Chiesa di San Salvatore – Vasanello (VT)
Cenni Storici
Come tutte le chiese esistenti nell’antico perimetro di Vasanello ha la facciata rivolta ad oriente.
È costruita in tufo, misura circa metri 17 x 10 ed è alta 14.
Fu eretta tra la fine del X e l’inizio dell’XI secolo, l’impianto è romanico; la facciata, in precedenza era protetta da un portico su colonne, abbattuto quando, nel secolo XIII, fu elevato il campanile; infatti, durante il restauro del 1909 furono trovati murati nelle pareti interne del campanile alcuni capitelli delle colonne del portico, molto simili a quelli di Santa Maria.
Aspetto esterno
Si presenta completamente a faccia vista ed è percorsa dal basso all’alto da due sottili semicolonne addossate alla parete; nel sottotetto si notano una serie di archi in tufo in rilievo.
Le pareti laterali esterne hanno la medesima decorazione e sono sempre a faccia vista.
Sulla parete longitudinale sinistra si trova l’ingresso secondario sottolineato da cornici in peperino e lunotto a tutto sesto.
La copertura è a doppia falda con struttura portante in legno.
Il Campanile è una torre quadrata alta circa 28 metri, divise in sei piani separati da cornici di laterizi.
Sulle quattro facce del primo piano si aprono le bifore, mentre sopra agli altri si sovrappongono le trifore archeggiate a tutto sesto e divise da sottili colonne in peperino.
Nella facciata destra della porta si notano tre busti scolpiti in altorilievo; si tratta certamente di materiale di spoglio d’epoca romana usato quale motivo decorativo.
Questa torre sembra appartenere alla scuola dei Cosmati e ricorda i campanili di Santa Maria in Cosmedi, di Santa Cecilia a Roma quelli di Bolsena, di Sutri, di Tarquinia.
Lando Leoncini narra che per la costruzione siano state usate pietre della Via Amerina o Veia che attraversava il territorio di Vasanello.
Suffragano questa tesi le tracce che i carri hanno lasciato sulle pietre e che sono ancora oggi visibili.
Si dice che sotto il campanile, che più volte è citato come mausoleo, sia seppellito Elvio, l’ultimo re degli etruschi sconfitto dai romani presso il lago Vadimone, a pochi chilometri da Vasanello.
Interno
Internamente la Chiesa ha tre navate divise da due file di quattro colonne cilindriche in peperino sormontate da capitelli ionici che sorreggono le arcate.
Il presbiterio ha tre celle semicircolari e si eleva di alcuni gradini dal piano della chiesa.
Sulla controfacciata di sinistra si trova l’edicola della Madonna della febbre, il cui affresco, dipinto dal vasanellese Filippo Scarelli nel 1878, si inserisce in un tabernacolo al centro di un grande pannello di metri 4 x 3 diviso in sette quadri affrescati del XVI secolo (la cornice, in rilievo, è datata 1573).
Ai fianchi del tabernacolo sono affrescati due santi, sopra la Madonna del perdono e, ai fianchi, quattro scene con storie della vita di Maria.
Le condizioni dell’affresco, notevolmente ritoccato, non ne permettono una buona lettura si tratta comunque di un pittore inserito nella cultura del tardo manierismo romano-viterbese vicino alla personalità artistica di Tarquinio Ligustri.
Sempre in controfacciata è un affresco raffigurante un Santo Vescovo con committente, posizionato genuflesso in basso a sinistra e, come d’uso, di piccole dimensioni.
L’opera è di ambito Umbro – Lazoiale e risale alla prima metà del XV secolo.
Sulla parete di sinistra al registro inferiore sono affrescate entro arcate i Santi Francesco, Chiara e Bernardino da Siena, opera attribuibile a Piermatteo d’Amelia.
Al registro superiore la Madonna con in braccio il Cristo morto, contornati da San Giovanni Evangelista, San Giuseppe d’Arimatea, Maria Maddalena e una Santa (Pia donna), opera dello stesso autore.
A seguire si trova un’epigrafe con la scritta:
Nel nome del Padre e del Figlio
e dello Spirito Santo.
