Chiesa di San Martino – Spello (PG)
Cenni Storici
Secondo antiche fonti cronachistiche la chiesa fu fondata, a cavallo dei secoli XI e XII, come atto devozionale dagli stessi abitanti del terziere Pusterola in onore del vescovo di Tours (330-397), benché le prime notizie sicure risalgano soltanto al 1333-1334.
Secondo i rilevamenti architettonici è da ritenere che la chiesa abbia avuto due fasi di costruzione; la prima, da collocare tra la fine del XII e gli inizi del XIII sec., a cui risalirebbe l’impianto dell’edificio.
La facciata, simile a quella della chiesa di San Claudio terminava con un campanile a vela, successivamente demolito e ricostruito nella zona absidale.
Alla seconda fase, datata al XIV sec., risalirebbe, oltre allo spostamento del campanile, il rifacimento del tetto e la realizzazione dei tre archi trasversali interni costruiti per ragioni statiche in funzione della nuova copertura.
Nel sec. XV il beneficio della Chiesa passò sotto la giurisdizione del Capitolo di S. Lorenzo.
Però nel 1561 la chiesa e il beneficio furono ceduti al Capitolo della Basilica di S. Pietro in Vaticano, che ancora alla fine del secolo scorso ne doveva nominare il Rettore.
Nel sec. XIX mons. Gaetano Franceschini (1778-1854) dotò la chiesa di S. Martino, che aveva scelto come luogo della sua sepoltura, di una Cappellania per il culto della Vergine Addolorata.
Infatti, nella visita pastorale del 1911 di monsignor Giorgio Gusmini, si legge che nella chiesa “si venera … l’Immagine della Vergine Addolorata” in onore della quale nel mese di settembre, con pubbliche elemosine, si celebrava la festività.
Inoltre, presso la chiesa, tramite estrazione a sorte, venivano assegnate annualmente tre doti di 30 scudi per altrettante ragazze spellane nubili e povere, di età non superiore ai 25 anni, appartenenti alla parrocchia di San Lorenzo (Dotalizio Franceschini).
Tuttavia detti “pii lasciti” istituti con testamento del 1856 a seguito della soppressione del 1870 furono incamerati, unitamente al beneficio, dalla Congregazione di Carità di Spello, mentre la Chiesa continuò ad essere officiata dal Parroco pro-tempore di S. Lorenzo, nelle festività della Vergine Addolorata e di S. Martino.
La chiesa oramai da anni è sempre chiusa, tranne che per qualche cerimonia nunziale o, come per tutto questo mese per una mostra di artisti locali.
Aspetto esterno
Risolta secondo il modello architettonico romanico, San Martino appartiene alle cosiddette chiese “povere” di Spello, le sue dimensioni ridotte la avvicinano alla chiesa rionale di San Sisto; è una chiesetta che, nelle sue piccole dimensioni e nella sua semplicità, raggiunge un raro equilibrio di forme.
La facciata originale non ci è pervenuta nella sua integrità, infatti essa probabilmente doveva terminare con un campanile a vela (modello già presente a Spello a San Claudio), quella attuale invece si presenta in pietra bianca locale, con copertura a capanna con spioventi inclinati mentre il campanile è nella parte absidale.
La facciata, con ricorsi regolari di conci di calcare bianco del Subasio, è semplice ed essenziale; la porticina centrale è inquadrata da due modeste ghiere, una bianca ed una rossastra nella parte superiore.
Nell’immediato sottocolmo una piccola bifora con capitello a giglio assolve le funzioni di un piccolo rosone.
Interno
La pianta della chiesa è rettangolare e l’interno si presenta alquanto sobrio; la copertura è risolta da arconi trasversali in muratura rifatti nel corso di questo secolo.
Dietro l’altare una porticina immette nella sagrestia, ambiente di piccole dimensioni con una finestrella ed un porta che si apre su via san Martino.
L’aula è caratterizzata dalla diseguale divergenza delle pareti, s’amplia illusivamente verso la zona absidale, dov’è stato ricomposto nel 1971 l’originario altare, ricomposto con alcuni reperti archeologici.
L’impianto pittorico è quasi interamente andato perduto, fino a qualche anno fa era visibile una tavola del contemporaneo Orlando Tisato: La Madonna dei poveri realizzata nel 1988, posta come pala d’altare, ora trasferita ad un privato per vendita da parte dello stesso autore.
A sinistra, in una nicchia, un affresco molto frammentario raffigurante S. Martino che dona il mantello al povero (primi anni del sec. XV).
Sopra un affresco staccato dove compare S. Sebastiano, d’ignoto pittore umbro (fine del sec. XV), sotto la lapide di sepoltura di Gaetano Franceschini.
Sulla parete di fondo in alto a sinistra un frammento di decorazione araldica (sec. XIII).
Si è perduto il ciclo della Crocifissione e Santi, dipinto nel vano absidale, menzionato nel 1728 da D. Andrea Cacciola.
Nella parete di controfacciata due modeste acquasantiere in pietra.
Fonti documentative
Guida Turistica di Spello Comune di Spello Assessorato al Turismo testi di Sabina Guiducci
Guida di Spello di Venanzo Peppoloni e Corrado Fratini 1978
La Pinacoteca Civica di Spello, progetto – Viviamo la nostra Città – 1997
G. Sozi – Spello Guida Storico – Artistica – Pro Spello