Chiesa di San Pietro e San Paolo – Castello d’Elce di Serravalle del Chienti (MC)

La chiesa si può connotare come ultimo edificio di culto dei Piani Plestini di parte marchigiana prima che questi territori siano tagliati bruscamente sia dalla Valle Sant’Angelo che dalla Valle del Vigi e piombino ripidamente nella Valnerina umbra.

 

Cenni storici

La chiesa sorgeva alle porte del castello di Elce che fu di appartenenza degli Alviano di Baschi (Orvieto) fino al 1265, quando fu inglobato nel distretto del comune guelfo di Camerino situata ai limiti del territorio camerte di fronte al Castello di Acquafranca (oggi Roccafranca), diventò propaggine nord del dominio spoletino prima e folignate poi.
La Chiesa dei Santi Pietro e Paolo in origine aveva la dedicazione a Santa Lucia protettrice della vista e quindi legata all’avvistamento, indispensabile per una situazione di stretto controllo del confine a cui era dedicato il castello.
La successiva dedica agli apostoli è dovuta al passaggio che i due fecero nel centro Italia ed in particolare sul nostro Appennino di cui si conservano tracce e tradizioni, per questo ha assunto ora la doppia dedicazione in quanto è conosciuta come chiesa dei Santi Pietro, Paolo e Lucia, tant’è che si celebrano due feste all’anno: quella del Santi Pietro e Paolo, il 29 giugno e quella di S. Lucia, il 13 dicembre.
La costruzione dell’edificio si potrebbe far risalire ad un periodo compreso tra la fine del XII e l’inizio del XIII secolo e si può considerare l’ultimo edificio di culto dei Piani Plestini.
Subì delle modifiche strutturali nel corso dei secoli XVIII e XIX, con l’aggiunta di contrafforti esterni di rinforzo e con la chiusura di alcune aperture.
Venne danneggiata dal sisma del 1979 e fu oggetto di restauro e consolidamento nel corso del decennio 1980, subì pero altri danni in conseguenza del sisma del 1997 per cui si rese necessario un ulteriore restauro nei primi anni del 2000.
Ha assunto nel tempo caratteristiche di Santuario terapeutico ed è usuale che i devoti tocchino la corona del rosario, il fazzoletto o un anello sulle immagini dipinte dei Santi Pietro, Paolo e Lucia o su quella della Madonna per ottenere guarigioni o grazie.
L’unico nucleo che ancora vive nel luogo è la famiglia Pandolfl ed è custode del Santuario e paga le spese in occasione delle feste che è ancora meta di pellegrinaggio di tutta la comunanza di Percanestro, ma anche gran parte di quella di Rocchetta.
 

Aspetto esterno

La piccola chiesa presenta un tetto a capanna un portale squadrato sormontato da un arco in pietra soprelevato con una croce sulla chiave di volta e con due finestrelle laterali, il campanile a vela non è in asse ma spostato verso la parete sinistra.
Il sagrato della chiesa è delimitato sul versante meridionale da un muro che parte ortogonalmente dal contrafforte angolare destro del fronte principale e si estende da est ad ovest per un tratto lungo quanto la chiesa; probabilmente nel corso dei secoli l’edificio ha subito un contenimento in quanto lo stesso sagrato doveva far parte della struttura in quanto sono presenti le botole delle sepolture.
Sulla parete esterna sinistra sono evidenti due imponenti contrafforti.
 

Interno

L’interno è ad aula unica rettangolare, intonacata, con copertura tradizionale lignea lasciata a vista, naturalmente illuminata dalle sole due finestre di controfacciata.
Il presbiterio, rialzato di un gradino è diviso dall’aula da un arco trionfale a tutto sesto e conserva lungo un gradino laterale su un blocco di pietra una statua lignea della Madonna in trono con Bambino ricavata su corteccia ed è espressione dell’arte popolare della fine del ‘300.
Lungo i lati del presbiterio sono visibili ampi tratti di affreschi; sulla parete destra l’immagine di Santa Lucia e ad angolo sulla parete d’altare a destra un affresco molto rovinato dove si legge bene solo un angelo nella parte alta.
Al centro sopra l’altare la figura della Madonna con Bambino e a sinistra San Pietro; nella parete sinistra San Paolo e prima un’immagine molto più antica di Santo Stefano; segue un lacerto di affresco dove si intravedono alcuni particolari di una Crocifissione con San Sebastiano.
Gli affreschi raffiguranti i Santi Pietro, Paolo e Lucia, furono realizzati agl’inizi del ‘500 da Paolo Bontulli, per il resto degli affreschi si tratta di pittori madonnari dell’ambito marchigiano che ricevevano come compenso per le loro opere solo da mangiare e da bere.
I Santi qui rappresentati sono per la maggior parte invocati per particolari malattie o calamità e sono queste devozioni che hanno fatto si che questa chiesa si connoti come Santuario Terapeutico di frontiera.
 

Bibliografia

http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=70862

Don Mario Sensi e Scuola Media di Colfiorito – Santuari Terapeutici – 1979

http://www.comune.serravalledichienti.mc.it/

 

Mappa

Link coordinate: 42.947159 12.939849

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