Chiesa di Santa Croce – Castiglion Fosco di Piegaro (PG)
Cenni Storici
La chiesa di Santa Croce di Castiglion Fosco fu costruita a partire dal XII secolo e ultimata nei primi anni di quello successivo.
Fu sussidiaria fino al 1559 dell’abbazia dei Sette Frati di Pietrafitta, il cui abate provvedeva alla nomina del parroco, e dopo tale data, dal punto di vista della giurisdizione ecclesiastica, fu direttamente sottoposta al vescovo di Perugia.
Nel Liber beneficiorum la suddetta chiesa è iscritta per 35 libre, nel catasto del 1489 per 75 libre e in quello del 1542 per 84 libre e 10 soldi, il che sta ad indicare che nell’arco di tempo considerato il suo patrimonio fondiario aveva subito un notevole incremento.
Dalla visita pastorale del Vescovo Della Corgna, risulta che il fonte battesimale, situato a destra di chi entra in chiesa, nel 1565 già esisteva.
Dalla visita del Vescovo Della Rovere, risulta che nel 1572 la parrocchia era “De jure” dell’abbazia di San Benedetto in Pietrafitta.
Verso la fine del XIX secolo venne costruito l’altare ligneo dedicato al Santissimo Crocifisso per opera del pievano Doricchi don Gabriele che poi venne dorato da Agretti da Perugia.
L’edificio, nel corso dei secoli subì vari restauri e trasformazioni, gli ultimi interventi importanti che ci hanno restituito le forme recenti della chiesa risalgono al 1823.
L’acquasantiera è datata al 1875.
Gli interni della sala vennero arricchiti di decorazioni negli anni quaranta e in quel periodo venne anche costruito il tabernacolo marmoreo.
L’altare maggiore è stato ricostruito nel 1970 e nei due decenni successivi è stato rimosso l’intonaco che copriva la facciata e le pareti esterne per ripristinare l’antica cortina in pietra a vista; la sala è stata rinnovata nelle pitture interne nel 2008 da Mary Jane Antonini.
Durante i vari lavori di restauro si è scoperto che la chiesa primitiva era molto più piccola ed aveva un orientamento trasversale rispetto a quella attuale, infatti quella che oggi è la porta laterale sulla parete sinistra, in origine era l’accesso all’edificio sacro.
Infatti durante e un intervento di restauro conservativo iniziato nel 2008 in quella che doveva essere l’antica parete d’altare è venuto alla luce un affresco del XVI secolo raffigurante la Madonna con Bambino, Angelo e Sant’Antonio Abate che sembra riconducibile alla scuola del Perugino.
L’opera fu rinvenuta frammentaria nell’anno 2008, dietro tamponatura in muratura della parete, durante i lavori di restauro della chiesa; fortunatamente il muratore che a quel tempo si adoperò a costruire la tamponatura ebbe il buon senso di costruire il muro non attaccato alla parete con l’affresco, ma mantenendo un intercapedine di pochi centimetri, che hanno permesso la sopravvivenza dell’affresco.
Questo gesto di rispetto di questo muratore, che cercò di salvare l’opera o perlomeno di quello che ne rimaneva, non ebbe altrettanto seguito dagli operai che precedentemente, nel corso del Settecento, proprio in quella parete aprirono una porta per raggiungere il pulpito che vi fu costruito sopra distruggendo completamente la figura di destra.
Oggi non rimangono altro che frammenti della veste di un angelo e frammenti dei piedi di una santa (riconducibile presumibilmente a Santa Lucia sulla base della documentazione storica a disposizione). Sulla parte inferiore sono evidenti tracce di una antica mensa d’altare a conferma dell’orientamento trasversale di cui si parlava sopra.
Sull’arco, in origine completamente affrescato, sono presenti frammenti di una decorazione settecentesca e tracce di una figura di un santo vescovo.
L’opera se pur frammentaria ed in parte ridipinta, presenta caratteristiche e tratti stilistici di indiscusso interesse storico-artistico e riconducibili alla scuola del Perugino.
L’opera restaurata nell’anno 2015.
Questa scoperta però è riconducibile ad un evento nefasto, infatti nel 1982 venne trafugata una statua lignea della Madonna con Bambino datata agli inizi del XIV secolo e solo una fortunata coincidenza ha permesso di rintracciarla nel 2006 in una collezione privata.
Quando la statua fu riportata nella chiesa nel 2008, si rese necessario aprire una nicchia nella parete per ospitare il prezioso reperto e fu solo allora che smantellando il muro venne fuori l’affresco.
Ora la statua è custodita nel transetto sinistro poiché la parete a Lei dedicata mostra il gioiello pittorico che arricchisce il patrimonio artistico della chiesa.
