Chiesa di San Paolo – Cupacci di Foligno (PG)
Cenni Storici
Nei pressi di Monastie (circa 150 metri) e di conseguenza ancor meno da Castel Reale, sorgeva una chiesa che aveva funzione di parrocchiale per i nuclei abitativi dell’area circostante il castello e questa sorgeva su una collinetta a dominio della via Flaminia dove intorno si è poi (forse o viceversa) costituito un abitato che ha preso il suo nome, Santopaolo, essendo la chiesa dedicata all’apostolo.
L’area su cui sorge la chiesa doveva essere ben nota anche nella più lontana antichità in quanto pare che nell’area circostante sono state trovate delle pietre romane di cui qualcuna è ancora in bella vista in un cortile.
La presenza della chiesa inoltre è confermata dai racconti delle memorie storiche di Santopaolo, secondo avvenimenti tramandati da generazioni, i quali dicono che durante le arature dell’altura spesso affioravano ossa umane; questo ha fatto pensare agli agricoltori che li vi fosse un cimitero, ma che in effetti era il luogo di sepoltura del posto proprio sotto il pavimento della scomparsa chiesa.
Che l’area fosse densamente abitata sin da tempi remoti ce lo attesta persino Plinio il Vecchio che descrivendo l’Umbria e parlando della città di Nocera, i cui confini arrivavo ben oltre gli attuali, chiamò i Nocerini col duplice nome di “Nucerini Camellani” e “Nucerini Favonienses“.
E’ forse probabile che le due etnie dei Favonienses e dei Camellani raggruppate come Nocerini, coabitassero nei medesimi luoghi; infatti per i residui lasciati dai distrutti Nucerini Favonienses, documenti scritti, iscrizioni monumentali, topografia, tutto attesta l’importanza del luogo e conferma l’esistenza fra quei monti di una popolazione numerosa.
I discendenti dei Nucerini Favonienses non solo sono sopravvissuti fino a conservare una propria identità anche in età altomedioevale, ma si erano sparsi su buona parte dell’attuale territorio della Valtopina, come si evince dalla larga presenza di prediali in – ano, fra questi: Agnano, Gallano, Stazzano, Cassignano, Mosciano, Stravignano, Balciano, Pasano; va precisato però che alcuni di questi toponimi non fanno più parte del comune di Valtopina i cui confini coprono solo in parte quello che fu a lungo il territorio dei Nucerini Favonienses.
Ora i Nucerini Favonienses, e la Pieve Fanonica, data la vicinanza dei luoghi, sono una cosa sola e fanno concludere che la Pieve Fanonica, sottostante la collina dove sorge San Paolo e sotto la cui giurisdizione si trovò ad essere, debba chiamarsi rettamente col nome di “Pieve Favonica“.
Il Pulignani nel XVII secolo afferma che in questa valle fosse stato S. Paolo, qui avesse predicato e che in ricordo di questo apostolato si fosse eretto un villaggio e una chiesa col nome suo nella sommità di un poggio vicino; questo piccolo gruppo di case oggi sono chiamate Santo Paolo, con una chiesa chiamata “Sancti Pauli de Sancto Polo“, come attestano i documenti del 1214, del 1261 e del 1293.
Sembra dunque innegabile una relazione speciale fra l’apostolo San Paolo e queste popolazioni, e sebbene questa relazione venga ricordata assai tardi, non sappiamo quale difficoltà possa sorgere per negare un fatto che ha tutte le apparenze della probabilità.
Ora è tutta da definire la causalità tra il nome della chiesa e del villaggio per definire se prima c’era il villaggio e poi la chiesa o viceversa che comunque attesterebbe una relazione speciale locale fra questi luoghi e l’apostolo, relazione che diversi secoli fa si spiegava asserendo che qui S. Paolo avesse diffuso la religione cristiana.
