Chiesa di San Sebastiano – Torre Lorenzetta di Massa Martana (PG)

La chiesa è stata completamente restaurata dalla Soprintendenza dei Beni Culturali dell’Umbria nel 2011 dopo il sisma del 1997 che l’aveva danneggiata.

 

Cenni storici

Articolo di don Francesco Valentini

Nulla sappiamo sull’origine di questa chiesa se non ciò che si desume dalla sua collocazione, dalle sue forme e dalle sue murature.
Intitolata al santo martire Sebastiano, il cui culto diffusissimo era legato al suo patronato contro la peste e le malattie infettive, come molte altre chiese a lui dedicate è posta nei pressi dell’abitato, lungo la strada che conduce a questo, nel nostro caso a Torre Lorenzetta, quasi a sancire un limite invalicabile per il diffondersi della malattia, ma forse anche a permettere ai malati di avvicinarsi alla chiesa del loro protettore senza mettere a rischio la salute degli abitanti del castello.
La chiesa, quasi perfettamente orientata sull’asse Ovest-Est, come le antiche chiese del primo millennio, sorge su una collinetta piuttosto anomala, situata com’è in una zona pianeggiante ai piedi dei monti Martani e di dubbia formazione naturale.
La collinetta, infatti, sembra realizzata artificialmente e ciò troverebbe riscontro nella tradizione che vuole che in questo luogo sorgesse un piccolo edificio sacro di epoca romana. Certo è che intorno alla chiesa si intravedono altre strutture murarie appena emergenti dal terreno, che fanno pensare ad edifici interrati sottostanti.
Le forme della chiesa, la sua piccola abside, che doveva essere originaria-mente coperta da filari di pietra sovrapposti in semicerchi concentrici che si andavano chiudendo verso la sommità, il tipo di muratura, portano a collocare al sec. XII-XIII con il reimpiego di materiale.
La data più antica rintracciabile riferita alla chiesa, tuttavia, è quella dell’anno 1449, data fino a pochi anni fa chiaramente leggibile alla base dell’affresco di san Sebastiano posto sulla parete Sud, oggi andata perduta. Altri affreschi presenti nella chiesa sono grosso modo coevi a questo o comunque di poco più tardi, mentre altri sono riferibili alla seconda metà del sec. XVI.
Dopo il Concilio di Trento (1545-1563) la Diocesi fu a più riprese visitata in ogni sua chiesa dal Visitatore apostolico, il Vescovo Camaiani, e dobbiamo a queste visite, oltre che a quelle poi proseguite nei secoli dai vescovi diocesani, le uniche notizie documentali sulla nostra chiesa che in origine dipendeva dall’abbazia di Villa san Faustino.
Il Camaiani visitò la chiesa a più riprese, nel 1566, 1574, 1576 e nel 1579 trovandola più volte in uno stato di assoluto degrado.
Nel 1601 è il vescovo Angelo Cesi a visitare la chiesa, ordinando alla comunità di Torre di Lorenzetto di accomodare le mura della chiesa.
Nel 1607, il Cardinale Marcello Lante, appena nominato Vescovo di Todi, visita la chiesa, lodando la diligenza del reverendo abate di Villa san Faustino che la officia, ma anche intimandogli di riparare la porta che sta andando in rovina.
Altre visite seguono negli anni 1639, 1673, 1714, 1723, 1747 e ogni volta vengono date direttive per la manutenzione ordinaria della chiesa, per la giusta officiatura liturgica, a volte per la manutenzione straordinaria della struttura.
Nel 1806 la chiesa di san Sebastiano passa dalle dipendenze di Villa san Faustino a quelle di Colpetrazzo e così giunge fino a noi.
 

