Chiesa di San Pancrazio in Nucerino – Montefiascone (VT)


 

Cenni Storici

Sorge in località Le Coste, nella campagna di Montefiascone, ai confini col territorio di Bolsena immersa tra uliveti e vigneti, in posizione dominante sul lago.
Le notizie più antiche relative a questa piccola chiesa risalgono all’852 d.C., quando papa Leone IV nomina, in un privilegio indirizzato al vescovo di Tuscania Virobono, le località e i beni di sua pertinenza.
Nella zona di Montefiascone si trovava la Pieve di San Pietro in Vico Pergulata con tutte le sue dipendenze, tra le quali figura anche la ecclesiam S. Pancratii in Nocerino.
L’origine preromanica della chiesa è attestata anche dai frammenti di archivolto posti al di sopra dell’architrave del portale e dai resti della cornice di una monofora oggi murata nella metà superiore sinistra della facciata.
In seguito all’abbandono da parte dei monaci della Pieve, nel 1143 Rodolfo, vescovo di Tuscania, assegnò i loro beni a Benedetto, preposto della chiesa di Santa Lucia, posta anch’essa nella valle del lago, e ai canonici di San Giovanni in Laterano.
In tale istrumento la chiesa di San Pancrazio è indicata come una delle Cappelle della Plebe di San Pietro.
Questi beni, compresa quindi la chiesa di San Pancrazio, saranno successivamente assegnati alla Mensa capitolare della chiesa di Santa Margherita, tramite la Bolla Cum illius di Urbano V.
Con questa bolla Montefiascone fu innalzata al rango di città e la chiesa di Santa Margherita designata quale cattedrale della diocesi.
In seguito San Pancrazio divenne, probabilmente, una chiesa rurale utilizzata dalla popolazione della zona.
Così è infatti descritta nel resoconto della Visita pastorale del 1630, compiuta da Gaspare Cecchinelli, vescovo di Montefiascone e Corneto, che nel catino absidale vi nota un affresco da lui definito “tollerabile“.
La piccola chiesa, che continuò ad essere legata al capitolo della cattedrale anche nel Settecento, è chiusa al culto fin dai primi anni del XX secolo.
 

Aspetto esterno

La piccola chiesa presenta una struttura assai compatta.
La diversità di forma, colore e di disposizione dei conci della muratura testimonia i numerosi interventi che, nel corso del tempo, hanno manomesso la struttura originaria dell’edificio.
La facciata a capanna presenta un unico ingresso centrale architravato, sormontato da frammenti di un archivolto a tutto sesto.
In alcuni conci ai lati del portale vi sono delle piccole croci incise.
Al di sopra della porta una finestra rettangolare permette l’illuminazione dell’interno.
A metà della facciata, sulla sinistra, sopravvivono i resti di una monofora tamponata.
Il fianco meridionale della chiesa è sorretto alle estremità da due contrafforti.
Al di sopra di quello orientale si erge un piccolo campanile a vela a un solo fornice con una campanella; in prossimità del contrafforte occidentale una porta architravata permette l’accesso ad un ambiente a volta sul quale si erge la chiesa.
Scavato per la maggior parte nel tufo questo ambiente presenta tracce di interventi murari riferibili all’età romana, in opus reticolatum.
Una finestra sul lato opposto all’entrata costituisce l’unica fonte di illuminazione.
L’abside, il cui profilo semicircolare risulta interrotto nella parte sud da un muro di sostegno, presenta una copertura indipendente, posta ad un livello più basso rispetto a quella della chiesa.
Al centro della struttura si apre una piccola monofora a tutto sesto con doppia strombatura, con bicromia di gusto Pisano.
L’estremità orientale del lato nord presenta, appena sotto la gronda, quattro piccole mensole che sostengono ciò che rimane di una cornice modanata, ognuna decorata con un motivo diverso: una sorta di foglia molto piatta, una voluta, un decoro circolare e una doppia voluta.
Su questo lato è inoltre addossata all’edificio una struttura rettangolare con ingresso autonomo, coperta da un tetto a doppio spiovente.
Essa ha funzione di sacrestia e comunica con la chiesa mediante una apertura posta nelle vicinanze dell’abside.
 

Interno

L’interno è costituito da un’unica navata, il presbiterio risulta leggermente rialzato e un’abside semicircolare, nella cui parte mediana si apre una piccola monofora, chiude ad oriente l’edificio.
La calotta absidale è l’unica parte della chiesa che presenta tracce di decorazione pittorica. L’affresco, in pessimo stato di conservazione, raffigura una Crocifissione con ai lati San Pancrazio e Santa Margherita.
Al di sopra della croce è raffigurata la colomba dello Spirito Santo.
Nella parte inferiore corre un motivo decorativo floreale, alcuni frammenti del quale continuano anche nella parte adiacente l’arco absidale.
Un altro motivo decorativo, di forma stellare, è diffuso in tutto il catino.
A chiudere il dipinto absidale doveva esserci una cornice scolpita di cui sono visibili solo alcuni frammenti.
 

Fonti documentative

G. Breccola – M. Mari – Montefiascone – Grotte di Castro 1979.
S. Bracaccini – Montefiascone medievale. Il borgo e la valle pergolata – tesi di laurea, Università degli Studi della Tuscia di Viterbo, A.A. 1996-1997.
G. Breccola – Montefiascone. Guida alla scoperta – Montefiascone 2006.

https://montefiascone.artecitta.it/

https://www.visitmontefiascone.it/GUIDE/ITALIANO/edifici_religiosi.pdf

 

Nota

La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
 

Mappa

Link coordinate: 42.54980882932816 12.017931353974774

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