Chiesa di San Sebastiano – Treggio di Foligno (PG)

La chiesa è inagibile in conseguenza dei danni subiti in seguito al terremoto dell’ottobre 2016.

 

Cenni storici

La chiesa di San Sebastiano, situata sul colle omonimo a circa 4 chilometri dalla città di Foligno, viene ricordata per la prima volta nella documentazione d’archivio all’interno della Sentenza del cardinale Raniero Capocci del 14 maggio 1239: parlando delle chiese soggette alla pievania di San Giovanni Profiamma, viene nominata anche la cappella di San Sebastiano, che possedeva un patrimonio di “186 libre e 10 soldi“.
Probabilmente fino al XVI secolo doveva trattarsi di una semplice cappellania, mentre successivamente divenne parrocchia, suddivisa in tre frazioni: San Sebastiano, Treggio, La Valle.
L’edificio ha conosciuto nel corso dei secoli numerosi rifacimenti e restauri, che hanno comportato una serie di radicali modifiche nell’apparato decorativo e nella collocazione delle opere d’arte: già nella Visita Apostolica di monsignor Pietro Camaiani, che esaminò l’edificio sacro il 22 maggio 1573, viene riportato che “tectum et pavimentum male se habent“.
Un restauro con ampliamento della chiesa è ricordato nella Visita Pastorale eseguita da monsignor Antonio Montecatini il 25 ottobre 1666, mentre un altro intervento viene segnalato da Monsignor Giovan Battista Pallotta nella Visita Pastorale del 26 ottobre 1684, dove si specifica che “de presenti dicta ecclesia renovatur in meliorem formam“.
 

Aspetto esterno

La semplice facciata della chiesa è caratterizzata da un tetto a due spioventi, due piccole finestre e un portale di ingresso ad arco leggermente ribassato.
 

Interno

L’interno, ad unica navata senza transetto, è dotato di tre altari, uno centrale e due laterali.
Dall’analisi dei documenti d’archivio si ricava che in passato l’altare maggiore era ornato da una tela raffigurante la Madonna del Rosario, eseguita intorno al 1641, oggi purtroppo dispersa, mentre un’altra tela con Sant’Antonio da Padova, oggi conservata in sacrestia, fu realizzata verso il 1684.
L’altare maggiore è oggi ornato da una tela settecentesca di grandi dimensioni raffigurante il Santo titolare.
Si tratta di una fedele derivazione settecentesca da Guido Reni: il modello è costituito dal dipinto del pittore bolognese raffigurante Ercole al rogo, opera che fa parte di una serie di quattro tele raffiguranti le Fatiche di Ercole, dipinte fra il 1617 e il 1621 per il duca Ferdinando Gonzaga e conservate nel Museo del Louvre; la prima tela ed essere realizzata, nel 1617, fu proprio quella raffigurante Ercole al rogo.
È ipotizzabile che la tela con il San Sebastiano sia stata eseguita intorno al 1730 da Feliciano Servoli, pittore e religioso folignate che, come si legge nella quinta Visita di Iosaphat Battistelli svoltasi il 16 maggio 1730, venne incaricato di dipingere l’immagine di San Sebastiano nella lunetta ricavata al di sopra della porta d’ingresso (“imago S. Titularis in vacuitate supra ianuam actu dipingitur per Clericum Felicianum Servoli“).
Questo artista è noto anche per aver dipinto nel 1733 – quindi tre anni dopo aver lavorato a Treggio – parte delle 93 armi gentilizie presenti nella sala degli stemmi del palazzo comunale di Spello.
Ai lati dell’altare maggiore della chiesa di San Sebastiano sono esposte due piccole tele centinate raffiguranti Santa Margherita da Cortona e la Beata Angela da Foligno, ricordate a partire dalla relazione del parroco Crispigni del 1868.
Al di là del valore artistico delle opere, per la verità non molto alto, merita di essere sottolineata l’importanza della specifica scelta iconografica di interesse locale: il dipinto raffigurante Angela da Foligno va ad arricchire il non nutrito gruppo di opere raffiguranti la mistica folignate.
Angela non presenta attributi iconografici tali da permettere di identificare con certezza una sua raffigurazione, in quanto è solitamente ritratta semplicemente come una terziaria francescana; lo schema compositivo, che vede Angela – ritratta con un velo bianco sul capo e vestita del saio marrone – nel momento in cui viene sollevata da due angeli su una nube, rimanda ad un’altra probabile raffigurazione della santa folignate eseguita nel XVIII secolo e conservata a Sansepolcro, nell’ex chiesa di Santa Maria Maddalena.
La tela della chiesa di San Sebastiano è databile al XVIII secolo e a riguardo non va dimenticato che risale al 1718 l’unico ciclo pittorico della vita della santa giunto fino noi, realizzato dal frate osservante Ippolito Lemmi detto da Coceto nel corridoio di ingresso del convento di San Bartolomeo di Marano.
Queste opere rappresentano una prova evidente di un rinnovato interesse sviluppatosi nel corso del Settecento nei confronti di questa importante figura religiosa.
Nelle nicchie degli altari laterali della chiesa sono esposte due statue, raffiguranti San Sebastiano e Sant’Antonio da Padova.
Una terza nicchia sulla parete destra custodisce un’altra statua della Madonna.
A livello stilistico queste sculture possono essere fatte risalire al XVIII secolo.
In particolare, l’opera di maggiore qualità esecutiva, e cioè la statua di San Sebastiano, è attribuibile alla bottega della famiglia Grampini.
Gioacchino Grampini, esponente della più importante famiglia di scultori-stuccatori attiva nel territorio folignate nel XVIII secolo, era figlio di Tommaso di Alessandro Grampini, falegname e intagliatore di Torino che si trasferì a Foligno prima del 1670.
 

Fonti documentative

Istituto Comprensivo “N. Alunno” di Belfiore, Scuola Secondaria di Primo Grado. Classi IIA-IIB Anno Scolastico 2011-2012, La Chiesa di San Sebastiano di Treggio, a cura di Cristina Casciola, Emanuela Cecconelli, Foligno 2012
 

Nota di ringraziamento

Ringrazio sentitamente e di vero cuore la Professoressa Emanuela Cecconelli per aver contribuito ad arricchire il repertorio di beni culturali di Foligno realizzando il testo e per aver messo a disposizione la galleria fotografica degli interni altrimenti irrealizzabili per l’inagibilità della chiesa.
Faccio i complimenti per la sua passione, la ringrazio del suo contributo e per avermi dedicato il suo prezioso tempo.
 

Da vedere nella zona

Castello di Treggio
 

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