Chiesa di San Martino – Vescia di Foligno (PG)
Cenni storici
Era una semplice cappella dipendente dalla pieve di S. Giovanni Profiamma; si chiamava S. Martino “de Guesia“, cioè situata vicino al fiume Menotre.
Essa è citata per la prima volta nella libra del 1296 nella Sentenza del cardinale Raniero Capocci, stilata a proposito del patrimonio delle chiese del folignate.
In questo documento, infatti, si fa riferimento anche alla chiesa di S. Martino di Guesia, che all’epoca possedeva un patrimonio pari a 367 libre e 8 soldi ed era in possesso di un “alveum molendini a ponte supra sanctum Martinum“, oltre ad altri beni in “in vocabulo crucis” ed “in pede vingnali, iuxta alveum Guesie“.
La chiesa aveva la sua “curtina et camera” e dipendeva dalla Pieve di San Giovanni di “Foris Flamineam“.
Successivamente entrò nella sfera della parrocchia di S. Nicolò di Guesia che a quei tempi era considerata la chiesa madre di tutte le comunità della bassa Valle del Menotre.
Notizie attendibili, però, se ne incominciano ad avere solo dopo la seconda metà del XVI secolo.
Che la parrocchia esistesse anteriormente è comprovato dal fatto che nel 1573 fungeva da economo spirituale tal don Giovanni Bucciolini, canonico della Cattedrale di Foligno e primo della serie dei parroci.
Relativamente all’edificio, si ritiene abbia subito modifiche in diverse epoche; nel Seicento viene costruita l’attuale chiesa (1646) come risulta da una iscrizione epigrafica posta nella cantoria dell’organo, ed è uno dei rari esempi di barocco presente in diocesi di Foligno, risulta un peculiare esempio di barocco locale.
Nella prima metà del Seicento viene anche costruita la torre campanaria in laterizio sul fianco posteriore destro della chiesa.
La chiesa subì modifiche nel 1700 con la posa di stucchi sulle pareti e nel 1891 fu completamente restaurata.
Gli ultimi interventi interessano la chiesa in maniera diffusa, soprattutto dal punto di vista del ripristino strutturale e del miglioramento sismico.
Interventi sono stati effettuati successivamente agli eventi sismici del 1997.
Nel 2008 la chiesa e gli ambienti parrocchiali sono stati riconsegnati al culto e alle attività parrocchiali.
Aspetto esterno
La chiesa si presenta massiccia con tetto a capanna affiancata all’antica via che si snodava nell’abitato di Vescia su cui insiste con la parete destra.
La facciata è divisa in due parti da un marcapiano che divide la parte inferiore con quella superiore su cui è inserito il finestrone e l’oculo.
Il portale è affiancato da due finestre del viandante piuttosto ampie; sia il portale che le finestre sono ornate da una cornice che sopra il portale è arcuato e forma una specie di lunetta molto appiattita.
Nella parete destra è presente una finestra mentre il fianco sinistro della chiesa è occupato dalla canonica.
Sul fianco posteriore destro della chiesa, si eleva la torre campanaria realizzata in laterizio.
Interno
La chiesa si sviluppa su un’unica navata a pianta rettangolare, con muri perimetrali di spessore di circa un metro; vi si trovano l’altare maggiore e sei altari lungo la navata, tre per ogni lato riccamente decorati con stucchi e colonne.
La copertura è a volta a botte scandita da costoloni che ritmano la sequenza delle cappelle laterali.
In corrispondenza del presbiterio vi è un arco in muratura che strutturalmente assolve la funzione di sostegno del timpano su cui poggia la trave di colmo della copertura.
La chiesa ha un’esuberante decorazione barocca di stucchi di Agostino Silva, molte statue e quadri dei sec. XVII-XVIII.
Entrando e seguendo un percorso salendo dalla parete di sinistra, troviamo uno stendardo processionale raffigurante San Martino e subito dopo incontriamo il primo altare dove si può ammirare una bella tela con raffigurata l’Immacolata, ai piedi della quale vi sono genuflessi in adorazione S. Filippo Neri e S. Leonardo.
Questo altare ed il successivo è inframezzata una statua di San Giuseppe.
Sul secondo altare, all’interno di una nicchia è posta una statua in stucco policromato della Madonna di Loreto, sulla cimasa del tempietto degli stucchi che rappresentano il trasporto della casa da parte degli angeli.
Tra quest’altare ed il successivo campeggia una statua di Sant’Antonio abate.
