Chiesa di San Pietro – Petrignano d’Assisi (PG)
Cenni Storici
Dalle Carte del monastero di S. Pietro di Perugia si apprende che da tempi molto antichi il monastero possedeva una chiesa con cura d’anime e fonte battesimale in prossimità del fiume Chiascio dedicata a San Pietro, nel contado di Assisi.
Da quella dipendenza derivò il vocabolo di Petroriana (sottinteso “terra” ricca di pietre), che indicava un possedimento del monastero di Perugia, che sarà poi Petroniano e, quindi, Petrignano.
La più antica notizia documentata su S. Pietro di Petrignano è di poco posteriore al Mille; già nei più antichi documenti a noi pervenuti questa chiesa de Petroniano figura con dei possedimenti; nel 1027 viene ricordata “cum sua pertinentia“, cioè con i suoi beni; nel 1115 “cum curte sua” cioè con una realtà agricolo-artigianale pressoché autosufficiente, secondo quanto esigeva l’economia medievale.
Dopo l’anno 1354 compare nel catasto dei beni ecclesiastici conservato nell’Archivio della Cattedrale di Assisi.
Il più antico inventario della chiesa di Petrignano che conosciamo è del 1447; un altro inventario dei beni risale al 1575 e da questo apprendiamo che le terre possedute da questa chiesa misurano complessivamente modioli 38 e ½ e che in quell’anno fruttarono 32 mine di grano e 1.5 barili di vino.
Dalla Visita Apostolica di mons. Camajani del 1573 risulta essere cappellano don Simeone Olivieri, proveniente dalla diocesi di Nocera.
Il monastero di S. Pietro di Perugia aveva il diritto di nominare temporaneamente i rettori della chiesa de Petroniano e per questo motivo non corsero sempre buoni rapporti tra il suddetto monastero e gli abitanti di Petrignano che esigevano un rettore, cioè un curato, non amovibile ma “perpetuo“; a tal fine, nel 1590 ricorsero anche al papa facendo presenti gl’inconvenienti derivanti dalla presenza di vicari ad nutum, cioè saltuari.
La causa si protrasse a lungo ma non trovò giustizia per gli abitanti del borgo ed il monastero di Perugia continuò nella sua condotta finché alla fine non si giunse ad una sottomissione.
Sin dai ai primi del 500 su disposizione del Concilio di Trento, la Parrocchia di Petrignano fu obbligata a tenere il Libri dei battezzati, e, cosa abbastanza singolare per quei tempi, furono redatti in lingua volgare e non in latino.
Questo fatto fu osservato dal Visitatore Apostolico mons. Camajani il quale rimproverò il cappellano per l’uso del volgare al posto del latino.
La chiesa così come la vediamo oggi fu iniziata nel 1791 su disegno dell’ing. Giuseppe Cerri, le spese per la costruzione furono sostenute dal popolo di Petrignano, il monastero di S. Pietro e il parroco di Petrignano don Feliciano Siena.
Venne completata nel 1810 e benedetta da un monaco con ordine dell’abate del monastero di S. Pietro di Perugia il 28 febbraio di quell’anno e successivamente fu consacrata la prima domenica di giugno del 1817 da mons. Pietro Paolo Mazzicchi, vescovo di Montalto nelle Marche, già priore della cattedrale di S. Rufino in Assisi.
Nel corso degli anni ha subito vari interventi, nel 1911 venne ampliata e nel corso dello stesso anno venne consacrato l’altare maggiore da mons. Ambrogio Lucidi, vescovo di Assisi; nel 1935 fu ampliata la sacrestia.
La chiesa venne finalmente staccata dal Monastero di Perugia il 3 gennaio 1891 e passò quindi nel possesso stabile della Curia di Assisi.
A seguito dei danni subiti con gli eventi sismici del 1984 e del 1997 è stata oggetto di opere di consolidamento e ultimamente è stata notevolmente ampliata sfondando il lato sinistro.
Aspetto esterno
La chiesa si presenta con una facciata in mattoni decorata da quattro lesene che sostengono una cornice e al disopra di questa un timpano con un oculo al centro; questa è rivolta verso la piazzetta antistante.
