Chiesa di San Marco – Sant’Eraclio di Foligno (PG)
Cenni storici
Michele Faloci Pulignani nel 1914 in un suo scritto su S. Eraclio afferma che durante la demolizione di alcuni altari secondari nella chiesa di S. Marco furono estratte due pietre scolpite risalenti al IX e all’VIII secolo che facevano parte di un ciborium o di un pluteo, o di un altare, residui di un edificio, senza dubbio anteriore al Mille, adoperati alla fine del secolo XVI come materiale di costruzione proveniente da una chiesa che doveva sorgere non molto lontana.
Potevano essere sia dalla chiesa di S. Eraclio, preesistente all’attuale, oppure dalla demolizione delle due chiese vicine di S. Pietro di Flamignano e di S. Lorenzo di Rio, da cui sono state prelevate le pietre che sono servite alla costruzione dell’edificio esistente.
Questa scoperta però ha fatto pensare che forse questa chiesa sia stata costruita su una precedente dedicata al martire Eraclio (approfondimenti nel post il Castello di Sant’Eraclio).
La costruzione della nuova chiesa si rese necessario per il consistente e progressivo incremento demografico e la chiesa del Castello divenne angusta ed incapace a contenere i circa 1000 abitanti; per decreto sinodale tutti gli uomini del castello di S. Eraclio furono obbligati a fabbricare fuori le mura un oratorio più ampio e comodo che fu dedicato a San Marco.
Il patronato di questo santo si addiceva bene a una comunità agricola, infatti nella sua festa (25 marzo) si tenevano le rogazioni e si benedivano i campi.
In origine S. Marco, costruita ad una sola navata, non è stata parrocchia, ma oratorio delle due confraternite di Sant’Eraclio quella del Rosario e del S.mo Sacramento edificata con i resti delle chiese in rovina e inservibili di S. Pietro in Flamignano e S. Lorenzo in Rivo, centri oggi non più visibili ma che si presume ai confini con il comune di Trevi a sud di S. Stefano dei Piccioni.
Il 3 Maggio 1597 la chiesa di S. Marco con breve del Pontefice Clemente VIII viene costruita, consacrata e aperta al culto.
Le due Confraternite ottennero un Breve dal Papa Clemente VIII che dichiarava la Chiesa di S. Marco libera da ogni giurisdizione parrocchiale pertanto avevano la facoltà “di eleggere un cappellano o più, amovibili secondo il bisogno” essendo l’Oratorio sorto su territorio esente.
Questo diritto sarà motivo di dispute secolari tra i parroci di S. Eraclio e le Confraternite di S. Marco e questo portò pochi anni dopo ed esattamente nel 1674 ad iniziare la costruzione della chiesa di San Pietro nella parte opposta del castello, lavori che terminarono nel 1682 con la benedizione della stessa.
I fratelli delle Compagnie contravvenendo alle regole pretesero anche di seppellirvi i morti.
Ciò avvenne clandestinamente in quanto nel 1601 l’autorità ecclesiastica proibirà ogni sepoltura; lo dimostra la pietra sepolcrale sul pavimento dell’ingresso principale dove si legge “Qui riposano le ossa di Paolo Bulai rectoris ecclesiam 1853“.
Nel 1773 la chiesa subisce una profonda trasformazione: viene ampliata divenendo a tre navate e arricchita di stucchi secondo lo stile barocco; all’epoca risale la decorazione della volta, costituita da tre mistilinei assai alterati, affreschi attribuiti a Liborio Coccetti, fra cui spicca la gloria di S. Marco.
Quel che resta della primitiva chiesa si trova oggi nella parete destra dell’edificio, dove si possono ancora vedere nicchie, brandelli di affreschi e la cappella dei Santi Titolari, Eraclio, Mauro e Giusto, i tre martiri giustiziati in questa località.
Della parete sinistra della primitiva chiesa rimangono la Lapide di papa Clemente XIV e altri stucchi murati nella parete sinistra della nuova chiesa accanto alla porta.
I lavori vengono eseguiti dal maestro muratore Feliciano Mazzarelli.
Nel 1788 si ha la sistemazione del pavimento della chiesa ad opera dello scalpellino locale Francesco Fantauzzi.