Nel nome del Signor nostro Gesù Cristo. Amen.
Nell’anno 1038, indizione sesta
al tempo di S.S. Papa Benedetto
Sommo Pontefice,
regnando Corrado piissimo imperatore
dei Romani,
ci fu in questo castello di Vasanello
un venerabile uomo l’Arciprete Domenico.
Cadde malato il ventinove marzo,
il dodici aprile la sua anima si disciolse dal corpo.
Il suo corpo fu deposto in un sarcofago nuovo
davanti alla chiesa del Salvatore Signor Nostro Gesù Cristo
e della beata intemerata Vergine Maria, sua madre,
e del beato Michele Arcangelo,
che presenti la sua anima al cospetto del Signore,
e del beato Giovanni Battista, precursore del Signore,
che lo soccorra davanti al tribunale dell’eterno giudice,
e del beato Pietro suo apostolo, clavigero,
che apra la porta del regno celeste.
Supplico voi che entrate in questa sacrosanta chiesa
di chiedere per lui il perdono,
affinché il Signore non permetta
che egli vada nelle tenebre esteriori
e non lo tocchi la mano estranea
e non sia immerso nell’abbisso,
ma dagli Angeli sia portato in cielo
e sia posto nel seno di Abramo;
e non sia associato con i peccatori,
ma sia unito a coloro
che dopo la dissoluzione della carne
possiedono le requie dei beati
ed aspettano con grande gaudio
ed ancor più godranno nei cori,
quando, rivestiti della loro carne,
verranno ed appariranno
davanti alla faccia di Dio.
Costituisce la testimonianza più antica della comunità religiosa di Vasanello.
Proviene da un sarcofago dove fu sepolto Domenico Arciprete morto il 12 aprile del 1038.
Si trova poi un’acquasantiera a conchiglia della prima metà del secolo XVI.
Sulla prima colonna di sinistra è affrescato un San Francesco, sempre opera di Piermatteo d’Amelia.
Il cippo su cui poggia l’altare è venuto alla luce durante il restauro del 1941.
È decorato solo su due lati: sul fronte con una croce latina, da cui nascono rami e foglie e un agnello alla base; sul fianco sinistro due animali in corsa tra elementi vegetali.
Si può datare tra la seconda metà del VII secolo e gli inizi dell’VIII.
Al centro dell’abside maggiore si trova un pregevole tabernacolo a pianta trapezoidale in marmo bianco.
L’abside destra ospita una bella Madonna della Rondine col Bambino tra San Giovenale e San Michele Arcangelo.
L’affresco seconda metà del secolo XV è stato attribuito al Maestro del Trittico di Chia.
Sempre Maestro del Trittico di Chia è attribuibile una serie di affreschi, raffiguranti quattro santi, sulla parete di destra.
Gli affreschi sono molto deteriorati, i primi due santi sono quasi completamente persi, il terzo potrebbe essere Sant’Antonio abate, la quarta è Santa Barbara, riconoscibile dalla torre.
Segue una evanescente Crocifissione, di ambito viterbese degli inizi del XVI secolo, con la Madonna e San Giovanni ai piedi del Cristo.
Sulla controfacciata destra si trova un’altra malridotta Crocifissione, probabilmente ancora trecentesca, con la Madonna e San Giovanni ai piedi del Cristo.
Di fianco è raffigurato San Michele Arcangelo in piedi e con la spada in mano, nonostante il cattivo stato di conservazione, si riscontrano caratteri affini ai pittori di orientamento umbro come Antonio del Massaro detto il Pastura.
Sempre in controfacciata destra si trovano affrescate due immagini di San Sebastiano, i caratteri stilistici rimandano all’autore del ciclo di San Rocco di Castiglione in Teverina, denominato Anonimo del 1485 e, probabilmente, identificabile con Piermatteo d’Amelia.
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Fonti documentative
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=21432&Chiesa_del_Santissimo_Salvatore
https://catalogo.beniculturali.it/search/City/vasanello
http://www.vasanellovt.it/Page_007.html