Sul terzo altare un’altra tela raffigura la Madonna del Rosario con ai lati S. Domenico e Santa Caterina nell’atto di ricevere dalla Vergine un rosario, il tutto contornato da tavole rappresentanti i quindici misteri.
Finisce la parete sinistra la statua di San Pietro martire che fa angolo con il presbiterio insieme alla statua di Sant’Agostino.
Si entra nel presbiterio rialzato di un gradino separato dalla navata da un arco trionfale sulla cui cima spiccano due angeli in stucco che affiancano l’immagine della colomba dello Spirito Santo.
Anche la parete d’altare è finemente decorata di numerosi stucchi con angeli e colonne dove nella nicchia di centro campeggia un bel Crocefisso affiancato a sinistra dalla statua di San Feliciano e a destra quella di San Martino titolare della chiesa; nella parte alta una vetrata è decorata con l’immagine di San Martino.
Nelle pareti del presbiterio si trovano affreschi riconducibili al 1676 opera del pittore francese Louis Dorigny, rappresentanti alcune scene della vita di S. Martino assai scuriti; a sinistra la Resurrezione di una bambina e a destra il dono del mantello al povero.
Ad angolo nella parete esterna del presbiterio troviamo la statua di San Nicola e nella parete destra Sant’Egidio, ai loro piedi il Fonte battesimale e una bella nicchia per oli sacri.
Nell’altare che si trova nella parete destra scendendo verso l’uscita mostra una tela attribuita al pittore folignate Giovan Battista Michelini (1604-1679), con rappresentato “S. Francesco che riceve le stimmate“, contornato da schiere d’angeli, sulla cimasa un’immagine della Madonna con Bambino.
Fra quest’altare ed il successivo c’è la statua di San Pietro Apostolo.
Nella nicchia dell’altare centrale della parete destra si trova la statua di Sant’Antonio da Padova con in braccio il Bambino.
L’ultimo altare è preceduto dalla statua di San Paolo e nella tela raffigura la “Pietà” del pittore spellano Carlo Lamparelli (1670-1727), sulla cimasa Dio benedicente che manda lo Spirito Santo.
In controfacciata la Cantoria sovrastante la porta d’ingresso dove è sistemato un prezioso organo del 1767, opera del mastro organaro folignate Luigi Calligari.
Nota storica
Oltre alla parrocchiale di S. Martino, in paese sul finire del XIX secolo, vi erano altre quattro chiese di cui tre di juspatronato laicale: la chiesa di “S. Orsola” o della “Congregazione della Carità“, appartenente all’ordine delle “Orsoline“, la chiesa di “Maria S.S. del Soccorso“, di proprietà della famiglia Roncalli, la chiesa di “S. Onofrio“, dei conti Morotti e per ultimo quella di “S. Michele Arcangelo“, appartenuta alla nobile famiglia Bartolomei-Castori.
A Vescia, poi, erano anche presenti due “Compagnie“, chiamate del “S.S. Sacramento” e del “S.S. Rosario“, fondate rispettivamente nel 1613 e nel 1623.
San Martino Monaco e Vescovo di Tours
(Savaria, Pannonia 315 ca. – Candes, Turenna 397), vescovo di Tours e santo patrono di Francia, istituì il monachesimo in Gallia.
Figlio di un soldato romano, Martino fu convertito al cristianesimo all’età di dieci anni.
Congedatosi dall’esercito romano, si recò a Poitiers, dove divenne discepolo di sant’Ilario, vescovo di Poitiers e strenuo oppositore dell’arianesimo.
Trascorso un periodo in Italia, Martino raggiunse Ilario e fondò il primo monastero in Gallia, a Ligugé.
Nel 371 Martino, acclamato dal popolo, venne nominato vescovo di Tours e in tale veste fondò, a Marmoutier, un monastero che divenne un importante centro religioso.
Martino proseguì la sua opera missionaria nella Turenna e in tutta la Gallia.
Gli vengono attribuiti molti miracoli; la tradizione vuole che offrì metà del suo mantello a un mendicante di Amiens e che in seguito ebbe una visione di Cristo che riferiva il gesto caritatevole agli angeli.
Fonti documentative
Sandro Capodimonti – Il Menotre e la sua Valle Borghi, genti, acque, sorgenti – 2017
D. Placido T. Lugano – Delle Chiese della Città e Diocesi di Foligno nel secolo XIII. Secondo una sentenza del 1239 e la “Libra” del 1295 – 1907
http://dati.san.beniculturali.it/SAN/produttore_SIUSA_san.cat.sogP.63910
http://chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=44688
http://www.upsandomenico.church/vescia