Chiesa di San Vittore – Vallerano (VT)
Cenni Storici
Si erge nel punto più alto del castello, al suo centro.
Mancano notizie storiche circa la sua origine, e le continue manomissioni subite nel corso dei secoli non aiutano a stabilirne l’epoca di costruzione in base all’analisi stilistica.
La prima documentazione risale al 1450, una memoria contenuta nei libri delle decisioni consigliari, relativa alla costruzione del nuovo battistero, quello tuttora esistente: (l’attuale) eseguita del seguente tenore: Cum vasculum lapidem ex quo baptizantur parvuli in Ecclesia S. Victoris Martyris sit vetustate undequaque corrusum, novum faciendum est et cum faciendum sit, sit bene lavoratum.
Il fatto che il vecchio fonte battesimale in pietra fosse corroso per la sua vetustà alla metà del XV secolo è sicuro indizio dell’antichità della chiesa.
Nel 1497, come attestato da una data posta sulla nuova porta d’ingresso, furono effettuati dei lavori che comportarono l’abbattimento della facciata per costruire l’abitazione del parroco e, appunto, la realizzazione di una nuova entrata sulla parete di destra.
Nel 1604, fu abbattuto l’ultimo piano della torre campanaria, che sin dal 1569 minacciava di cadere.
Con decreto del Vescovo Diocesano Lanucci, in data 31 maggio 1759, furono demoliti i dodici preesistenti altari laterali, ricavati nello spessore del muro e disposti asimmetricamente.
In loro sostituzione furono eretti i quattro attuali, a spese dei rispettivi Patroni.
Con lo stesso decreto si stabiliva di ingrandire le preesistenti feritoie, dandole la forma di vere finestre, realizzate in maniera disordinata e tutte diverse le une dalle altre.
Il decreto del Lanucci stabiliva altresì di realizzare un nuovo soffitto a cassettoni, completato nel 1762 dal falegname Mastro Domenico Ercole di Viterbo.
La spesa per la sua costruzione, scudi 397, fu pagata dalla Confraternita del Santissimo Sacramento.
Dal verbale d’una Congregazione della Venerabile Confraternita del Sacramento, in data 4 Luglio 1762, si apprende che, a quella data non v’era un altare stabile, poi eretto nel 1771 dalla stessa Confraternita, interamente in marmo, ed è quello attuale.
La chiesa fu poi sconsacrata e riaperta al culto solo il 21 agosto 1853 da Monsignor Agostino Mengacci, Vescovo diocesano.
Aspetto esterno
La torre campanaria è composta di tre piani, aventi ognuno quattro grandi finestre, è di forma quadrata, alta metri 27,50.
Nel 1737 fu posto sulla torre un orologio a sei ore firmato da Giovanni di Santis, in ottimo stato e funzionante.
Si accede alla chiesa attraverso il grande portale rinascimentale, sito sul lato destro.
Interno
L’interno è a navata unica, coperto dal soffitto a cassettoni settecentesco, composto da 116 lacunari, di forma ottagonale, ornati da un fiore stilizzato a rilievo, dipinto in azzurro cupo.
Al centro, ove fino al 1864 era una pittura a guazzo raffigurante il santo Patrono, si trova ora il giglio dei Farnese, stemma del Comune.
Il soffitto è servito di modello a quello della sala del Mappamondo nel Palazzo Venezia di Roma.
Ad ambo le pareti è posta una malridotta decorazione a finti drappi, eseguita nel 1921 da Ercole Aloysi.
Il pavimento, posto in opera in occasione del restauro del 1922, è in marmette di cemento, eseguito dalla Ditta Giacomo Barelli di Viterbo.
Nei locali della vecchia sagrestia, è stata inaugurata l’11 febbraio 1922 una cappella a forma della grotta di Lourdes, dedicata alla memoria dei soldati Valleranesi caduti nella prima guerra mondiale.
Nel febbraio 1924, sopra la porticina che immette nella cappella, fu applicata la seguente epigrafe:
CIVIBUS NOSTRI / RECENTI BELLO PRO PATRIA INTEREMPTIS / DIVINAE CLEMENTIAE ET COMUNI PIETATI COMMENDANDIS / ANNO 1924
All’inizio della parete sinistra, racchiuso in un coevo cancelletto di ferro battuto, adorno di gigli e della figura di San Vittore, si trova il bel battistero rinascimentale.
Il primo altare di sinistra è ornato da una modesta tela raffigurante una Crocifissione, con la Madonna e San Giovanni ai piedi del Cristo.
