Chiesa di Santa Croce – Montefalco (PG)
Cenni Storici
L’attuale Cappella, allocata a sinistra della Chiesa di Santa Chiara in Montefalco, era in origine il presbiterio della piccola Chiesa di Santa Croce, fatta erigere da Santa Chiara alla fine del Duecento e luogo scelto dalla Santa per morire il 17 agosto del 1308.
Nel 1333, venticinque anni dopo la morte della Santa il presbiterio della chiesa ove si era spenta, per volontà del rettore del Ducato di Spoleto, Jean d’Amiel, è stato magnificamente decorato di affreschi di scuola spoletina, la parete sinistra è opera del cosiddetto secondo Maestro di Santa Chiara, la parete di fondo e quella di destra sono affrescate dal Maestro di Cesi.
Nella parete sinistra vi sono raffigurati, al registro superiore: Cristo benedicente in una mandorla, circondato da angeli e santi, a sinistra Jean d’Amiel, rettore del ducato di Spoleto presentato da San Biagio, sulla destra è in compagnia di Santa Caterina d’Alessandria.
Al registro inferiore sono raffigurati: a sinistra la morte di Santa Chiara, al centro, sotto la finestrella, l’Ecce Homo, a destra il martirio di Santa Caterina.
Nella volta a crociera, i simboli degli Evangelisti sono incorniciati da ricchi fregi decorativi.
Al centro un’imponente Crocifissione, affollata da oltre quaranta figure, con una schiera di cavalieri a far da corona alla croce.
Sulla sinistra le Pie Donne sorreggono la Madonna svenuta, la Maddalena ai piedi del Cristo e San Giovanni a destra.
Jean d’Amiel, il committente, è raffigurato, in piccole dimensioni, ai piedi della croce.
Il centurione, convertitosi dopo aver visto sgorgare dalla ferita del costato di Gesù sangue e acqua è rappresentato sulla sinistra a cavallo, a destra San Giuseppe di Arimatea che mostra Gesù a Caifa.
La Crocefissione, per anni attribuita al cosiddetto primo Maestro di Santa Chiara da Montefalco, è stata di recente correttamente assegnata al repertorio del Maestro di Cesi, un artista dotato di grande talento e passione, tra i capostipiti della scuola pittorica umbra.
Qui soprattutto dimostra come le salde tradizioni romaniche, siano combinate ed elaborate con le novità giottesche, che gli giungevano da Assisi.
Sulla parete di destra in alto è Cristo benedicente tra due angeli, più in basso a sinistra Chiara bambina che chiede alla sorella, la beata Giovanna, di entrare in monastero, a destra il Bambino, protetto dalla Madre, che cammina verso Santa Chiara, al registro inferiore due Storie di San Biagio, a sinistra San Biagio nella grotta mentre benedice e guarisce gli animali e a destra una Vedova miracolata che porta il cibo a San Biagio in prigione.
Al centro della parete è una grande nicchia, anch’essa totalmente decorata, in cui sono dipinte una Maestà tra gli arcangeli Gabriele e Michele, più in basso Cristo pianta la croce nel cuore di Chiara e Santa Chiara con un giglio.
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.