Chiesa di San Rocco o Santa Croce – Miralduolo di Torgiano (PG)

Tutto il complesso è stato recuperato strutturalmente per destinarlo ad uso abitativo ed è stato messo in vendita.

 

Cenni storici

Prima di parlare della chiesa di San Rocco è indispensabile parlare della chiesa di Santa Croce con la quale si è sempre confusa tant’è che con il tempo ne hanno assunto il nome comune.
In origine esisteva la chiesa di Santa Croce, di antichissima memoria, che asserviva le ville di San Gianni e di Santa Croce, che negli antichi censimenti compaiono spesso accorpate, si trovavano rispettivamente in pianura, nelle immediate vicinanze dell’antico attraversamento del Tevere, e a mezza costa sulla sponda sinistra, lungo la strada che risalendo la collina prospiciente il ponte di San Gianni, conduceva anticamente a Castel Grifone ovvero l’attuale Brufa.
Essa dipendeva dall’omonimo monastero di Sassovivo e costituiva, probabilmente già nel Duecento, chiesa parrocchiale.
Per la sua particolare collocazione strategica, affacciata sul Tevere proprio in corrispondenza di uno dei suoi attraversamenti più frequentati, dovette godere in passato di una significativa notorietà.
Non è da scartare l’ipotesi che possa addirittura coincidere con lo stesso luogo sacro (“monasterium erat antiquissimum super fluvium Tyberim“) posto in prossimità di un “mediocre vadum“, ovvero di un guado che permetteva l’attraversamento del Tevere in toponimo successivamente indicato come “Gietola“.
Di tale monastero si riporta notizia già nell’autunno del 970 allorché è documentata la presenza di Ottone I il Grande “in situ qui Collis dicitur, qui Perusio adiacet civitati“, corrispondente all’attuale Collestrada, ove l’imperatore amava esercitare attività venatoria.
Verso il 1500 la chiesa cominciò la sua fase discendente, mentre si faceva sempre più importante la vicina chiesa di San Rocco appartenente al contado cittadino di Porta San Pietro.
E’ da questo periodo che le vicende storiche della chiesa di San Rocco risultano strettamente legate a quelle della chiesa di Santa Croce tanto che nel corso dei secoli si è addirittura alimentata una certa ambiguità circa l’utilizzo dei due titoli.
Nel corso degli anni successivi la chiesa di Santa Croce scompare anche fisicamente tant’è che oggi è difficile stabilire se esiste ancora qualche traccia.
La chiesa di San Rocco era originariamente una semplice cappella costruita, nel territorio della parrocchia di Santa Croce, dagli abitanti di Miralduolo per proprie esigenze di culto e da un architrave scolpito posto su una finestra della canonica descritto da Vittorio Falcinelli nel 1977 si può sospettare la data della sua edificazione:
D NICOLAUS BENEDETTI / AERE PROPRIO EREXIT / A.D. MDXV“.
Le vicende storiche di questa chiesa iniziano nel 1553 quando il vescovo Fulvio Della Corgna la unì alla parrocchia di S. Croce di Miralduolo; pochi anni dopo però Santa Croce cessò di esercitare la cura delle anime ed era diventata beneficio di Monsignor Francesco Baglioni Governatore di Ancona.
Nel 1564 la città di Perugia fece la ripartizione del suo territorio e nel 1576 San Rocco risulta già parrocchia e la chiesa di S. Croce beneficio semplice.
Nel 1573 essendo la nuova parrocchiale di scarse rendite ad essa viene unita, per volontà del Cardinal della Corgna, la chiesa di Santa Caterina de Bucarelli, esistente nel medesimo territorio di Miralduolo.
Nel 1578 risulta che gli abitanti di Miralduolo venivano ancora battezzati al fonte di Pieve di Campo ubicata a circa 3 chilometri di distanza in linea d’aria, sulla riva destra del fiume, tra Ponte San Giovanni e Perugia.
Intorno al 1700 furono riedificati la Chiesa e l’alto campanile.
Una descrizione della chiesa nel pieno della sua attività ce lo fa il Vescovo Amadei nel 1763 in occasione della sua visita pastorale, infatti egli riferisce che essa ha tre altari intitolati a San Rocco, ai Santi Erasmo e Pietro martire, e all’Immacolata.
Egli attesta inoltre la presenza della Compagnia del Sacramento, che con la sola questua mantiene dignitosamente la chiesa, e delle priorate di Sant’Antonio da Padova e Abbate e di Sant’Erasmo le quali curano la preparazione delle rispettive feste.
In quel tempo la Parrocchia comprende 33 famiglie per un totale di 219 persone.
La situazione delle anime negli anni successivi è descritta nelle visite pastorali: nel 1778 la parrocchia risulta costituita da 178 persone raccolte in 35 famiglie; le rendite annue ammontano a 100 scudi.
Nel 1789 la parrocchia conta 243 anime, pari a 34 famiglie.
Al tempo della visita Cittadini nel 1821 non risulta più l’esistenza della chiesa di S. Croce e nel 1881 durante la visita del vescovo Foschi la Parrocchia risulta possedere un terreno la cui rendita è di lire 400 e inoltre riceve dallo Stato 370 lire a titolo di compenso di decime.
L’antica chiesa di San Rocco non è più officiata dal 1975 e nel mese di maggio di quell’anno la parrocchia ha acquistato da P. Di Gilio un locale di recente costruzione, sito a monte della strada principale, per adibirlo a cappella col titolo di Santa Caterina Nuova.
Il nuovo locale adibito a chiesa fu aperto al culto nel maggio 1977.
L’ente Ecclesiastico con Decreto del 28 febbraio 1992 ha autorizzato l’uso profano della Chiesa.
Il Ministero dei Beni Artistici e Storici nel 1996 ha dichiarato “il complesso di S. Rocco” particolarmente importante e quindi sottoposto a tutte le disposizioni di tutela.
Tra gli anni 2002-2003 sono stati effettuati lavori di consolidamento e restauro della chiesa e del campanile.
Ora la chiesa vecchia risulta sconsacrata e integralmente dedita ad uso abitativo e nonostante i lavori per un suo recupero siano stati portati a buon punto ora risulta in vendita.
 

