Chiesa di San Pietro di Verna – Umbertide (PG)
Cenni Storici
Non si conosce il periodo di edificazione della chiesa, ma la sua struttura, pur avendo avuto diverse fasi evolutive, da un’analisi dei paramenti murari e dagli elementi architettonici conservati, mantiene un’impostazione che la colloca presumibilmente, nella parte originale, al XIV secolo anche se la l’impianto attuale sembra essere del XIX secolo.
In origine questa chiesa era denominata Santa Maria del Nestore, infatti questa denominazione si apprende da una documentata controversia sorta fra il Vescovo di Città di Castello e l’abate di San Cassiano d. Domenico, sostenuto da Ranieri, monaco dello stesso monastero.
Le cronache narrano che il motivo della discordia fu il comportamento dell’abate che voleva estendere il suo controllo sulla vicina parrocchia di S. Maria del Nestore.
Il vescovo un giorno si trovava nel castello della Verna, di proprietà della Mensa vescovile tifernate; d. Domenico, a mano armata, aiutato da Ranieri, accompagnato dal suono a distesa delle campane, andò contro il vescovo, minacciando il peggio se si fosse rifiutato di aggregare alla parrocchia di S. Cassiano quella di S. Maria.
Per di più dopo qualche tempo morì Ugo rettore della Chiesa di S. Maria, d. Domenico portò via il morto, i libri e le chiavi della chiesa, ingiuriando i custodi e i messaggeri del vescovo, il quale si vide costretto a scomunicare l’abate.
La controversia fu definitivamente composta il 30 marzo 1256 quando lo stesso abate si ravvide e chiese supplica impegnandosi a non ostacolare la giurisdizione vescovile ed in particolare l’attività degli uomini della Curia di Verna, ciò bastò a fargli togliere la scomunica.
Successivamente il vescovo Matteo confermò rettore della Chiesa di S. Maria un parroco designato dall’abate d. Bono e dai parrocchiani di S. Cassiano.
Il titolo di San Pietro attribuito a questa chiesa in sostituzione di quello di Santa Maria, è dovuto al venir meno dell’edificio parrocchiale inserito nel castello di Verna arroccato sulla montagna a guardia della Valle del Tevere, e siccome il fortilizio era stato abbandonato, anche la chiesa andò in rovina e si pensò quindi di trasferire il titolo dove si era ricomposto il nuovo abitato di Verna e fu attribuito a questa chiesa all’incrocio con la via Cortonese.
In origine questa chiesa, come molte altre della zona, dipendeva dalla Pieve di Comunaglia.
Negli che vanno dal 2006 al 2008 la chiesa è stata oggetto di una serie di lavori di ristrutturazione; in particolar modo è stato rifatta la copertura, tinteggiate le pareti interne e realizzato il sagrato antistante.
Sicuramente, nel corso dei secoli, ha subito anche una sopraelevazione, in quanto l’edificio a cui oggi si accede salendo una scalinata di 6 gradini, poggia su un precedente manufatto più antico che sprofonda sotto il terreno e che in fase di restauro della chiesa, conservava apparati tombali di epoca non definita (forse etruschi); inoltre sempre in quella fase sono venuti alla luce reperti lapidei di intrecci scolpiti di epoca longobarda.
Aspetto esterno
La facciata segue il profilo a capanna; il portale di ingresso preceduto da una scalinata in pietra è sormontato da un arco a sesto acuto che accoglie un bassorilievo raffigurante la “chiamata di San Pietro“.
Al di spora dell’accesso c’è una piccola apertura circolare formata da una cornice di mattoni disposti a raggiera; sul lato destro della facciata si innesta un campanile a vela di tipo “a squadra“, cioè ad angolo con due aperture archivoltate con un arco a tutto sesto.
Nel punto di imposta degli archi ed anche alla base dei piedritti compare una serie di cornici che arricchisce la struttura.
Alla parete destra dell’edificio è addossata la Canonica, mentre nella parete sinistra che si affaccia sulla strada, vi sono due finestre con archi a sesto acuto che assicurano la luce all’interno oltre che una porta laterale in mattoni a cui si accede salendo quattro gradini; questa è decorata con una cornice sporgente in pietra sopra l’architrave.
Questa parete e quella di fondo sono rinforzata da un muro a scarpa angolare.
Tutto l’edificio è in pietra a vista e nella facciata sono visibili antiche aperture in mattoni tamponate nel corso dei secoli.
Interno
L’interno è ad unica navata con tetto a capanna sorretto da capriate in legno con travicelli e pianelle.
Entrando nella parte destra della controfacciata troviamo una tela con l’immagine di San Pietro con un libro nella mano sinistra e le chiavi nella mano destra, oltre a questi tipici attributi compare anche il gallo (immagine non usuale) che nei vangeli con il suo canto ricorda a Pietro del suo tradimento nei confronti del Maestro.
Lungo le pareti corrono le formelle della Via Crucis scolpite nelle pietra dall’artista Lucia Rossi Monti che tra l’altro è autrice anche della pietra scolpita posta nell’edicola del piazzale della chiesa e della lunetta sopra il portale.
Nel presbiterio troviamo l’altare rialzato di un gradino e sulla parete destra, sopra una panca cinquecentesca, sono appese due pietre con disegno ad intreccio di chiara origine longobarda trovate durante i lavori di ristrutturazione; segue la porta della sacrestia.
Nella parete d’altare un piccolo altarino a muro in pietra è sovrastato da un bassorilievo con la Vergine con il Bambino in braccio; altri due altarini a muro simili si trovano nella parte sinistra della stessa parete.
Al centro sopra l’altare una tela di Santi di Tito, uno dei pittori più influenti della pittura fiorentina (e toscana) della seconda metà del Cinquecento, vi è rappresentato lo Sposalizio mistico di Santa Cecilia.
A fianco della Madonna in trono con il Bambino adagiato sulle ginocchia, ci sono, alla sua destra, Santa Cecilia con un organo posato in terra ed in piedi dietro di lei San Tommaso d’Aquino, mentre alla sinistra della Vergine Sant’Agostino inginocchiato e dietro di lui San Domenico, in alto Dio benedicente contornato da angeli.
Nell’angolo in basso a sinistra della tela vi è dipinto lo stemma dei committenti, probabilmente della famiglia Bourbon, mentre il pittore si è firmato nella parte inferiore destra.
Chiude il presbiterio l’angolo sinistro dove è inserita la finestra e sotto un’altra panca in legno sempre cinquecentesca, la porta laterale e una statua della Madonna con Bambino.
Altri reperti longobardi sono murati nella parete di sinistra.
In prossimità della controfacciata si trova l’ultima tela con la Madonna della Misericordia datata 1890 con la dedica del committente e rappresenta la Vergine che accoglie sotto il suo manto, quindi sotto la sua protezione i fedeli e sopra di essa due angeli.
In controfacciata un confessionale, un antico orcio in terracotta, un’acquasantiera in pietra a forma di conchiglia e sopra di essa un altro reperto in pietra in cui è rappresentata una croce.
Nota di ringraziamento
Ringrazio sinceramente il parroco Don Aldo Di Bernardo che mi ha accolto e mi ha descritto i tratti salienti della chiesa.
fonti documentative
B. Porrozzi – Umbetide e il suo territorio Storia e Immagini
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=38045&Chiesa_di_San_Pietro__Verna_di_Umbertide,_Umbertide