Chiesa di San Michele – Sassoferrato (AN)
Cenni Storici
La Chiesa (sec.XI) di origine longobarda e che testimonia la presenza di questo popolo nell’alto medioevo nel territorio montano appenninico. Sotto l’influenza dell’abbazia di Nonantola (MO) aveva alle sue dipendenze tutte le altre chiese esistenti nel circondario, infatti in breve tempo rappresentò il centro dei possessi sassoferratesi dell’abbazia. La Chiesa si trova sulla linea “micaelica adriatica”, ramo della linea di S.Angelo che dall’Irlanda porta in Palestina passando per l’Italia. Vi risiedeva un Priore (benedettino), capo della comunità monastica sparsa nel territorio. Nel 1313 l’abbazia di Nonantola chiede l’autorizzazione papale a vendere quello che rimaneva dei beni posseduti dalla predetta chiesa perché probabilmente poco redditizi. Da qui iniziò un lento declino. Originariamente era molto più ampia dell’edificio attuale con cappelle sostenute da archi e ornate di affreschi, ma nel 1365 il Cardinale Egidio Albornoz nel costruire la fortezza adiacente ( Rocca di Albornoz) ridimensionò e mutilò la parte che si affacciava verso la Rocca. L’aspetto esterno è stato modificato a più riprese, finendo per costituire un vero repertorio di stili architettonici. Ultimo rifacimento fu eseguito nel 1727. Dell’impianto originario oggi resta una monofora strombata e un portale con arco a sesto spezzato trilobato ma successivo alla edificazione. La chiesa era dotata di un campanile nella zona nord ( oggi scomparso) e all’interno si trovano anche reperti di epoca romana. L’affresco (crocifissione del XIV sec.) è stato staccato e oggi conservato presso la vicina Chiesa di S.Pietro Apostolo.
La chiesa attuale è l’unione di due corpi distinti sotto una sola copertura. L’aula unica che ne risulta è coperta da capriate a vista e sorretta da muratura mista di laterizio e pietra tenuti insieme da malte magre. Questa peculiarità la rende interessante rispetto ad altre chiese del circondario, dove prevalgono pietra locale o laterizio distintamente. All’esterno la chiesa è scandita da due portali dei quali il sinistro è l’originale per aver mantenuto stile e posizione baricentrica. L’arco gotico che lo sormonta è trilobato e denota una datazione più tarda rispetto al gotico delle chiese vicine. Sul portale di destra, visibilmente più recente, è riportata l’iscrizione “RIMODERNATUM FVIT HOC…1727″. Oltre ai portali menzionati, sul prospetto si aprono tre finestre di cui la centrale risale alla primigenia chiesa e risale per fattura al XII secolo. All’interno la chiesa appare completamente spoglia per la perdita delle sue funzioni di culto e per la spoliazione a favore di chiese vicine.
Struttura
Struttura verticale con muri portanti. La composizione dei muri è mista in laterizio e pietra locale che in vari periodi storici è stata modificata e arricchita secondo le tecnologie dell’epoca. Da notare l’inserimento di blocchi un pietra soprattutto nella parte superiore dei muri.
Coperture
La chiesa è coperta con tetto in coppi sorretti da capriate in legno sulle quali poggia la travatura composta di correnti in legno e terziere. Le tavelle in laterizio sono imbiancate a calce.
X – XIV (preesistenze intorno)
Sin dal secolo X abbiamo notizie di una cappellina di origine longobarda che era annessa al castello costruito a difendere la valle sottostante e di questa cappella non rimane nulla a eccetto della finestra risalente al XII secolo tra il portale gotico e il più recente portale settecentesco. Più certe le notizie della cappella dedicata a Sant’Angelo o Michele Arcangelo del XIV secolo, da cui la doppia denominazione attuale. A testimoniare la datazione trecentesca è il portale trilobato di origine gotica. La chiesa di san Michele e l’adiacente canonica erano residenza di un priore cui facevano capo altre chiese del circondario.
XVIII – 1727 (rifacimento intero bene)
Come scritto sul portale a destra dell’edificio la chiesa fu rifatta e riammodernata durante il secolo XVIII e in parte fu ridotta la sua grandezza poichè la chiesa perse la sua importanza e la parrocchiale di San Pietro divenne sede del priore in rappresentanza del vescovo di Nocera Umbra.
XIX – XXI (variazione d’uso intero bene )
Già alla fine del XIX secolo, con lo spostamento progressivo delle funzioni amministrative alla parrocchiale di San Pietro, la chiesa perse ragione d’essere e fu abbandonata come luogo di culto. Recentemente è stata oggetto di rinnovato interesse per l’installazione di un presepe permanente che però da pochi anni non si svolge più qui.
2013 – 2013 (restauro intero bene )
La chiesa e l’intero complesso di San Michele Arcangelo viene sottoposto ad intervento di restauro. I lavori comportano interventi di recupero in diversi punti nevralgici della struttura e l’eliminazione dell’umidità e dei suoi effetti sulla muratura.
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