Chiesa di San Pietro Apostolo – Aguzzo di Stroncone (TR)
Cenni Storici
Sorge entro le mura di Aguzzo, vecchio castello che domina le vallate che lo circondano; il suo nome deriva da Vacutium, era un vecchio insediamento romano.
Gli Orsini di Roma ne furono i signori e fu a lungo sottomesso da Narni, come testimoniato dalla bolla gregoriana del 1227.
Durante le lotte tra le fazioni guelfe e ghibelline, il paese fu definitivamente conquistato dai narnesi nel 1306.
Dalla porta del castello (1417) si accede alla piazzetta, dove si affaccia la chiesa dedicata a San Pietro Apostolo.
Della chiesa non si sono rinvenute notizie, ma le caratteristiche architettoniche fanno risalire la sua costruzione al XII – XIII secolo.
È stata più volte oggetto di consistenti rimaneggiamenti nel corso dei secoli.
Aspetto esterno
All’esterno mostra un bel portale rinascimentale in travertino con quattro graziosi fregi che ornano le mensole di sostegno dell’architrave.
Sopra il portale si apre una bifora in cotto con oculo, è stata rifatta durante il restauro susseguente al terremoto del 1913.
Di notevole bellezza è la piccola abside romanica con coronamento ad archetti pensili, la monofora, leggermente strombata, è compresa fra eleganti pilastrini.
Il campanile, separato dal corpo della chiesa e posto sulla destra in posizione arretrata, è a vela a doppio fornice e conserva due campane: la maggiore venne realizzata dal fonditore viterbese Aloisio Belli nel 1803; la minore venne fusa nel 1529 da fonditore ignoto, forse genovese.
Interno
L’interno della chiesa è a croce latina, con unica navata, subito a sinistra dopo l’ingresso si trovano dei reliquiari, a lato dell’altare c’è un bel tabernacolo cinquecentesco in legno dorato con nicchiette laterali e ringhierina.
Sull’altare è posto un affresco seicentesco molto danneggiato, raffigura San Pietro in cattedra e in basso i Santi Paolo e Giovanni Battista.
Da una porticina posta dietro l’altare si accede a quel che resta dell’antica abside romanica, ove sono conservati affreschi trecenteschi molto danneggiati e di difficile interpretazione.
A lato dell’altare v’è un Cristo ligneo databile al XVII secolo, alto circa un metro, ancorato a un’alta croce tortile di tipo processionale, uso confermato dalle testimonianze locali.
Il Cristo, caratterizzato dall’incarnato pallido, dai toni freddi e lividi alle estremità, indossa un ampio perizoma impreziosito dalla doratura, in pieno stile barocco.
Sulla parete di destra si ammira un bel dipinto del 1577, attribuibile ad Alessandro Torresani; vi è ritratta la Madonna del Rosario e il Bambino che regge il mondo nella mano sinistra mentre con la destra cinge il collo della Vergine in atto di distribuire il rosario alle figure sottostanti.
In basso, in primo piano, San Domenico e personaggi coronati, un pontefice con la tiara è genuflesso e assorto in preghiera; a destra alcune giovinette, due delle quali con corona di gemme in testa, pregano genuflesse.
Tutt’intorno 15 medaglioni rappresentano i misteri del rosario; all’esterno del dipinto, sotto eleganti fregi, sono raffigurate Santa Lucia a sinistra e Sant’Apollonia a destra.
Nei tondi in alto il profeta Isaia e la Sibilla Tiburtina.
Fonti documentative
Gelindo Ceroni – Castelli Umbro sabini – riedizione, 2022 Foligno
https://www.youtube.com/
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
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Mappa
Link alle coordinate: 42.47645373194463, 12.622109422344321