Chiesa di San Rocco – Gualdo Tadino (PG)

In questa chiesa nel 1608 furono inumate le reliquie del beato Marzio trasferite dalla chiesa di Sant’Anna che era in rovina.

 

Cenni Storici

La chiesa non è stata costruita nell’anno 1448, come riferito dal resoconto di una visita pastorale effettuata dallo storico folignate Ludovico Jacobilli, per incarico del Vescovo di Nocera, eretta e dedicata a san Rocco, il protettore degli appestati, mentre una pestilenza decimava la popolazione Gualdese.
La notizia è esatta ma l’anno è errato: in un testamento del 9 settembre 1476 Margherita del fu Ermanuccio da Belvedere (Fabriano), moglie di Nicolò da Rigali, ritiratasi per sfuggire la pestilenza in una capanna a Sasso Cupo presso Rigali, lasciava dieci bolognini per la “cappelle gloriosissimi Martiris (sic) sancti Rocci, pro fabricatione dicte capelle“.
In un secondo testamento redatto il 28 Decembre 1476 si legge che Pietro di Rinalduccio da Gualdo, donava “pro fabricatione capelle Sancti Rochi solidos XXV denariorum“, la data di erezione della chiesa va pertanto posticipata all’ultimo quarto del XV secolo.
Nel 1486 la chiesa era già costruita, poiché in tale anno, il 15 di Agosto, Bernardino di Gaspare De Humiolis da Gualdo, con legato testamentario, lasciava due fiorini Marchigiani, per fornirla di un calice.
Appena costruita, il suo interno fu in breve ricoperto da bellissimi affreschi, opera di Matteo da Gualdo.
Nel 1576, una nuova pestilenza colpì le regioni confinanti con Gualdo; si organizzarono allora processioni, pubbliche preghiere e messe nella chiesa suburbana di San Rocco; ancora fino al 1581, si mantenevano guardie armate alle Porte, per impedire l’accesso di appestati in città.
Nel 1608, essendo andata in rovina la chiesa di Sant’Anna che le ospitava, le reliquie del beato Marzio, con il permesso del Vescovo di Nocera Monsignor Florenzi, furono trasportate nella chiesa di San Rocco e ivi inumate.
 

Aspetto esterno

La chiesa è di piccole dimensioni, l’abside ha pianta semicircolare, il campanile a vela a un solo fornice, posizionato sul retro a sinistra dell’abside, di realizzazione più tarda, è in cotto e munito di campana.
La facciata ha l’aspetto tipico delle chiese votive realizzate alla fine del XV secolo.
Mostra un portale di stile già quasi cinquecentesco, non particolarmente elaborato, sopra cui si apre un piccolo oculo; ai lati sono poste due finestrelle devozionali.
Sulla parete sinistra della chiesa si apre una finestra di medie dimensioni, un’altra, più piccola si trova sulla parete opposta nei pressi dell’abside.
 

Interno

L’interno, voltato a botte, è a navata unica, l’area presbiteriale è rialzata di un gradino.
Le pareti e l’abside sono interamente tappezzate da affreschi, purtroppo molto deperiti, opera in larga parte di Matteo di Pietro di Ser Bernardo da Gualdo, con qualche intervento del figlio Girolamo.
Sulla parete di controfacciata è affrescato un bel Crocifisso, con a fianco la figura di un santo quasi completamente persa e non riconoscibile; sono opere da assegnare a Matteo da Gualdo.
Sulla prima parte della parete sinistra gli affreschi sono disposti su due registri, quelli in basso sono quasi completamente persi e non leggibili, si riconoscono a malapena un San Rocco e un San Sebastiano, con sullo sfondo un muretto di mattoni; al registro superiore si ammira una suggestiva Madonna col Bambino in trono fiancheggiata da due angeli, dipinta da Matteo da Gualdo anni ’80 del XV secolo; il bimbo sorregge con la mano destra un grappolo d’uva.
A fianco si trovano due santi, mutili della parte superiore e non riconoscibili, anch’essi probabilmente dello stesso autore.
Si notano numerosi graffiti, anche di viaggiatori stranieri.
A seguire, sopra la finestra, è affrescata una Madonna in trono col Bambino, il pargoletto in posizione eretta sorregge in mano un libro, tra un santo vescovo, probabilmente Sant’Agostino, e San Rocco; nonostante le vistose lacune sembra di riconoscere sempre la mano di Matteo da Gualdo.
Appena dopo la finestra si trova un’altra Madonna in trono col Bambino tra San Sebastiano, che insolitamente sorregge le frecce in mano, anziché esserne trafitto lasciando vedere le sole ferite sul corpo, e un’altra figura ampiamente lacunosa e non riconoscibile.
Sull’arco absidale sinistro è affrescata un’immagine di Sant’Apollonia.
Ai lati dell’altare sono poste due moderne statue del Cristo e dell’Immacolata Concezione.
Sull’intradosso dell’arco absidale sinistro è affrescata un’immagine di un santo, è molto deteriorata e non si è in grado di riconoscerla, forse è un San Rocco.
È altresì non riconoscibile la figura orante affrescata sulla sinistra del tamburo dell’abside.
Segue un affresco con San Rocco e San Sebastiano.
Più in alto si scorgono angeli musicanti, una Santa orante e San Rocco.
A lato è posta una moderna statua di San Rocco.
Gli affreschi della parte centrale del tamburo sono completamente irriconoscibili.
A destra sono affrescati due Santi, si riconosce a malapena un Santo vescovo con un libro in mano, forse Sant’Agostino; di seguito v’è un San Rocco molto deteriorato.
Sull’intradosso destro dell’arco absidale sembra di riconoscere una Madonna col Bambino.
La parete destra era anch’essa completamente coperta da affreschi votivi, ma sono in larga parte persi.
Nella zona più prossima all’altare si scorge una figura con un rosario in mano.
Al termine della parete si riconosce un San Rocco, pur con i dovuti dubbi derivanti dal cattivo stato di conservazione sembra di riconoscere la mano di Girolamo di Matteo da Gualdo.
Sulla parete di controfacciata destra, accanto a una figura non riconosciuta si trova un bel Crocifisso, probabilmente anch’esso opera di Girolamo di Matteo da Gualdo.
 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Nota di ringraziamento

Si ringrazia l’amico Matteo Bebi, preziosa guida del territorio di Gualdo Tadino e non solo.
 

Fonti documentative

A. Guerrieri, Storia civile ed ecclesiastica del comune di Gualdo Tadino, Gubbio 1933
 

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Mappa

Link alle coordinate: 43.22823557752087, 12.784174970903344

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