Chiesa di San Nicola – Acqua Santo Stefano di Foligno (PG)
Cenni Storici
La chiesa attualmente è dedicata a San Nicola, ma è probabile che in passato vi sia stata una duplice titolazione accumunante Santo Stefano, come testimoniato dalla duplice presenza di affreschi raffiguranti il protomartire.
Sorge in località “Il Trivio“, incrocio di un’antica viabilità oggi perduta, che permetteva percorsi più diretti verso la Valle del Menotre.
Il primo documento che ci parla della chiesa è datato 1295; un elenco compilato da Ugo di Simone, la “Libra“, in cui sono citate le chiese dipendenti dal vescovo di Foligno e soggette al pagamento delle tasse, nomina “ecclesia sancti Nicolay de sancto Stephano“, con una rendita di 104 libre e 14 soldi.
I beni che producono queste rendite si trovano nel paese e nelle vicinanze: “in villa acque sancti Stephani, in plano sancti circum circa ipsam ecclesiam, in vignali, in lavacello“.
È di nuovo nominata, qualche decennio dopo, tra le chiese della Diocesi di Foligno che versano la decima alla Santa Sede (ecclesia S. Nicolay de Aqua S. Stephani).
Nel 1334, sempre secondo il libro delle decime, stilato nell’indicato anno, risulta che un certo Francesco è rettore di una chiesa di San Michele ad Acqua Santo Stefano e paga due soldi e sei denari per decima.
Il titolare di San Michele ci fa pensare ad un’altra piccola chiesa esistente in quel centro abitato.
Nel 1334 la chiesa di San Nicola paga, tramite Ventura rettore della chiesa, tre soldi e sei denari: “item habui ab eodem solvente pro domno Ventura rectore ecclesie sancti Nicolay de villa Acque Sancti Stephani“.
La chiesa di San Nicola ha subito nel corso dei secoli dei rifacimenti soprattutto nella seconda metà del Quattrocento dei quali però sfuggono ancora genesi e committenza.
Mons. Camaiani giunse in visita apostolica nella “ecclesia S. Nicolai de Aqua S. Stephani” il 25 maggio 1573 e la trovò in buono stato, sia negli arredi che nel fabbricato e annota che il parroco “praeter hanc Parocchiale mposside tetiam Capellaniam, sive Maiestatem S. Mariae de dicto Castro, cuius fructus sunt parvi momenti“.
Non si hanno notizie sull’origine della Parrocchia, il primo parroco noto è don Bernardino Palluzio, nell’anno 1646.
Nel resoconto della visita pastorale compiuta dal Vescovo di Foligno, Monsignor Stanislao Lucchesi, agli inizi del XIX secolo, risulta necessario il rinnovo dell’arredo della chiesa: “Decreta adimplenda in ven. Ecclesia parr.li S. Nicolai ville Acque S. Stephani“, si obbliga, pertanto, il povero parroco a rinnovare il calice, i vari ornamenti, le casule, i libri liturgici, gli ombrelli processionali per portare la Santa Comunione, gli armadi, il genuflessorio, la cera bianca per la Santa Messa ed inoltre a provvedere alla sostituzione delle travi dell’edificio sacro.
Nel 1824, in un periodo non certo florido della vita della frazione, si ravvisa la necessità di eseguire urgenti lavori alla chiesa e alla casa parrocchiale, pertanto gli abitanti chiedono l’intervento del Gonfaloniere.
La Parrocchia, in seguito al decreto vescovile del 1° settembre 1986 ed al conseguente decreto del Ministero dell’interno del 19 gennaio 1987, è stata soppressa ed inglobata nella Parrocchia di Sant’Ansovino in Casenove di Foligno.
Aspetto
La chiesa si presenta di modeste dimensioni con tetto a capanna ad unica navata con campanile a vela a un solo fornice, poggiante sul prolungamento destro del presbiterio.
La porta è inserita in una bell’arcata senza fregi sovrastata da una finestra.
Architettonicamente la chiesa parrebbe essere stata in origine di ben più piccole dimensioni e essere stata prolungata nella parte della porta d’ingresso.
Interno
L’interno è ad aula unica, sulle pareti si aprono due nicchioni, il presbiterio è separato da un arcone e prolungato sulla destra rispetto alla navata.
Sulla parete di sinistra, vicino all’ingresso, si trova una tela raffigurante la Madonna in trono col Bambino coronata da angeli, in basso Santo Stefano, San Francesco, Sant’Antonio abate e un Santo Vescovo.
Alla base dell’arco a sinistra la figura di una Santa.
All’interno dell’arcata Sant’Amico con motivi decorativi a “griccia” nell’arazzo che fa da sfondo.
Nella parete sinistra al centro una Madonna del Soccorso con alla sinistra San Sebastiano e alla destra, molto danneggiato, un San Rocco.
Nella parete d’altare a sinistra è raffigurato il Martirio tramite lapidazione di Santo Stefano danneggiato da una grande lacuna ovale, residuo di una cornice in stucco sei-settecentesca.
La scena è attualizzata e ambientata nella Foligno dell’epoca dei Trinci, gli abiti dei vari personaggi sono resi con grande dovizia di dettagli, soprattutto per i carnefici intenti nella lapidazione del santo: quello in primo piano, che si piega per raccogliere le pietre, è vestito con le tipiche calzebraghe separate, cioè prive di raccordo centrale, dotate di lacci e occhielli e annodate al farsetto, caratterizzato da eleganti maniche a sbuffo.
Il protomartire, ritratto in atteggiamento orante, volge il viso in alto a destra verso il Cristo Crocifisso.
Al centro campeggia una Crocifissione, a sinistra la Madonna sostenuta dalle Marie, in alto gli angeli dolenti con i calici che raccolgono il sangue di Cristo, ai piedi della croce la Maddalena inginocchiata, a destra San Giovanni evangelista, con a fianco un’altra figura, quasi del tutto persa, probabilmente il soldato Longino.
A destra una Madonna di Loreto, rovinata anch’essa dallo stesso distacco dell’intonaco come nel Martirio; nel dipinto si vedono gli angeli che reggono il trono della Vergine con vesti bianche decorate a stampini.
Gli affreschi presenti nella chiesa di San Nicola possono essere collocati, con buona approssimazione, intorno agli anni sessanta del XV secolo e sulla base di confronti stilistici con altri dipinti realizzati dallo stesso artista, sono attribuibili a Cristoforo di Jacopo da Foligno, già attivo in quel periodo nel santuario di Santa Maria delle Grazie di Rasiglia.
Sulla parete destra una Madonna con Bambino mutile per l’apertura di una finestra, ne rimane la base del piedistallo, il mantello e a fianco i piedi di un Santo non identificabile.
Nell’intradosso dell’arco un affresco deteriorato e poco leggibile, forse si tratta di San Paolo.
Fonti documentative
ALBANESI M. CECCONELLI E. PICUTI M. R. – Ritrovamenti archeologici ad Acqua Santo Stefano di Foligno – Estratto da Bollettino Storico della città di Foligno XXIX – XXX 2005-2006 – Foligno 2008
CAPODIMONTI SANDRO Il Menotre e la sua valle Borghi, genti, acque, sorgenti
GREGORI DON LUCIANO La Valle del Menotre
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=44650&Chiesa_di_San_Nicol%c3%b2__Acqua_Santo_Stefano,_Foligno
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=51449
Nota di ringraziamento
Si ringrazia la gentilissima professoressa Rita Fanelli Marini per la collaborazione nella stesura del testo