Chiesa di San Salvatore – Terni (TR)
Cenni Storici
La Chiesa di San Salvatore, la più vecchia di Terni, è ubicata nell’omonimo largo San Salvatore, nei pressi di piazzale Europa, antistante al palazzo comunale di Terni.
Le prime notizie storiche documentate risalgono, forse, al 1047, Gregorio di Catino cita fra i possessi dell’Abbazia di Farfa in Terni una “cella Sancti Salvatoris in civitate” che potrebbe alludere alla Chiesa di San Salvatore. Dalle Rationes decimarum degli anni 1275-1280 si hanno dati su San Salvatore quale chiesa con cura d’anime.
Successivamente, nella visita di monsignor Pietro Camaiani del 1573, San Salvatore risulta avere 75 fuochi e la sua sacrestia essere povera e sprovvista dei paramenti necessari.
È anche citata negli stati d’anime degli anni 1600-1656 e dall’Angeloni nel 1646.
Nel 1661 il vescovo Gentili vi conta 62 fuochi e 265 anime.
Viene citata nel quadro delle parrocchie della città di Terni redatto il 12 settembre del 1862 e il suo parroco nel registro dei verbali delle adunanze del collegio dei parroci del 1905.
Dal 1867 ospitò per pochi anni, fino alla scomparsa, la Venerabile confraternita della Santissima Concezione.
Aspetto esterno
Architettonicamente la caratteristica peculiare dell’edificio religioso è il suo comporsi di più parti, fatto questo che ha dato luogo a diverse ipotesi interpretative e cronologiche.
In prima approssimazione si può dire che l’edificio religioso è composto da un blocco cilindrico con copertura a cupola al quale si addossano un corpo longitudinale a singola navata e un abside quadrangolare.
Poiché le tre parti presentano delle caratteristiche architettoniche eterogene ne è nata una controversia sulla loro datazione e sulla loro più o meno coeva realizzazione.
La parte centrale, è composta dall’odierno presbiterio con abside rettangolare coperta da volta a botte.
La un pianta circolare, chiusa all’interno da una cupola che si apre al centro con un oculo, elemento questo che ha indotto a considerare “classico” l’ambiente accostandolo al Pantheon romano.
Ciò che caratterizza questa parte dell’edificio è la sua semplicità strutturale, pareti lisce all’interno come all’esterno, realizzate con buona tecnica di lavorazione della pietra, a conci ben squadrati e allineati. Elemento distintivo una fascia leggermente aggettante, alta poco più della metà dell’intero elemento, sulla quale si aprono otto finestre monofore centinate, quattro per parte, ad arco tondo, alternate a lesene.
L’abside, in linea, ma non perfettamente in asse, con la navata, presenta una terminazione piatta e una copertura con volta a botte ribassata, che richiama per affinità le coperture dell’avancoro delle chiese di S. Alò a Terni e di S. Benedetto di Stroncone.
Esternamente è spartita da semplici lesene che si raccordano nel timpano: la sua semplicità costruttiva ha fatto ritenere fosse coeva con la rotonda.
Di tutt’altro tenore è l’avancorpo a sezione longitudinale, che presenta numerosi elementi architettonici che la fanno datare, con certezza, al tardo XII secolo, primi del XIII.
Tutti gli elementi ricordati, come detto, fanno ascrivere la navata agli anni a cavallo fra il XII ed il XIII secolo.
Le differenze architettoniche appena descritte, della navata da una parte e del corpo rotondo dall’altra, hanno fatto ritenere quest’ultimo estraneo rispetto alla prima.
In particolare si è pensato ad una datazione più remota della zona presbiteriale a pianta circolare.
Tuttavia una prima analisi della muratura esterna mostra una rispondenza nell’assetto dei conci, sia tra l’abside e la cortina del giro di finestre, sia tra questa e la navata.
Cosa questa che porterebbe ad ipotizzare un’unica fase di realizzazione per l’abside e per la navata, raccordate alla rotonda per mezzo della fasciatura intorno alle finestre.
A quest’ipotesi si contrappongono però altri elementi, come ad esempio la già ricordata imperfetta assialità fra navata ed abside.
Gli scavi condotti nella chiesa e nelle immediate adiacenze tra il 1909 e il 1968 hanno messo in evidenza che l’edificio insisteva su di un’area precedentemente occupata da costruzioni di tipo civile e da una “domus” databili intorno al sec I.
La “domus“, solo in parte esplorata, si evidenzia intorno ad un piccolo cortile porticato, al cui centro era scavata una vasca.
Gli scavi invece effettuati ad oriente, dietro l’abside della chiesa, hanno messo in luce i resti di una grande piscina ed ambienti di carattere termale.
Si evidenzia inoltre che la chiesa utilizza la stessa pianta centrale e si iscrive attorno ad un ambiente antico conservandone l’orientamento ed utilizzando, pur a livello differente, lo stesso ingresso.
La facciata, ampiamente rimaneggiata e decorata da una monofora ad archi rincassati, presenta un portale a doppia ghiera ed il timpano coronato da un archeggiatura pensile che corre anche sulle pareti laterali.
Queste ultime sono ulteriormente contraddistinte da forti lesene e monofore a doppio strombo.
Interno
Internamente si presenta con una navata a due campate, divise da un arco trasversale in pietra, in fondo si apre un arcone, rifatto nel 1910, da cui si accede alla zona presbiteriale.
La navata è coperta da volte a crociera e conserva tra le opere di maggior rilievo un affresco staccato rappresentante San Giovanni Battista e San Leonardo della prima metà del XV secolo.
Nel corso del XIV secolo fu aggiunta sul fianco sinistro della navata la cappella Manassei, decorata da un ciclo di affreschi, recentemente restaurati, che rappresenta uno degli esempi più importanti di pittura del Trecento in Umbria.
In particolare alle pareti sono raffigurati Cristo crocifisso tra i dolenti, San Giovanni Battista, la Maddalena, Santa Caterina da Siena e la Madonna in trono con Angeli; nella volta a crociera sono tondi con i simboli degli Evangelisti; nel sottarco di ingresso quattro Sante e Cristo benedicente.
Da segnalare nella zona presbiteriale affreschi databili tra il Duecento ed il Cinquecento, tra cui spiccano un San Paolo, di pittore umbro dei primi del XIII secolo, decorazioni a grottesche, una testa di Santa, San Leonardo.
Nella parete absidale è affrescata una grande Crocifissione di scuola peruginesca e un affresco frammentario con due Santi.
Nel XVII secolo, a fianco della cappella Manassei, fu aggiunta la cappella Filerna, oggi sacrestia, decorata con affreschi di Andrea Polinori e di Ludovico Carosi di cui restano il Martirio di un Santo e una scena dall’Apocalisse.
Fonti documentative
http://www.umbria.ws/
https://it.wikipedia.org/
http://www.comune.terni.it/
http://siusa.archivi.beniculturali.it/
Lamberto Gentili, Luciano Giacché, Bernardino Ragni e Bruno Toscano, L’Umbria, Manuali per il Territorio. Terni, Roma, Edindustria, 1980.
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini
Autorizzazioni
Si ringrazia la Diocesi di Terni – Narni – Amelia per la collaborazione e per l’autorizzazione alla pubblicazione delle immagini.