Chiesa di Santa Chiara – Sellano (PG)
Cenni descrittivi
Lungo la Via della Spina, che da Campello sul Clitunno risale fino all’abitato della Spina per poi entrare a Cammoro e ridiscendere sino a Molini, di fronte all’imbocco della valletta delle Canapine, c’è la piccola chiesa campestre romanica di S. Chiara, un tempo dedicata a S. Paolo, sulla base della tradizione che vuole che S.Pietro e S.Paolo siano giunti nelle Marche attraverso il Passo della Spina come risulta dalle Rationes Decimarum e dal Codice Pelosius del XIV secolo, e forse costruita, date le caratteristiche del sito, sul luogo di un preesistente tempio pagano. La primitiva dedicazione a San Paolo risale al 1333 e con questo nome è conosciuta nel codice sopra menzionato.
Nel 1517 ebbe in eredità un terreno e mantiene ancora il nome originale ed addirittura la località è descritta come vocabolo omonimo.
Solo nel 1571 il De Lunel la conosce sotto il nome di Santa Chiara e la descrive come bisognosa di restauri.
Di antico patronato della Famiglia Tosti era utilizzata per le sepolture della stessa famiglia.
L’edificio presenta le caratteristiche proprie di “chiesa da strada” per la presenza di un recinto davanti alla facciata a modo di pronao per accogliere i pellegrini ed i viandanti.
In occasione della sua Visita pastorale del 1713, il vescovo Lascaris così la descrive: “Piccola struttura longitudinale, con pavimento e tetto in laterizio, unica porta, unica campanula, unico altare adorno di una pittura murale con l’immagine del SS. Crocifisso, della Beata Maria Vergine e S. Giovanni; era utilizzata per le sepolture della famiglia Tosti”.
Il De Lunel la definì ruralem et simplicem e unita alla chiesa di Santa Maria.
Don Mario Sensi nel 1988, parlandone come di probabile resto di un monastero femminile dedicato a Santa Chiara, abbandonato già in epoca medioevale, la definisce “…un edificio romanico, ora privo di tetto e in completa rovina”.
La chiesa di S. Chiara, come documentato dal Catasto settecentesco di Cammoro conservato nell’Archivio Storico Comunale di Sellano, era collegata alla Valle di Cammoro dalla Via Paganuccia, ora quasi del tutto scomparsa, che terminava al sito denominato Fonte Paganuccia, situata alle pendici del Castello, e il cui nome fa supporre che mettesse in comunicazione antichi luoghi di culto pagano, forse perdurato in epoca cristiana..
Dalle Vene si diramava invece la Via Spoletina, o Via di “Cacacciato” (dall’omonimo casale situato lungo il percorso, ora diruto), che collegava, attraversando le pendici orientali della Montagna e l’area delle fonti e dei mulini, direttamente con Cammoro; questa strada, molto suggestiva, è tuttora percorribile. In generale tutti i luoghi presenti nel territorio sono collegati tra di loro da antichi sentieri, individuabili nel catasto Gregoriano e percorribili a piedi, con muli, a cavallo, in bicicletta, a scopo storico-artistico, naturalistico, didattico-ambientale, devozionale.
Aspetto
E’ stata restaurata nel 2001.
Presenza di affreschi nell’abside (Crocifissione)
Conserva i caratteri tipici delle chiesette romaniche della zona: portale lunettato con lastra di pietra scolpita, sala una con tetto a due falde, conclusa da un’abside affrescata
Bibliografia
CAMMORO NELLA STORIA – Un castello a guardia della via della Spina
Di Marco Francisci e Alessandro Bianchi
Edito dalla Comunanza Agraria di Cammoro nel 2001
Tipolitografia Grafiche Millefiorini – Norcia
SPINA E IL SUO TERRITORIO Storia Ambiente e Tradizioni Popolari
Pro loco Spina di Campello 2013 Artegraf Città di Castello