L’attestazione di questo edificio sacro è molto antico, infatti è citata per la prima volta nella Libra del 1295 che alla voce XXV nomina la “Ecclesia sancti Pauli de Villa Monasterii” e ricorda che questa chiesa di S. Paolo a Villa del Monastero, aveva già sul finire del XIII sec. un patrimonio di 217 libre e 2 soldi costituito da terreni posti “in dicta villa monasterii” “in contrata fornackye“, “in senaldescha” e presso la chiesa.
La stessa “Libra” menzione Villa Monasterii come dipendente dall’abbazia di Sassovivo.
Questa dipendenza da questo monastero giustifica la presenza dell’abitato di Monastie che è sorto probabilmente sui terreni di Sassovivo, dei quali gli abitanti erano affittuari, tenutari o contadini.
Anche Don Mario Sensi conferma che sul finire del secolo XII alla diocesi di Foligno facevano capo raggruppamenti di chiese che singolarmente rispondono ai confini di inizio Duecento della viscontea della Valtopina e fra queste cita “eccl. S. Pauli de villa Monasterii“.
In merito alla chiesa di San Paolo si può fare l’ipotesi che questa rappresenti lo stesso edificio che il 16 aprile 1197 papa Celestino III con bolla “Pie postulatio voluntatis” confermava al monastero di Santo Stefano di Gallano senza specificarne la titolazione.
Questo si può affermare dal momento che essendo già citata nella Libra del 1295, vuol dire che era presente e già attiva per cui la sua erezione era precedente di molti anni dalla citazione e la sua storia, come vedremo continua per altri svariati secoli successivi (Visite Pastorali).
Guarda caso questo è anche lo stesso anno in cui Gallano passa alle dipendenze di Sassovivo quindi questo monastero acquisisce sia la chiesa con i suoi terreni che il monastero con le sue proprietà.
Considerando che, come era in uso nel Medioevo, le chiese solitamente venivano costruite fuori dalle mura del castello ma a poca distanza dallo stesso, questa potrebbe essere sopravvissuta alla distruzione di Castel Reale, avvenuta nel 1208 (Jacobilli) e intorno alla quale sia poi nato l’abitato murato di Monastie, credo addirittura, utilizzando le stesse pietre del castello diruto.
La ritroviamo nelle Rationes Decimarum del 1334 che paga la quota alla sede apostolica, e qui troviamo scritto che: “Item pro dompno Natales canonico Ecclesie Sancti Pauli de Villa Nova (paga) 15 soldi cortonesi“.
Il termine “Villa Nova” potrebbe riferirsi sia a Monastie che Santopaolo, entrambi eretti dopo la distruzione di Catel Reale quindi dopo il 1208.
Nelle visite pastorali, troviamo San Paolo citato con diversi nomi, talvolta descritto con il nome del villaggio che ha accanto, altre volte in riferimento al Castello di riferimento che è Cupacci; infatti è citato come San Paolo “delli Cupacci o Cupacciorum” oppure, come nella Visita Pastorale del 1621 “della villa di S. Paolo“, oppure come quella del 1643 dove viene descritta come “eccl. S. Pauli villae eiusdem sancti” cioè nel paese di Santopaolo.
Nella Visita Pastorale del 1621 viene descritta come appartenente alla “Vaita San Paolo” e il visitatore annota che il rettore è il Rev. Abate Emilio Boncompagni il quale svolge tutti i compiti assegnati; la trova in buono stato nei pavimenti, nelle pareti e in tutte la altre strutture, il campanile è provvisto di campane.
Consiglia però di risistemare l’altare e migliorarlo; inoltre il visitatore nota una finestra sopra l’altare che è stata chiusa per evitare l’impeto dei venti.
Obbliga che lo stesso altare entro un lustro (5 anni) deve essere fornito del necessario liturgico.
La sua storia di chiesa autonoma si protrae fino al 1713-1716 quando nelle Visite pastorali del Malvicini compare come aggregata a Pieve Fanonica.