Nel successivo un olio su tela del XVII secolo raffigura la Madonna col Bambino tra i Santi Domenico, Lorenzo, Giovanni Evangelista, Andrea e Antonio abate.
A seguire si ammira una tela di piccole dimensioni raffigurante San Vittore.
Nella zona absidale, dietro l’altare, si ammira il coro in noce ad un solo stallo, costruito nel 1751.
Gli affreschi dell’abside, già coperti da intonaco, furono scoperti casualmente nella seconda metà del secolo XIX, mentre si stava forando il muro con un chiodo.
Nel catino è raffigurata, al centro, l’Incoronazione della Vergine, ai lati i Quattro Evangelisti.
Nel tamburo sono affrescati i Dodici Apostoli, nella nicchia al centro è posta la statua di San Vittore, vestito, come d’uso, da soldato romano.
Tutti i personaggi, ad eccezione della Madonna, sono raffigurati con un collarino nero, probabilmente simbolo della confraternita che ha commissionato l’affresco.
Nell’altare della parete destra posto a fianco dell’ingresso, è raffigurata l’Assunzione della Vergine, sotto è una statua di Sant’Antonio abate col classico maialino.
Nel successivo altare si trova la tela più interessante tra quelle oggi conservate all’interno della chiesa, la Sacra Conversazione, opera del Vandi.
In alto due puttini alati aprono una tenda che svela la Vergine Maria assisa sulle nubi con in grembo Gesù.
A sinistra è raffigurato l’apostolo Andrea con i tradizionali attributi della croce e del pesce.
Nel lato opposto San Gregorio Magno, con la tiara papale e la colomba dello Spirito Santo che gli suggerisce all’orecchio i testi da scrivere.
Più in basso è ritratto San Nicola di Bari che indica con la mano la Madonna e il Bambino a Santa Lucia, che sorregge con la mano il piattino con gli occhi, in basso le tre palle d’oro donate dal Santo a un padre caduto in rovina, con le quali egli poté maritare le tre figlie e risparmiare loro l’onta della prostituzione.
Sullo sfondo un paesaggio ove è raffigurato Vallerano.
Don Secondo Nisini, parroco di Vallerano nei primi anni del novecento, riferisce di aver letto, in basso a destra sulla tela la seguente scritta, ora non più visibile: Io Franc.us Vandius Inv- Ann. 1647.
Il noto pittore senese Francesco Vandi in quegli stessi anni venne a Vallerano per affrescare la volta a botte sopra l’altare maggiore nella chiesa della Madonna del Ruscello.
Dietro la pregevole tela si nasconde una sorpresa, l’unico resto visibile dei dodici altari che un tempo ornavano la chiesa.
Rimane un affresco raffigurante la Madonna incoronata con a sinistra un Santo barbuto e a destra un Santo Vescovo, in altro due cherubini sorreggono un’altra corona; l’opera potrebbe essere riferita al XV secolo.
Su quella che era l’originaria controfacciata, sopra una la cantoria è posto un organo, costruito nel 1750 dall’organaro Lorenzo Alani di Roma a spese della Confraternita del SS. Sacramento.
La cassa però è, probabilmente, molto più antica.
Ai lati dell’organo sono posti due stendardi processionale, di cui uno raffigurante San Vittore a Cavallo, l’altro il Santissimo Sacramento, emblema dell’omonima congregazione.
Sotto la Cantoria una lapide marmorea ricorda la riconsacrazione della chiesa:
DEO MAGNO AETERNO / QUOD EJUS FAVENTE NUMINE / MATHIAS AUGUSTINUS MENGACCI / DOMO VADENSIS / ECCLESIARUM FASCENNINAE HORTANAE GALESINAE / ANTISTES / ECCLESIAM DIVO VICOTORI M. DICTAM / XII KAL. SEPTEMBRIS / ANNO MDCCCLIII / CONSECRAVERIT / ILLAMQUE IN ANNIVERSARIO VISITANTIBUS / DIES XL DE VERA INDULGENTIA / CONCESSERIT / POPULUS / PATRONO SUO / MONUMENTUM FACIENDUM CURAVIT.
Nota di ringraziamento
Si ringraziano l’amico Massimo Pacelli, preziosa guida del territorio e la signora Rita Pacelli, grande esperta della storia di Vallerano.
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Fonti documentative
NISINI DONSECONDO, Cenni storici della ven. chiesa di San Vittore, testo conservato nell’archivio parrocchiale, 1931
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