Chiesa di San Sisto – Ripaioli di Todi (PG)

La chiesa era l’antica parrocchiale di Ripaioli. La nebbia oramai mi accompagna in tutte le mie uscite.

 

Cenni storici

La chiesa parrocchiale si trova fuori le mura del Castello di Ripaioli, a poco più di cento metri sul versante est.
Le notizie che si possono trovare dell’edificio sono riconducibili alle visite Pastorali, solo che soltanto dalla seconda metà del 1500 si può accedere ai documenti conservati nell’Archivio Diocesano di Todi a cui il territorio ripaiolese appartenne ed appartiene tuttora.
E’ stato possibile ricostruire le vicende di ogni parrocchia dai verbali redatti ogni volta dal Notaio al seguito del Prelato in visita pastorale.
La prima visita pastorale a cui si può risalire porta la data del 30 aprile 1567 e fu effettuata dal Vescovo Angelo Cesi di Todi e partì proprio da San Sisto che al tempo era la chiesa madre del Castello di Ripaioli essendone la parrocchiale, infatti la chiesa dentro il castello dedicata a Santa Maria fu costruita nel 1729 e la sostituì.
La visita successiva fu effettuata il 27 settembre del 1574 dal Vescovo di Ascoli, Pietro Camaiani inviato appositamente dal Vaticano. La visita iniziata dalla chiesa madre, cioè S. Sisto fuori le mura, si svolse in forma molto dettagliata. Il Vescovo ordinò al parroco don Giacomo Quintili di Todi di portare le seguenti migliorie: “togliere la cornice sull’altare maggiore, ridipingere l’immagine sacra posta sulla parete (affresco?), fare la predella per l’altare, rifare il pavimento di laterizio, installare una copertura di pietra sulla tomba (sul pavimento) per i defunti ivi tumulati“.
Inoltre ripulire il Fonte Battesimale essendo sporco in “situazione intollerabile” (tale l’espressione usata).
È da sottolineare che la parrocchia di S. Sisto era l’unica del circondario in cui poteva essere esercitato il Sacramento del Battesimo.
Le parrocchie della zona con il Fonte Battesimale inserite nel plebato di San Terenziano erano dislocate, oltre a S. Sisto di Ripaioli, a Santa Vittorina di Assignano e a San Giacomo di Piedicolle, le quali insieme al Priorato di San Pietro di Roiano di Pantalla, appartenevano alla Mensa Vescovile di Amelia.
Il parroco aveva l’abitazione nel castello di Ripaioli e d’inverno celebrava Messa in un piccolo oratorio ivi esistente.
Nelle annotazioni che si trovano nelle Visite Pastorali è da evidenziare le esortazioni e gli ordini dei prelati che potevano sopperire alla vita indigente delle popolazioni di campagna, e degli stessi sacerdoti parroci.
Difatti lo stesso Vescovo Pietro Camaiani nella relazione a chiusura delle Visite Apostoliche su mandato del Vaticano del 1574 riporta le seguenti espressioni:
“…chiese impoverite e cadenti, non officiate… parroci non residenti, rozzi e imperitissimi, molti dei quali male sapevano leggere e scrivere e che ignoravano perfino i primi rudimenti della fede “.
Nel 1617 il parroco don Celebrino Celebrini eseguì un inventario dei beni della Parrocchia di San Sisto di Ripaioli, depositato presso la Curia Vescovile di Todi.
Da tale inventario risulta che le terre di appartenenza ammontavano a quartengate 133,734 più pertiche 734 (la pertica misura 10 piedi, cioé cm 304,8). Una estensione pressoché pari a quella del 1944.
Nel 1754 l’allora vescovo di Amelia Giacomo Filippo Consoli vendette i beni della chiesa ad un facoltoso uomo di nome Felice Valentini proveniente dalla Toscana il quale si insediò nella zona insieme ai fratelli.
Di essi si sono perse le tracce.
Dal 1985, con la fondazione dell’ Istituto Centrale per il Sostentamento del Clero, tutti i benefici dei possedimenti delle parrocchie sono stati riuniti nell’Istituto Diocesano relativo alla propria giurisdizione, sempre per il sostenta-mento del clero.
La maggior parte di essi sono stati alienati.
 

San Sisto

San Sisto fu Papa con il nome di Sisto II nel III secolo.
Fu martirizzato con la decapitazione assieme a quattro suoi diaconi mentre officiavano, alla presenza di un folto gruppo di cristiani, nelle catacombe in seguito denominate di San Callisto.
Tale eccidio fu eseguito in applicazione dell’editto contro i cristiani emanato dall’imperatore Valeriano, il quale prevedeva tra l’altro che i vescovi, i preti e i diaconi venissero giustiziati senza bisogno di processo, bastava fossero riconosciuti membri della gerarchia ecclesiale.
 

Aspetto

La chiesa priva del campanile è a navata unica con tetto a capanna ed è conservata e agibile, in parte restaurata recentemente.
 

Interno

L’interno si presenta in mediocre stato di conservazione, e necessiterebbe di un urgente intervento di restauro soprattutto nelle pareti, dove sono presenti delle vistose crepe verticali.
Gli affreschi sono quasi del tutto scomparsi a causa del crollo del tetto avvenuto molti anni fa; lo stesso affresco dell’altare che rappresenta il Santo Titolare è quasi completamente scomparso.
Il pavimento,“rifatto” anni or sono è una soletta di cemento senza piastrelle che è stato fatto per senso di responsabilità dal proprietario dell’isolato attiguo, per evitare che le ossa contenute nelle botole oramai disperse fossero ulteriormente sparpagliate dagli animali che vi razzolavano dentro.
Il tetto è stato sistemato successivamente, ma di restauro vero e proprio da parte della Curia non se ne parla.
 

Festa del Santo

Il calendario ecclesiastico lo festeggia il 5 agosto (alcuni parlano del giorno 6) portato per comodità alla domenica successiva per la celebrazione della Messa.
Fino al recente passato il giorno della ricorrenza del Santo era festa grande.
Molta gente accorreva anche da altre località per le sacre funzioni e varie bancarelle di cibarie, leccornie e giocattoli veni-vano allestite con evidente gioia dei bambini e degli adulti.
La giornata terminava con l’immancabile gara del “ruzzolone” lungo la carreggiata, in una sfida tra uomini dalla quale emergeva forza fisica e abilità nel gioco.
 

Fonti documentative

L. Fabbri Faloci – Il Castello di Ripajoli antiche pietre e ricordi – 2003
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso le autorizzazioni alla pubblicazione.
 

Da vedere nella zona

Castello di Ripaioli
Chiesa di San Lorenzo
 

Mappa

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