E’ citata anche dallo storico ottocentesco Michele Faloci Pulignani che in una sua raccolta scritta a mano dove elenca in ordine alfabetico tutte le chiese della Diocesi di Foligno la nomina.
Probabilmente la sua storia finisce intorno all’ottocento con la demolizione dell’edificio che probabilmente era andato in rovina, ma la devozione popolare non è morta con la chiesa, anzi gli è sopravvissuta, infatti accanto alla casa, ora costruita al suo posto, e lungo il muro di recinzione perimetrale è stata edificata una edicola a memoria della chiesa, che al suo interno conserva un’immagine dell’apostolo San Paolo raffigurato con la spada.
La devozione popolare è proseguita fino a pochi decenni fa quando gli abitanti di Monastie, Santopaolo e casa Bistocco nel mese mariano, la sera si ritrovavano davanti all’edicola per la recita del Rosario; persino la signora che mi ha accompagnato, nativa di Monastie, si ricorda che la mamma la portava a piedi all’edicola per la preghiera.
Ora quest’usanza si è persa anche per lo spopolamento di quasi tutti questi agglomerati abitativi, complice sia l’abbandono della montagna, ma anche per il terremoto che ha allontanato anche quelle poche persone che vi erano rimaste.
Paese di Santopaolo
L’abitato è sorto accanto alla chiesa da cui ne ha derivato il nome; non si conosce la data della sua edificazione però è possibile immaginare che sia coevo a Monastie e che entrambi abbiano beneficiato della cava di pietre messa a disposizione dalla distruzione di Castel Reale che, vista la sua estensione poteva garantire ad entrambi materiale sufficiente per costruire tutti e due gli agglomerati.
Come detto nell’articolo precedente Santopaolo era un luogo già antropizzato sin dai tempi anteriori ai romani, e come attestato da Plinio il Vecchio, abitato da una numerosa comunità di Nocerini Favonienses e Camellani, poi assorbiti dai romani che trovarono questa costa in pieno sole comoda e fertile e per di più a ridosso della via consolare Flaminia.
Il nucleo abitato è stato quasi del tutto recuperato dopo il terremoto del 1997; al centro del blocco abitativo svetta una mezza torre forse adibita in origine a torre colombaia e nella parte posteriore rimasta non recuperata si notano diverse pietre squadrate di recupero probabilmente provenienti dal vicino e diruto castello.
Un bel portale ad arco in pietra invece si nota in bella vista nella parte recuperata sotto una tettoia.
Qua e la nella facciata sono presenti blocchetti di pietra, recupero di qualche edificio romano di cui oramai si sono perse le tracce.
Nota di ringraziamento
Ringrazio sentitamente la Signora Angela Cataluffi memoria storica del posto che gentilmente mi ha accompagnato nella visita dei luoghi, inoltre sento il dovere di ringraziare Don Gigi Bonollo che mi ha parlato di questi luoghi e mi ha anch’egli accompagnato e che senza la sua “soffiata” non avrei mai da solo scoperto tutte queste cose.
Fonti documentative
D. Placido T. Lugano – Delle chiese della Città e Diocesi di Foligno nel secolo XIII secondo una sentenza del 1239 e la Libra del 1295 – 1907
Elenco in ordine alfabetico di tutte le chiese di Foligno – Pulignani
Pietro Sella – Rationes Decimarum italiae nei secoli XIII e XIV Umbria – Ristampa anastatica 1984
Visite Pastorali nella Diocesi di Foligno
M. Faloci Pulignani – Le memorie dei ss. apostoli Pietro e Paolo nel villaggio di Cancelli e 14 le origini del cristianesimo nel territorio di Foligno – Foligno 1894, p. 77.
Mario Sensi – Valtopina e il suo territorio – 1988
Mappa
Link alle coordinate Chiesa di San Paolo: 43.031731 12.754784
Link alle coordinate Paese di Santopaolo: 43.032681 12.755118