comunità fu soppressa e la chiesa assorbita dalla collegiata di San Bartolomeo, solamente dal 1910 al 1975 i padri Cappuccini occuparono nuovamente il luogo.

Aspetto esterno

Armoniosa chiesetta rinascimentale di influenza lombarda presenta la facciata in laterizio, ornata da un oculo, ed è preceduta da un portico che protegge il portale d’ingresso.
Nel fregio del portale in pietra, architravato con mensole, si legge la scritta SANCTA . MARIA . GRATIARUM . ORA . PRO . POPULO . ISTO . 1500 .
Nella lunetta esterna affresco di Francesco Melanzio, Madonna della Misericordia, il cui manto è tenuto aperto da Santa Chiara da Montefalco e dalla Beata Giovanna; sotto, un gruppo di devoti.

Interno

L’interno presenta una sola navata con tre nicchie per ciascun lato, interamente affrescate e ornate da vari fregi.
Nella prima cappella a sinistra, si trova un affresco del folignate Bernardino Mezzastris, datato 1507, nella cupola Cherubini musicanti che gettano fiori, nel tamburo, San Rocco, San Sebastiano, San Nicola da Tolentino, raffigurato con i tradizionali simboli della sua iconografia, e cioè il sole, il giglio, il libro della regola e la croce, Sant’Agostino, Madonna in Trono col Bambino, Santa Chiara, la sorella Beata Giovanna, Santa Caterina d’Alessandria e Santa Illuminata.
Nella cappella successiva, la cappella della Natività, affreschi molto dubbiamente attribuiti a Francesco Melanzio: nella calotta lo Spirito Santo tra Angeli musicanti, nel tamburo San Martino vescovo, Fuga in Egitto della Sacra Famiglia, Natività, Adorazione dei Magi, San Nicola da Tolentino.
Nella terza cappella vi era la bella pala raffigurante la Madonna con Bambino, attribuita a Melozzo da Forlì (oggi nella pinacoteca del museo).
A sinistra dell’arco dell’Abside Madonna con Bambino e Sant’Anna.
Sull’antico altare maggiore vi era una tavola di Antoniazzo Romano, oggi conservata nella pinacoteca di San Francesco.
Santa Illuminata è raffigurata frontalmente nella pala d’altare.
È “fiera e dallo sguardo appena sfuggente“.
Verso di lei si volgono i due Santi che la affiancano: Vincenzo di Saragozza e Nicola da Tolentino.
Proprio nel rinascimento, nasce questa tipologia di pala unificata, non più formata da differenti pannelli.
Le figure condividono lo stesso spazio, in questo caso, definito dal pavimento che descrive la profondità, mentre il fondo d’oro colloca le figure in un luminoso spazio senza tempo.
La pala, che originariamente si trovava a Roma, risale alla piena maturità del pittore e risente dell’influenza di Melozzo da Forlì, Piero della Francesca e di quei pittori umbro-toscani, che avevano affrescato le mura laterali della Cappella Sistina tra il 1481 e il 1483.
Il restauro degli anni Ottanta del Novecento, ha confermato le ipotesi attributive e di committenza, formulate dagli studiosi nel tempo.
Il portoghese Giorgio Costa fa eseguire il dipinto per la cappella dedicata a Santa Caterina d’Alessandria nella chiesa di Santa Maria del Popolo a Roma.
San Vincenzo è patrono di Lisbona.
Il San Nicola era in origine Sant’Antonio da Padova anche lui portoghese.
Santa Illuminata era in precedenza Santa Caterina d’Alessandria.
Le due figure di Santi sono modificate, cambiando d’identità col trasferimento dell’opera in Umbria, forse artefice della trasformazione è lo stesso Francesco Melanzio, operoso agli affreschi della chiesa.
A destra dell’arco dell’Abside Pietà con la Vergine Maria e Santa Maria Maddalena, datato 1509, sempre del Melanzio.
Nella terza cappella di destra, affrescata dal Melanzio con larga partecipazione del nipote Febo, pittore anche lui e documentato insieme in questa chiesa nell’anno di esecuzione dell’affresco, nella cupola Cristo risorto, nel tamburo San Sebastiano, San Lorenzo, Madonna in trono con Bambino tra angeli, San Girolamo, Sant’Antonio Abate.
Si legge la scritta: OC OPUS FECIT FIERI LAURENTIUS CAROLI ET FRATER PRO RELICTO DOMINI DE(…) FRATRIS ANNO DOMI¬NI MILLESIMO QUINQUEGESIMO XV FRANCISCUS M. PINSIT
Nella seconda cappella di destra, sempre attribuita in maniera dubbia al Melanzio,apparentemente della stessa mano dell’autore della prospiciente cappella di sinistra, nella cupola l’incoronazione della Vergine, nel tamburo, Sant’Agata, Sant’Agostino, L’Assunzione della Vergine, San Gregorio, Santa Lucia.
Si legge la scritta: HOC OPUS PINGERE FECIT FRANCISCUS LUCE PAULI DE VILLA GA(LLI) AD ONORE(VIRGINIS) MARIE SUIS SUMPTIBUS ANNO DOMINI M°.CCCCE.VII (ma potrebbe essere stato 1508 o 1509)
Nella prima cappella di destra, dedicata a Santa Caterina d’Alessandria, nella cupola Dio Padre con angeli, nel tamburo, Sant’Antonio da Padova, San Girolamo, Martirio di Santa Caterina d’Alessandria, San Giovanni Battista, San Nicola da Tolentino.
Nelle scritte nomi dei santi.
Bibliografia
NESSI-CECCARONI, Da Spoleto a Montefalco, Itinerari Spoletini 2, Spoleto, 1974
Cartellonistica in loco
 

Nota

La galleria fotografica è di Alberto Monti, il testo è di Silvio Sorcini.
 

Mappa

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