Aspetto esterno
La facciata si trova lungo la strada in pendio ed è caratterizzata da una scalea con portale in cotto e soprastante finestra con cornice in mattoni.
Il timpano a capanna conclude la geometria della facciata; è di tipo aggettante con mattoni a vista sagomati; le parti descritte in mattoni risaltano rispetto al tessuto murario o ai conci di pietra della facciata.
Il campanile a pianta quadrata si trova in via Largo della Chiesa; è costruito in muratura mista pietra e mattoni suddivisa in tre parti separate da cornici sporgenti in mattoni lavorati.
La cella campanaria con quattro aperture è ritmata da paraste sporgenti che si concludono nel cornicione della copertura a padiglione.
Nel suo insieme il complesso parrocchiale, costituito dalla chiesa e dalla canonica, delimita una piccola piazza sul lato sinistro.
Interno
La pianta interna è a croce latina con cinque campate e abside semicircolare.
Due cappelle laterali e simmetriche conferiscono alla geometria un impianto architettonico del tipo a croce latina.
L’assetto strutturale è formato da volte a botte lunettate scandite da arcate che si dipartono da lesene.
La prima campata contenente la cantoria è a volta a botte lunettata.
L’abside è coperta da una volta a catino scandita da paraste convergenti verso il centro.
A destra di chi entra in chiesa è situato il fonte battesimale, già esistente nel 1565, del quale però s’ignora la data di erezione; nella campata successiva c’è l’altare del Crocifisso, contenente una magnifica e venerata statua lignea del XVI secolo con le braccia semoventi.
Prima del transetto di destra troviamo l’affresco recentemente scoperto con Madonna con Bambino, Angelo e Sant’Antonio Abate.
Nel transetto di destra troviamo una Statua della Vergine incoronata.
Nel presbiterio dietro l’altare maggiore una grande tela, risalente all’inizio del XVI secolo, raffigura Cristo in croce, con S. Francesco, S. Chiara e altri due santi non identificati; l’opera fu commissionata da Aurelio Foschi, ritratto in basso, a sinistra.
Ai lati della tela due affreschi con: a destra Santa Lucia e a sinistra Sant’Agostino.
Nel transetto di sinistra troviamo la statua della Madonna lignea (Madonna del sorriso) ritrovata dopo il furto e riposizionata nella sua sede originaria.
L’opera che si trovava nella Chiesa di Santa Croce, venne trafugata circa venticinque anni fa.
E’ scavata sul retro e ha una preparazione costituita da tela e gesso.
Maria seduta in posizione frontale, sulle sue ginocchia, a piedi nudi, il Bambino.
La Vergine indossa una veste rosso cupo decorata con una banda centrale e un gallone color oro, che corre lungo lo scollo, sui polsi e ornato da piccoli fiori di pastiglia.
Dalle spalle della Vergine scende un manto azzurro con decori, bordato in oro.
I capelli sono raccolti in due trecce che coprono le orecchie; la testa è coperta da un velo poggiante sulle spalle, trattenuto da una corona intagliata.
Il viso di Maria è caratterizzato da uno smagliante sorriso.
Gesù indossa una veste di un intenso color rosso con decori in oro e una fascia dorata sui bordi.
Una campitura in oro si trova nella parte inferiore della veste.
Lupattelli nel 1896 vide la statua, in buono di conservazione nella Chiesa di Castiglion Fosco e la datò al XIV secolo dicendola proveniente dalla Chiesa San Giovanni.
Circa un secolo dopo, anche Pistelli, parlava della stessa Chiesa come possibile ubicazione originaria, che però datava al XVI secolo, sottolineandone la pregevolezza derivante dal fatto che era stata scolpita in un unico tronco.
Santi, nel 1974, ne ricondusse la cronologia al XIV secolo.
I confronti stilistici consentono di collocare l’opera in un ambito umbro, localizzato nell’area compresa tra Marche, Abruzzo e Umbria meridionale, come per esempio Spoleto.
Scendendo verso la controfacciata sempre nella parete sinistra troviamo l’altare della Madonna del Rosario; girano intorno al quadro quindici formelle ottagonali raffiguranti i misteri gaudiosi, dolorosi e gloriosi, la tela, di buona fattura, non è firmata ed è priva di data.
In controfacciata il ballatoio con la cantoria e il primo organo a canne di Angelo Morettini del 1823.
Fonti documentative
Senofonte Pistelli, Gianluca Pistelli – Memorie di una terra: Piegaro e i suoi castelli – 1992
https://www.lanazione.it/umbria/cronaca/piegaro-affresco-perugino-1.1311452
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=3631&Chiesa_di_Santa_Croce__Castiglion_Fosco
https://it.wikipedia.org/wiki/Chiesa_di_Santa_Croce_(Piegaro)