Chiesa di San Michele Arcangelo – Scoppio
La chiesa, interna alle mura di un paese ormai disabitato di nome Scoppio, è dedicata a San Michele Arcangelo (il maggiore degli angeli che combatterono contro Lucifero).
La chiesa occupa una posizione sommitale e domina il fosso della Matassa. Il tabernacolo si trova in prossimità della porta d’accesso del centro fortificato, vicino alla quale sorgeva un alto torrione che successivamente fu ridotto in altezza. Poggia sopra un podio costituito dalle mura di difesa, di cui allo stato attuale è possibile scorgere alcuni tratti del ‘300 e del ‘400. Nel basamento del tempio vi era murata una pietra, ormai trafugata, che sembra abbia recato l’iscrizione della data di fondazione della chiesa.
La semplice facciata termina a coronamento piano ed il portale architravato poggia su due mensole modanate. Il massiccio campanile a vela a due fornici, sprovvisto di campane, è posto ad est dell’edificio in asse con l’abside semicircolare. Alla base del fornice destro, in una pietra del pavimento murario, compare incisa la data 1565. L’interno, a unica navata, è costituito da una copertura a botte scandita da un arco diaframma che separa l’aula del presbiterio. La volta è priva della cornice orizzontale di imposta: tale caratteristica permette di ipotizzare che la chiesa sia stata fondata anteriormente al XII secolo.
La pavimentazione è costituita da grandi lastroni squadrati in pietra locale in cui vi sono diverse aperture tombali non più richiuse dopo i lavori di restauro. Il presbiterio è leggermente rialzato da uno scalino.
Nel nicchione della parete destra dirimpetto all’ingresso è raffigurata la Madonna del Rosario in cui Gesù con la mano sinistra tiene il velo della Madre come per sostenersi e con la destra due corone dei S.S. Misteri. Alla destra della Vergine vi è San Giusta. Nel lato opposto è raffigurata Santa Lucia con il piattino con i bulbi oculari. Sopra alla Vergine, due angeli che la incoronano Regina dei cieli. L’opera è attribuita al pittore spoletino Piermatteo Piergili.
Nella tribuna a destra dell’arco trionfale si rileva la figura di Santa Lucia, datata 1423; nel lato opposto, ormai perduta, vi era l’immagine di San Michele Arcangelo che uccide il drago.
Nell’arco del catino absidale è scolpita una croce templare.
Lo stato di abbandono della chiesa e la caduta continua di intonaco hanno determinato la perdita dei pregevolissimi affreschi che caratterizzavano la chiesa nel passato.
Nel pianterreno adiacente la chiesa vi era un piccolo cimitero nel quale, fino a pochi anni fa, si vedevano affiorare ossa umane.
Bibliografia
Filippo Filipponi: “Indagine su una terra di confine”