Chiesa di San Valentino – Villa di Magione (PG)

L’abitato di Villa è moderno e costruito attorno alla chiesa che appare da lontano nella parte più alta della collina.

 

Cenni Storici

Da un protocollo, conservato nel Monastero di S. Pietro, risalente al XIV secolo, risulta che la predetta Chiesa, unitamente a quella di S. Donato di Caligiana, apparteneva al distretto di Antrìa alle dipendenze dell’episcopato perugino.
Nel 1496 Niccolò di Giacomo Piccinino, con testamento del 20 gennaio, lasciò un legato alla Chiesa di S. Valentino per messe da celebrarsi per la sua anima.
Circa l’anno 1500 fu fatto il catasto della chiesa come appare nell’annuario di Perugia.
In origine la chiesa era di dimensioni molto piccole con unica navata a volta.
Si hanno notizie più precise della Chiesa nel 1738 perché, alla morte di don Sante Billi, viene redatto un inventario che fa una descrizione molto accurata della chiesa.
La predetta Chiesa è lunga circa piedi 41, la larghezza è di piedi 16 e in faccia all’altare maggiore vi sono due navate fatte a volta, che con l’andito della chiesa formano la larghezza di piedi 42. L’altezza di detta chiesa è di piedi 11, in fondo vi sono tre altari. Nell’altare maggiore vi è un quadro fatto dal Sig. Laudati, pittore, nel quale vi è impressa in tela l’immagine di S. Valentino, il quale sta in atto di incensare l’immagine della Vergine Santissima. E più un campanile con due campane. Altare di S. Sebastino — Vi è una statua in legno rappresentante il martirio di detto Santo. Altare della Vergine delle Grazie — Statua in legno dipinto rappresentante la Vergine SS.ma con abito di lana rosso e manto di seta turchino. Altare di S. Antonio — Nel nicchio di detto altare viene collocata la statua del Santo in legno dipinto, con il Bambino in mano.
Altare del Sig. Piero Paolo Baldelli — Nel nicchio di detto altare vi è collocata la statua in legno dipinto rappresentante S. Nicola da Tolentino
“.
Sono inoltre descritti arredi e parati, ma da questo e da altri inventari si può dedurre che la Chiesa dispone dello stretto necessario.
La rendita è costituita da un poderetto in vocabolo Bagnolo, due stalle, un porcile e nel secondo piano due stanze per comodo del lavoratore“.
Dalle “vacchette” (registri) rinvenute nell’archivio della Parrocchia risultano esservi le seguenti Compagnie: SS.mo Sacramento, S. Sebastiano, S. Antonio da Padova, SS.ma Maria delle Grazie e Anime Sante del Purgatorio.
Il 30 Giugno 1793 avviene la traslazione del SS. Crocifisso da una chiesetta diroccata, posta nelle vicinanze di Antrìa: la “Madonna Scarca“.
La Chiesa era del Convento dei Servi di Maria di Perugia e questi cedettero i diritti spettanti sulla proprietà del venerabile Simulacro.
La popolazione di Villa ha custodito sempre gelosamente il suo Crocifisso, che è stato sempre considerato come un tesoro della Parrocchia.
Nel 1827 il Parroco don Girolamo Cherubini acquistò l’organo, in buono stato, dal Convento delle Suore di S. Agnese di Perugia per scudi quaranta, pagabili in quattro rate, come risulta da scrittura privata rinvenuta nell’Archivio della Parrocchia di S. Valentino di Villa.
Nel 1837 la popolazione delibera la costruzione di un nuovo campanile.
Nella vecchia torre campanaria, incorporata alla facciata della Chiesa vi erano due campane.
Nel nuovo campanile furono poste le due vecchie campane e due altre fuse rispettivamente nel 1834 e nel 1840 ed inoltre fu aggiunto un orologio che funge da punto di riferimento per l’intera campagna all’intorno.
Nella prima campana è impressa l’immagine del SS. Crocifisso e della Sacra Famiglia con la scritta “S. Maria, succurre miseris MDCCXXXIIII“.
La seconda campana piccola reca la scritta “Frassoni Giovanni Rovato Fonderia d’Adda Crema“.
La terza campana, con le immagini di S. Valentino, S. Sebastiano e la Madonna, reca la scritta: “Joan. B’apt. Celestini Rector populorum elemosinis Opus Phil. Justiniani Fulgini. A. DM. MDCCC XXX“.
La quarta campana con impressa l’immagine di Gesú Cristo e della Madonna col Bambino e Angelo con le scritte: “Christus vincit, Christus imperat Christus regnat Nobiscum stat Virgo Dei modo et semper memento mei Opus Phil. Justiniani Fulgini. A.D. MDCCCXXXI“.
Nel 1888 il nuovo parroco don Amerigo Gradassi, di anni 28, incominciò i lavori, nei primi di dicembre, di ingrandimento della Chiesa, che viene grande e bella, si spesero L. 2.500, ma i lavori rimasero incompiuti.
Don Amerigo Gradassi, iniziando i lavori, aveva sicuramente in animo di celebrare il I Centenario della traslazione del SS. Crocifisso, che cadeva il 30 giugno 1893, ma, dopo due anni di permanenza a Villa, fu trasferito come Priore a Preggio.
Nel 1902 fu nominato economo don Filemone Baffetti, parroco di Caligiana ed in tale periodo furono portati a termine lavori di ampliamento della Chiesa parrocchiale.
Pur non avendo rinvenuto documenti sulla natura dei lavori, si deduce che essi consistettero in un ampliamento in verticale della Chiesa, che era di 11 piedi: e si vede chiaramente dalla diversa muratura e dalle colonne riportate all’interno della navata.
Fu sicuramente in tale periodo ampliata anche l’abside, fu allungata trasformandola a croce latina.
Negli anni 40 del 900 la chiesa viene completata con la costruzione delle due sacrestie e nello stesso periodo venne eseguita la costruzione in legno della vetrina per il SS. Crocifisso.
Nel 1939 vengono eseguiti lavori di intonaco della facciata in occasione delle feste venticinquennali.
Il terremoto del 24 ottobre 1984 danneggiò in modo serio la struttura della Chiesa che è rimasta chiusa fino al Natale 1988.
 

