Chiesa di San Nicolò – Baschi (TR)
Cenni Storici
L’impianto della precedente Chiesa di San Nicolò, sul quale fu riedificata l’attuale, conservandone l’orientamento, risaliva al XII secolo.
Non è possibile reperire la data certa di erezione della Parrocchia di San Nicolò di Baschi, la documentazione d’archivio, conservata presso lo Stato civile del Comune di Baschi, ne attesta l’esistenza a partire dal 1562.
La Parrocchia è ancora in attività e fa parte della Diocesi di Orvieto-Todi, comprende anche le chiese della Madonna di San Sebastiano, dell’Annunziata, di San Rocco, di Sant’Antonio abate.
La cinquecentesca Chiesa parrocchiale di San Nicolò, dichiarata monumento nazionale, fu progettata da Ippolito Scalza e costruita, a partire dal 1576, sul più piccolo preesistente edificio religioso duecentesco, utilizzato fino all’inizio dell’800 come cimitero del paese, tracce del quale sono individuabili nel muro perimetrale nord e soprattutto nella cripta.
La chiesa ha un’intonazione toscana sia all’interno sia all’esterno.
I riferimenti dello Scalza, alla sua prima esperienza di edificio religioso, furono il San Salvatore al Monte di Simone Pollaiolo, detto il Cronaca, a Firenze, e la Chiesa di Santa Maria in Gradi ad Arezzo di Bartolomeo Ammannati.
Aspetto esterno
All’esterno la chiesa si mostra in pietra arenaria a vista; la facciata manierista, piuttosto deteriorata, recentemente consolidata e protetta, è tripartita verticalmente da paraste tuscaniche e sviluppata su tre livelli sovrapposti, scanditi da cornicioni: il primo ordine con tre portali a telaio, quello centrale più ampio, sormontati da timpani triangolari; il secondo ordine, di altezza dimezzata rispetto al precedente, con un rosone circolare affiancato da due nicchie, ora vuote, ma un tempo occupate da figure di angeli in travertino; il terzo ordine, di altezza ulteriormente dimezzata, con un solenne timpano centrale con volto d’angelo.
Il cornicione di coronamento è sormontato da quattro pinnacoli e una croce centrale.
Di essa l’architetto orvietano Renato Bonelli, ebbe a dire: “…armonia felice nella zona inferiore; purezza di linee, purezza compositiva e di disegno: una facciata disegnata che pian piano sfuma in alto in una diversa plastica. In basso la trabeazione corre rettilinea, non ha risalti, ha solo un risalto d’angolo, invece in alto la trabeazione è rotta più volte in corrispondenza del timpano secondario e delle lesene superiori. Quindi la facciata man mano che marcia verso l’alto si sfrangia, si articola, ha delle variazioni che contribuiscono a darle slancio. Le porte hanno un’aria fiorentina, sembrano disegnate da un toscano“.
Il campanile cuspidato è collocato sul retro dell’edificio, a fianco dell’abside, innalzata oltre le antiche mura, poggiata su un torrione che nella parte inferiore servì anche da fortificazione della stessa cinta.
Interno
L’interno di San Nicolò, intonacato e tinteggiato, è a croce latina, con una sola navata e due cappelle laterali, ad occupare i bracci del transetto, presbiterio rialzato ed abside semicircolare; le pareti dell’aula propongono un doppio ordine di paraste, in pietra, separate da una cornice intermedia; quello inferiore, che inquadra una serie di archi, è sormontato da un attico finestrato; sulla cornice superiore poggia il soffitto a cassettoni lignei, opera dell’ingegnere orvietano Paolo Zampi, precedentemente era ricoperto da un grande telo sul quale erano dipinti la Madonna tra gli angeli sopra una grande nuvola e San Nicola in basso.
Il grande arco prima del coro è di ispirazione bramantesca.
La pietra grigia basaltina e l’intonaco danno all’ambiente un’intonazione toscana, brunelleschiana.
Sulla parete di fondo della cappella del transetto destro, dedicata al Santissimo Sacramento, si trova il prezioso trittico di San Nicolò, tempera su tavole, cm. 220 x 165,del senese Giovanni di Paolo, raffigurante la Madonna, San Nicola e un altro Santo,realizzato tra il 1435 e il 1440 e proveniente dalla vecchia chiesa; sotto l’altare maggiore riposa il corpo di San Longino, compatrono del paese.
Sopra la porta centrale è posto un bellissimo organo, costruito dalla ditta Fratelli Fedeli di Camerino; la spesa fu sostenuta dalla Confraternita di San Bernardino con un contratto stipulato tra il 1776 e il 1777, con ulteriore atto del 29 ottobre 1777 la stessa confraternita approvava la costruzione della bussola, della cantoria e della casa dell’organo, tuttora esistenti.
Il lavoro costò in totale 186 scudi e 81 baiocchi.
L’organo conta 500 canne ed è a una sola tastiera; è uno strumento piccolo, destinato, come tutti gli organi del XVIII secolo in Italia, all’accompagnamento del canto corale, a differenza dei ricchissimi organi delle chiese del nord Europa, alcuni dei quali contano anche 5 tastiere.
La decorazione della cassa e della cantoria è stata eseguita nel 1782 dall’artista orvietano Serafino Serafini.
Fonti documentative
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedacc.jsp?sinteticabool=true&sintetica=true&sercd=87169#
https://necrologie.repubblica.it/chiese/provincia-95-terni/citta-567-baschi/2498-chiesa-di-san-nicolo/descrizione#tab
https://www.umbriatourism.it/it/-/chiesa-di-san-nicolo
http://www.comune.baschi.tr.it/zf/index.php/musei-monumenti/index/dettaglio-museo/museo/1
http://www.marcovalentini.it/PDF/Baschi%20e%20la%20Chiesa%20di%20San%20Nicola.pdf
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=45854
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Nota di ringraziamento
Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso le autorizzazioni alla pubblicazione.