Il portale è squadrato e sormontato da una lunetta e al disopra si apre un’ampia finestra quadrata sulla cui vetrata è raffigurato San Pietro; sull’architrave compare la scritta “DIVO PETRO DECATUM A.D. MDCCCX“.
Nella parete destra si aprono tre finestroni sormontati da altrettanti oculi mentre in basso è presente un’altra porta sopraelevata di 4 gradini sovrastata da un timpano.
Nella parete sinistra è addossato un ampio e nuovo fabbricato più basso delle solite tre finestre simmetriche a quelle della parete opposta, e una parte di questo contiene un ampliamento della navata interna con una porta di accesso rivolta questa volta verso il parco.
Un campanile a vela con bifora e campane è presente nella parete sinistra, ma il vero campanile è di fronte alla chiesa dall’altra parte della strada costruito su una vecchia torre del castello.
Interno
L’interno va distinto fra vecchio e nuovo fabbricato in quanto la chiesa oggi si sviluppa a una sorta di “L“; la navata vecchia ha un soffitto voltato a botte con archi e vele, mentre la parte nuova ha il soffitto a forma di cupola.
In pratica la chiesa esistente resta “sfondata” sul lato in coincidenza col luogo del nuovo altare che si pone quale cardine di tutto il complesso; la navata preesistente diventa un “transetto” della nuova chiesa risultante.
In pratica la navata principale risulta rivolta all’abitato, mentre il nuovo ampliamento resta raccordato ai nuovi spazi ricavati nel complesso architettonico, e rivolto verso l’area a parco.
L’altare è stato collocato per essere “il punto focale” di tutta l’aula liturgica ed è sopraelevato da due gradini.
La nuova chiesa risultante dall’innesto del nuovo corpo, che esternamente ha tetto piano ma all’interno risulta voltato.
Entrando dalla vecchia navata notiamo che lo spazio interno è diviso da lesene che creano diverse campate su due di queste sono i due altari laterali mentre nelle altre compaiono dei ballatoi.
Nella parete destra dopo la prima campata c’è l’altare con la Madonna e il Bambino in gloria e sotto Santa Caterina da Siena e San Domenico.
Nella campata successiva troviamo la porta di accesso sotto un altro ballatoio.
In mezzo alla navata l’altare maggiore su una pedana circolare in marmo rivolto verso la parete sinistra dove si apre la nuova navata voltata a cupola.
Alle spalle dell’altare in alto è collocato l’affresco staccato della scuola del Perugino raffigurante una Madonna col Bambino in una gloria di serafini tra i santi Sebastiano e Rocco (1502) (forse attribuibile a Gianni Colamanni); sotto la tela si legge : “Questo lavoro à facto fare la comunità per boto. A.D. MCCCCCII“.
La vecchia navata prosegue con l’abside dove troviamo l’organo e sopra di esso un quadro raffigurante San Pietro; il tutto è diviso dalla navata con la vecchia balaustra in pietra che a suo tempo divideva la navata dal presbiterio.
Tornado verso la porta nella parete sinistra e superata l’apertura della nuova navata, troviamo il Fonte battesimale tra i pilastri della chiesa esistente visibile da entrambi le navate e successivamente c’è il secondo altare con l’immagine del Martirio di Santo Stefano.
Nella nuova navata compaiono tre tele sopra la nuova controfacciata con la porta che si apre verso il parco.
Nella tela di sinistra la Madonna del Rosario con i suoi 15 misteri; nella tela al centro l’Adorazione dell’Eucaristia e sotto San Francesco e due Santi Vescovi.
L’ultimo quadro a destra rappresenta la Madonna col Bambino e S. Vitale eremita attribuito a Girolamo Martelli datato 1639; in basso a sinistra, un panorama forse si tratta di Petrignano.
Alla base della tela si legge: “Fece fare per voto la Comunità di Petregnana“.
Fonti documentative
F. Santucci – Petrignano d’Assisi ieri e oggi (storia, folklore, dialetto, economia) – 1982
https://www.dibaio.com/chiesa-di-san-pietro-apostolo-a-petrignano-di-assisi-perugia/
https://it.wikipedia.org/wiki/Petrignano