Chiesa di San Michele Arcangelo – Ponte Felcino (PG)
Cenni storici
La chiesina detta di S. Angelo di Vitiano, un tempo situata in aperta campagna oltre la riva sinistra del Tevere è oggi inglobata nella zona industriale – artigianale di Ponte Felcino.
Dedicata a S. Michele Arcangelo affonda le sue origini addirittura a prima del 1348, anno della peste che colpì in modo devastante Perugia e dintorni, facendo molte vittime anche in questa frazione.
I corpi vennero sepolti nei pressi della chiesina per cui diventò il cimitero dei morti di peste.
Nella parte centrale, sotto il pavimento, c’è una fossa ossario dove giacciono i resti di molte salme, tale fossa è ricoperta da una lastra di pietra con incisa una croce.
Questa chiesa costituiva un beneficio semplice, di cui nel 1570 fu investito per la morte di un tal don Diamante da Gualdo, il nobile perugino Nicolò di Gio: Francesco Bracceschi chierico del Seminario, e dopo la morte di questi nel 1591 Virgilio di Leopardo Baldeschi pure chierico del Seminario.
Per lunghi periodi la chiesetta versò in condizioni di semi-abbandono: nel 1763 la visitò l’allora vescovo di Perugia mons. Filippo Amadei, che la trovò “tam indecenter retentam ut negligentiae et incuriae Rectoris quam maxime miratus sit” (così indecentemente custodita) da sospenderla “ipso facto“.
Nel 1954, ormai ridotta in pessime condizioni e minacciando di crollare, fu completamente restaurata dal proprietario commendator Mario Bonucci Carletti, a sue spese.
Sulla facciata, sopra il portale, fu collocata in occasione dei restauri una lapide con la seguente scritta:
“Questa chiesetta / edificata per il suffragio / di quelli che furono sepolti / durante la peste del MCCCXL VIII / essendo prossima a crollare / fu restaurata e ripristinata / onde perpetuare nei secoli / con il ricordo di tanta sciagura / la testimonianza di una fede / che vestiva di umiltà la sua grandezza“.
Per antica tradizione, la domenica dell’Ottavara di Pasqua la popolazione di Ponte Felcino e della campagna circostante si recava a S. Angelo per le cerimonie religiose e per fare una scampagnata con relativa merenda.
La festa fu ripristinata, con inaspettato successo di pubblico, agli inizi degli anni Settanta per iniziativa di don Gino Vicarelli, che dedicò ad essa dei vivaci ed esilaranti resoconti, anche in dialetto, sulle pagine del mensile locale “Il Ponte“.
Oggi la festa si svolge il 1° maggio, festa dei lavoratori, e in tale occasione il parroco provvede alla tradizionale benedizione delle automobili, a cui seguono giochi popolari organizzati dalla Pro Loco, intrattenimenti musicali e un rinfresco offerto dagli operatori della zona industriale – artigianale.
Un ultimo intervento conservativo si è avuto nel 2016 consistito, in particolare, nell’impermeabilizzazione della copertura e nel ripristino delle parti fatiscenti; questi interventi di restauro sono stati interamente finanziati da mecenati locali secondo il progetto “ArtBonus” avviato dal Comune di Perugia.
Aspetto esterno
La modesta chiesa probabilmente ha subito un’inversione di orientamento, infatti nella sua originale versione aveva la porta di accesso dove ora è la parete d’altare, infatti dalla lettura dell’architettura salta agli occhi la tamponatura.
Il campanile è a vela ed è stato ricostruito in maniera del tutto discutibile nel 1914; infatti presenta un’intonacatura che stona sensibilmente con l’edificio in pietra arenaria.
Lo stesso si eleva in asse con quella che in origine doveva essere la porta ed ora viene a trovarsi invece nella parete di fondo.
Sulla parete sinistra c’è un’altra apertura che consente l’accesso in chiesa e una piccola finestrella che illumina il presbiterio.
L’attuale porta è sovrastata dalla lapide sopra descritta.
Interno
L’interno è ad unica navata con tetto a capanna con capriate e pianelle in cotto; le pareti risultano intonacate e prive di decorazione, tranne una nicchia dietro l’altare in corrispondenza dell’antica porta che presenta due figure affrescate molto scialbate, la prima a destra potrebbe essere San Benedetto e quella a sinistra un Santo Vescovo (forse San Costanzo oppure Sant’Ercolano).
Anche le spalle della nicchia presentavano figure che però oramai si sono quasi definitivamente perse.
Dal poco che si riesce a capire a destra poteva esserci San Rocco, ma si legge solo il bastone del pellegrino e a sinistra una Santa irriconoscibile che regge con la mano sinistra una pietra o un pane e con la destra forse un calice (forse Santa Barbara).
L’altare ha un paliotto con due strutture in legno a forma di porte con tende che separano la parte retrostante per uso sagrestia.
Manoscritto di Don Enrico Agostini
Il brano che segue è tratto da un manoscritto risalente ai primissimi anni dell’800, avente per titolo “Unione di notizie spettanti alla venerabile chiesa parrocchiale del Ponte Felcino di Perugia“.
Autore è don Enrico Agostini, che resse la parrocchia di S. Felicissimo in Ponte Felcino per circa dieci anni, dal 1786 al 1796.
Appassionato di studi storici ed archeologici, realizzò approfondite ricerche sulla storia di Ponte Felcino e sulle origini del culto di S. Felicissimo.
Raccolse quindi tutte le notizie nel manoscritto in questione, oggi conservato presso la Biblioteca Augusta di Perugia; il testo è consultabile presso la sezione manoscritti della Sala Conestabile della Staffa alla seguente collocazione: MS 1891.
Quello che segue è il brano relativo alla chiesa di S. Angelo, oggi ubicata all’interno della zona industriale di Ponte Felcino; il brano fa parte di un capitolo del manoscritto denominato “Chiese filiali“.
S.ANGIOLO
Questa chiesa spetta presentemente al signor Don Felice Vignoli al quale è unito un benefizio semplice al medesimo con detta cappella conferito fin dalli 27 Ottobre 1762.
Il fondatore di questa cappella a me non è totalmente noto, so però, che il sig. Abbate Lalio del Cinque rassegnò in mano di sua Santità li perpetui semplici beneficii ecclesiastici sotto l’invocazione di S. Nicola nella chiesa parrocchiale di S. Stefano [in] Porta S. Susanna, di S. Michele arcangelo del Pian del Tevere né limiti della chiesa parrocchiale di S. Felicissimo del Ponte Felcino, e due cannonicati nella chiesa priorale della SS.ma Trinità del castello di Preggio.
La felice memoria di Clemente Decimo Terzo si degnò di conferire al Molto Reverendo sig. Don Felice Vignoli, parroco di S. Martino in Campo, cotesto benefizio di S. Michele Arcangelo ma la chiesa è sospesa, ed è ridotta ad un fienile.
Nota di ringraziamento
Ringrazio Stefano Vicarelli della collaborazione per aver fornito documenti utili alla stesura del testo e il parroco Don Alberto Veschini per avermi accompagnato ed autorizzato alla pubblicazione.
Fonti documentative
Cartellonistica in loco
Don Ascenso Riccieri – Appunti Storici attorno alle Parrocchie della Fraternità di Ponte Valleceppi – 1913