Le decorazioni pittoriche nella chiesa di San Sebastiano

Articolo della Dott.ssa Margherita Romano – Soprintendenza B.S.A.E dell’Umbria

Le pareti della piccola sala erano animate da singole rappresentazioni votive.
Un palinsesto figurativo, è ricomparso sulla parete nord, in prossimità e poco sopra il livello del gradino presbiteriale, cronologicamente riferibile al XV secolo: un santo monaco (?) frammentario, fatto eseguire per volontà di tal (Duc)cio da la Torre (Lorenzetta) come ricorda la mutila iscrizione, un san Rocco acefalo, individuabile per la ferita alla coscia sinistra, raffigurato su uno sfondo geometrico rosso e bianco dato da bande intrecciate inclinate con iscritti rettangoli e dischi negli spazi di risulta; un san Sebastiano dipinto sullo sfondo di una decorazione a volute vegetali, nella quale si distingue un grazioso animaletto a sinistra, realizzato su una precedente raffigurazione indicata da elementi appartenenti a cornici geometriche e un frammento blu, forse pertinente a un manto di Madonna e in ultimo, ancora un san Sebastiano, discretamente conservato, trafitto da ben diciassette frecce, inquadrato superiormente all’interno di un’arcata triloba sostenuta da peducci, e inferiormente, sullo sfondo di un tappeto fiammato, circondato da due arcieri nell’esecuzione del martirio, eseguito il 26 maggio del 1473.
Sulla parete sud, compresa tra la finestra e l’antica porta di servizio è visibile una articolata raffigurazione ripartita in tre fasce verticali: quella centrale occupata interamente dalla raffigurazione di san Sebastiano, le due laterali divise a metà contengono personaggi appartenenti a scene di lettura orizzontale, l’arcangelo Gabriele e la Vergine annunciata, in alto, sant’Antonio di Padova e la Madonna col Bambino in basso.
Un polittico, quindi, dove a prima vista viene esaltato il santo titolare della chiesa, ma una lettura più approfondita consente di cogliervi le rappresentazioni principali delle storie cristologiche: l’annuncio a Maria / annuncio del Messia, Maria madre e regina in trono / Cristo fatto uomo, la Crocefissione, che compare nella particola mostrata da sant’Antonio di Padova, simbolo del martirio di Gesù e la redenzione umana possibile attraverso il sacramento della comunione.
Una raffigurazione gemella del santo eponimo compare sulla parete di fondo della chiesa, a sinistra, con la sola variante dell’inserzione di rosoncini traforati nei lobi laterali dell’arcata d’inquadratura.
Si ritiene, tuttavia, che la decorazione attuale, consistente nella raffigurazione di Cristo crocifisso tra i santi Sebastiano e Francesco d’Assisi e sullo sfondo Gerusalemme, sia stata eseguita successivamente alle disposizioni impartite dal vescovo di Todi Angelo Cesi nella visita del 1601.
Nella Crocefissione, perduta completamente la testa del Cristo, adorna di un’aureola crucifera, assistiamo all’adesione di Sebastiano al martirio di Gesù poiché, spogliato dei componenti l’armatura e il corpo nudo coperto da un rozzo panno, inginocchiato come davanti ad un altare offre il suo martirio, già colpito al collo, e un mazzo di quattro frecce, stringendole nella destra come se fossero candele, alle sue spalle un grande e frondoso albero. Simmetricamente Francesco d’Assisi, in adorazione della piccola croce che ha nella sinistra, ha ricevuto le stimmate e le gocce di sangue sembra abbiano fatto fiorire i vedi cespugli e l’arbusto sottile e flessibile che gli è alle spalle.
Lullo e Valentino del fu Francesco fecero fare per loro devozione nella fede di una Gerusalemme liberata e sotto la protezione della colomba dello Spirito Santo e di Dio padre benedicente e regnante sul globo terrestre.
Un pittore collaboratore di un maestro prestigioso e forse al seguito in cantieri importanti, che rimane tuttavia modesto anche dove vorrebbe essere aulico, come nella terminazione dell’elsa della spada che da testa di rapace diventa gallo, e corsivo nelle citazioni dei mascheroni al centro della corazza e sull’ala del cimiero, come un veloce ceramografo.
Da ultimo un quadretto con raffigurato sant’Antonio abate, in abiti vescovili e dotato di pastorale con campanello, libro, fiamma rosseggiante e porcellino nero, riconducibile probabilmente al pittore Pietro Paolo Sensini di Todi.
 

Fonti documentative

Opuscolo edito dalla Parrocchia dei Santi Giuseppe e Bernardino di Colpetrazzo dopo il restauro del 24 agosto 2011
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso le autorizzazioni alla pubblicazione.
 

Da vedere nella zona

Castello di Torre Lorenzetta
Castello di Colpetrazzo
Chiesa di San Bernardino – Colpetrazzo
Castello di Mezzanelli
Villa San Faustino
Catacombe di San Faustino
Ponte Fonnaia
 

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