Aspetto esterno

Le parti strutturali risultano integralmente consolidate sia della chiesa che della casa parrocchiale.
La facciata con tetto a capanna si presenta con un portale squadrato sovrastato da una finestra anch’essa squadrata; arretrata sula parete destra si nota il volume della cappella laterale, mentre sulla parete sinistra si eleva il campanile quadrato che probabilmente ha sfruttato in origine una vecchia torre lungo le mura del castello soprastante che si prolungavano fino alla chiesa.
Nella parte posteriore della chiesa si apre la casa parrocchiale che sarà adibita a struttura abitativa.
Va sottolineato che il sito dove sorge la chiesa presenta tracce di insediamenti molto più antichi forse etruschi o meglio romani, infatti dal pietrame recuperato durante i lavori di restauro, sono emerse pietre da incastro, smussate e un trancio di colonna, inoltre sotto la casa parrocchiale era presente una grotta, ora crollata, scavata nella roccia che il prete usava come cantina.
 

Interno

La chiesa seppur non interamente liberata dai resti del cantiere, si presenta a navata unica con tre altari che conservano le cornici vuote.
L’altare maggiore è in parte smantellato e anch’esso con cornice priva di immagine; ai lati due mensole con tracce di colore e due porte tamponate portavano alla sacrestia, le stesse sono sovrastate da due nicchie che probabilmente in origine contenevano due statue di santi.
Accanto al presbiterio nella parete destra si apre un arco che immetteva in una cappella laterale dove si intravedono ancora tracce di decorazioni tappezzanti.
 

Nota di ringraziamento

Ringrazio di vero cuore Ugo Bartoloni proprietario e Andrea Margaritelli storico locale, il primo per avermi permesso di visitare la chiesa, di avermi illustrato il bene e di avermi permesso di fare le foto; il secondo per avermi procurato il materiale informativo che mi ha permesso di realizzare il testo.
Ringrazio entrambi per avermi dedicato una parte del loro tempo e per la pazienza manifestata nei miei confronti con la speranza che questo lavoro non li abbia delusi.
 

Fonti documentative

Andrea Margaritelli – Miralduolo e la chiesa di San Rocco
Documentazione prodotta da Ugo Bartoloni – Progetto di recupero

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=32563

G. Riganelli – Torgiano nel medioevo; un Comune rurale e il suo Statuto – 1994
 

Mappa

Link coordinate: 43.072280 12.450436

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