Aspetto esterno

La chiesa rientra a pieno titolo fra le chiese leonine, oltre cinquanta edifici di culto accomunati dal fatto di essere stati realizzati o complessivamente ristrutturati negli anni compresi tra il 1846 e il 1878 per volere dell’allora vescovo di Perugia Vincenzo Gioacchino Pecci, il futuro papa Leone XIII, nel territorio della diocesi.
La facciata ha lesene binate ai fianchi con timpano e varie decorazioni in terracotta e cemento.
Il portale con lunetta contiene la statua a tutto tondo di San Valentino.
La parte del timpano è in terracotta lavorata; il campanile è sulla destra; le restanti facciate sono in pietra a vista con le tracce di originari rosoni all’estremità del transetto, variati successivamente in finestre semplici.
L’abside è affiancata da due sacrestie simmetriche di minore altezza.
Il campanile sulla destra ha un mattone datato 1857.
La chiesa possiede un amplissimo spazio all’intorno con destinazione per tempo libero e festività.
 

Interno

L’interno è a croce latina con presbiterio rialzato di due gradini.
Si sottolinea una differenza di stile tra la navata, il transetto e la zona presbiteriale.
La navata sola ha partiture architettoniche con lesene ed arcate laterali, due per parte, su piedritti, solo il cornicione prosegue nel transetto e nell’abside.
Le volte della navata sono a botte ribassate e lunettata con archi policentrici, mentre nel transetto e nell’abside sono a tutto sesto.
Nella controfacciata vi è un ballatoio senza sostegni intermedi.
All’incrocio tra transetto e navata la volta è a vela.
L’altare Maggiore è costituito da un plinto in pietra rossa con mensa in marmo, nell’abside campeggia il Crocefisso.
Gli altari terminali delle braccia del transetto sono eseguiti in terracotta con elementi assemblati di varia origine dei primi del ‘900 e sono molto consistenti ed appariscenti.
 

Abitato di Villa

Questo nucleo abitato, ubicato su una delle colline che circondano la pianura di Magione dalla parte settentrionale, è menzionato per la prima volta nel 1258, in un elenco degli insediamenti presenti in territorio perugino, come “Villa Aldrie“, villa di Antria, Villantria.
Del secolo XIII se non prima, è anche la chiesa di S. Valentino, la cui presenza è attestata a partire dagli inizi del Trecento.
A metà di questo secolo, stando a quanto riportato nel catasto della comunità di Antria, il nucleo abitato era già di una certa consistenza e, oltre ad un discreto numero di abitazioni, vi era anche un palazzo.
Tracce di esso sono forse da ricercare nel palazzotto seicentesco, di un certo pregio, che si trova a poche decine di metri di distanza dalla chiesa parrocchiale e oggi parzialmente in rovina.
 

Fonti documentative

G. P. Chiodini – T. Ercolanelli – Appendice documentaria, in Villantria e il suo territorio. Notizie e documenti storici sui paesi di: Villa, Soccorso, Antria, Collesanto, Coceto, Borgo Giglione e i centri minori – a cura di G. P. Chiodini (con contributi di Rita Centamori e Tiziana Ercolanelli), Perugia 1989, pp. 95- 122;
A. Grohmann, Città e territorio tra medioevo ed età moderna (Perugia, secc. XIII-XVI), II, Perugia 1981.
G. P. Chiodini – Villantrìa e suo territorio – 1989

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=3397

 

Da vedere nella zona

Castello di Antria
 

Mappa

Link alle coordinate

Lascia una risposta

L'indirizzo email non verrà pubblicato. I campi obbligatori sono contrassegnati *

È possibile utilizzare questi tag ed attributi XHTML: <a href="" title=""> <abbr title=""> <acronym title=""> <b> <blockquote cite=""> <cite> <code> <del datetime=""> <em> <i> <q cite=""> <strike> <strong>