Chiesa di San Pietro “In Pusterla” – Foligno (PG)
Cenni Storici
La Civitas Fulginei è città di pianura, quindi nodo viario e di commerci, ma esposta e vulnerabile.
Espandendosi nel corso dei secoli fu sempre difesa da possenti mura con porte e bastioni.
L’ultima cinta muraria, che corrisponde alle mura che hanno racchiuso Foligno per sei secoli, e che tutti più o meno conosciamo, fu costruita tra il 1280 ed il 1291.
Narra lo Jacobili che “si fabbricano attorno questa città le nuove mura di pietra all’interno delle quali furono inclusi anche tutti i borghi che prima erano fuori della città, in particolare le contrade del Ponte di Cesare, dei Pugilli, dell’Abbadia. Sulla cinta muraria si aprirono delle porte: porta Badia, porta Contrastanga, porta Santa Maria Infra Portas, porta San Giacomo, porta della Croce e porta San Claudio”.
Le prime quattro di queste corrispondono oggi a porta Romana, porta Ancona, porta Todi, porta Firenze. La porta della Croce corrisponde all’attuale porta San Felicianetto.
La porta San Claudio fu eretta in corrispondenza del ponte San Claudio sul Topino, ma andò in disuso e fu abbandonata forse dopo che il ponte fu travolto dalle acque del fiume in piena.
Sulle precedenti cinte murarie si sono fatte molte ipotesi e ricostruzioni.
Una delle testimonianze di precedenti cinta murarie possiamo trovarle nel nome della chiesa di Santa Maria, detta dal 1388 in poi Infra Portas, cioè tra le due porte, mentre prima era detta Foris Portam, cioè fuori della porta della città.
Una delle precedenti mura, nelle fonti denominate come muro veteris, doveva essere stata eretta probabilmente intorno al 1217.
Nel 1240 per ordine dell’Imperatore le fonti ci informano che la cinta muraria fu restaurata e ampliata, andando a toccare la zona dell’attuale via Aurelio Saffi.
Gli studiosi ricostruiscono questa cinta attraverso il seguente itinerario: partendo dall’alveo del Topino, lungo via dei Molini, via dei Monasteri, via Niccolò Alunno, via Pignattara, via del Gonfalone, e dietro San Francesco, proseguiva per via del Cassero, toccava il lato est di Piazza San Domenico, e per San Niccolò, raggiungeva di nuovo l’alveo dell’antico corso dei Topino.
La notizia di un precedente muro di cinta ci viene confermata anche dalla presenza di una chiesa denominata San Pietro “in Pusterla” detta anche “in Pustena“.
Infatti il toponimo “Pusterla” è diminutivo di porta e sta ad indicare la presenza di un angusto accesso ai camminamenti per le guardie di ronda nelle fortificazioni di mura e castelli, che poteva essere usata anche come uscita o ingresso di emergenza in caso di attacco o di assedio.
Il nome della chiesa è quindi chiaramente collegato alla presenza in quella zona di una cinta muraria, che non corrisponde però alle più famose mura trecentesche della città, che passano molto lontano dal sito di tale chiesa.
Notizie della chiesa erano solo presenti in antichi documenti, ma la posizione precisa dell’edificio si era persa; stando ai documenti occupava l’area di quella parte dell’odierno Istituto S. Carlo che fa angolo fra le due strade della Misericordia e di S. Carlo.
Lo studioso Ludovico Jacobilli asserì che S. Crispoldo, vescovo di Foligno, convertito al Cristianesimo da San Pietro, “eresse ancora un’altra chiesa dentro la medesima città di Foligno, ad onore di S. Pietro Apostolo, suo maestro, il quale pochi anni avanti era stato martirizzato in Roma; e fu denominata S. Pietro in Pusterna“.
Questa asserzione però è di scarso valore e non ha fondamenta storiche in quanto cronologicamente S. Crispoldo non poteva essere discepolo di San Pietro ed inoltre l’appellativo “pusterla” dato alla chiesa, usatissimo, nel basso medio ed indicante genericamente una delle piccole porte di città, può facilmente dimostrare che la chiesa di S. Pietro sia di origine medievale.
Da considerare anche l’esiguo patrimonio, che essa godeva sul finire del secolo XIII, che era di sole 266 libre, provenienti da terre poste “in campo maiori“, “in passano“, “in butino” ed “in Rosario” e con così pochi beni è difficile che si possa far risalire la sua esistenza prima del X secolo.
Tuttavia in più antica menzione sembra quella che si ha nella sentenza del 1239, riportata in una bolla pontificia del 1261.
La chiesa era però presente nel 1334 in quanto, dalle Rationes Decimarum risulta un pagamento di XX soldi cortonesi a Johannes Rigaldi tesoriere incaricato alla riscossione e la decima fu pagata da “Dompno Petro Rectore Ecclesie sancti Petri de Posterla” il giorno 28 del mese di Giugno.
Un altro pagamento risulta fatto da un certo “dompno Bona canonico di sancti Petri de Pusterla e santi Johannis de Feleto” per una somma di XXX soldi cortonesi.
Intorno al 1346 fu eretto uno spedale per gli infermi, sotto il titolo dl Fraternità di S. Francesco vicino alla chiesa di S. Pietro di pusterla o delle Ferrate, da messer Francesco dottore di Foligno.
Su un tratto di muro lungo la via della Misericordia si scoprirono tracce di affreschi, e all’interno, nel mezzo di una volta, fu trovato lo stemma del vescovo folignate Luca Cibo (1489-1523); segno evidente che in questi tempi la chiesa aveva ancora qualche importanza.
Della sua fine scrive lo Jacobilli: “Essendo l’anno 1612 stati introdotti in Foligno li Chierici Regolari della Congregazione di S. Paolo decollato denominati Barnabiti, diedero essi principio a di 28 di Luglio 1613 (al convento) in un luogo in mezzo della città hauto dalli Confratri della Compagnia della Misericordia e dal Rettore della Chiesa di S. Pietro in Pusterna, che fu perciò diruta“.
Nel 1613 ebbe fine dunque la chiesa di Pusterula, detta correttamente anche de Pusterna, di cui si ha un ricordo vivente nel titolo di un beneficio ecclesiastico della Cattedrale, qui trasferito quando la chiesa venne a cessare.
Aspetto
Recentemente sono state rinvenute tracce e frammenti di un’antichissima decorazione pittorica a secco in un locale adibito a sagrestia e vano di rimessa nel complesso dell’ex Istituto e poi Teatro San Carlo. Oggi il locale è stato ristrutturato e trasformato in luogo di preghiera ad una unica navata e, si attende ormai solo il restauro dei dipinti, per renderli più fruibili ed evitarne la totale dispersione.
Il soggetto dovrebbe ricondurre alle Storie di San Pietro, tema legato alla dedicazione della chiesa stessa.
La decorazione eseguita con la tecnica “a secco“, presenti sulla parete destra, è ascrivibile agli inizi del XIII secolo, quindi presumibilmente uno dei dipinti più antichi presenti a Foligno.
Il ciclo pittorico, seppur fortemente deteriorato, ci fa supporre che ci troviamo dinanzi all’opera di una maestranza proveniente dall’Italia settentrionale attiva per qualche tempo proprio a Foligno; le immagini e la tecnica si avvicinano ad opere quali la “Madonna in Maestà” nel castello di Reinegg presso Bolzano e con sorprendenti analogie con gli affreschi dell’abside inferiore della St. Nikolaus-Kirke di Ganz presso Matrei in Osttirol (Austria), questo ci fa supporre ad una forte presenza in Foligno all’inizio del secolo XIII di ghibellini provenienti dal Nord.
Fonti documentative
Antonio Caleca – Museo della città di Palazzo Trinci di Foligno, Opere mobili.
L. Fausti – Le chiese della Diocesi Spoletina nel XIV secolo.
D. Placido T. Lugano Olv. O.S.B. – Delle chiese della Città e Diocesi di Foligno nel secolo XIII secondo una sentenza del 1239 e la “Libra” del 1295 – 1907
Nota di ringraziamento
Il testo è stato realizzato da Marina Renzini che ringrazio.