L’attuale facciata di S. Marco è stata rimaneggiata, nel 1892, in stile rinascimentale, su disegno di Tito Boccalini.
Ai primi del 1900 Mons. Faloci, e Don Luigi Polanga vi costruirono adiacente la casa delle suore e i locali del giardino d’infanzia.
Nel 1983 la chiesa viene sottoposta ad un importante restauro con il rifacimento di gran parte del tetto, vengono riportati alle origini i numerosi stucchi interni, la balconata dell’organo e tinteggiata internamente ed esternamente così come la si vede oggi.
Successivamente agli eventi sismici del 1997 la chiesa viene sottoposta a diffusi interventi di restauro e consolidamento strutturale.
Ha subito danni durante il terremoto del 2016 che ne hanno causato la chiusura e dopo vari interventi è stata riaperta al culto con solenne cerimonia il 13 settembre 2019.
Aspetto esterno
La chiesa di S. Marco, con facciata in stile rinascimentale.
Ha un portale centrale con lunetta con all’interno Gesù affiancato da San Marco e dalla Madonna; a fianco del portale altre due porte immettono nelle rispettive navate laterali.
La facciata è divisa in due da un cornicione dentellato ed è delimitata da semi lesene poggianti su mensole; nella parte alta della navata centrale un bel rosone e un ricamo di archetti che delimitano le falde del tetto.
Sopra le porte laterali due finestre a bifora con colonnina delimitati da una cornice decorativa ad arco.
Al di sopra della copertura, si eleva la torre campanaria.
Interno
Presenta pianta rettangolare a tre navate, di cui la centrale, più alta delle laterali, prende luce da una serie di piccole finestre sui fianchi.
Pilastri separano longitudinalmente lo spazio e sorreggono gli archi e le volte.
Una cantoria si affaccia sulla navata occupando lo spazio che sovrasta il portale d’ingresso.
La copertura a botte della navata centrale è ornata da una ricca decorazione.
Gli stucchi che decorano la chiesa sono opera di Giuseppe Milani, realizzati tra il 1746 e 1749.
Gli affreschi della volta, assai alterati da ridipinture, sono attribuiti a Liborio Coccetti.
L’organo, del 1792, è opera di Luigi Gallicani.
La copertura della navata centrale è a botte, mentre quella delle navate laterali è a crociera.
La parete desta della chiesa è quella che fu costruita in origine ed è rimasta tale anche dopo l’intervento del 1773 e conserva in parte quello che era l’aspetto decorativo e strutturale del primo edificio.
Entrando sulla parete sinistra nella prima campata diverse lapidi commemorative fra cui quella di Clemente XIV e altre decorazioni qui murate e che facevano parte della parete sinistra della primitiva chiesa.
Il primo altare di sinistra è dedicato a S. Antonio abate con la statua del Santo Titolare; segue la statua di Padre Pio e nel secondo altare, dedicato alla Madonna di Loreto troviamo una tela con la Madonna tra San Carlo Borromeo e San Francesco.
Questo altare oltre ad attestare la devozione della comunità al relativo santuario di Loreto, costituiva anche un monito, quello di sovrintendere e custodire la via lauretana nel tratto S. Eraclio Colle S. Lorenzo, incombenza loro affidata sin dal 1482.
Statua di S. Rita e tela della Madonna del Riparo anche questo altare fa riferimento al Santuario terapeutico di Roviglieto.
Tela del secolo XVIII con la Madonna con Bambino tra gli angeli e sotto San Giovanni Battista e San Francesco.
Al termine della navata a ridosso del presbiterio altare della Madonna del Rosario con tela raffigurante la Madonna in gloria con il Bambino coronata da angeli e ai piedi San Domenico e Santa Caterina.
L’altare maggiore è dedicato a S. Pietro, un chiaro rimando alle origini della comunità e al ricordo della diruta chiesa di San Pietro di Rivo le cui pietre furono riutilizzate per l’edificazione di questa.
Dietro l’altare maggiore, rialzato di tre gradini, quadro con la Consegna delle chiavi da parte di Gesù a San Pietro tela firmata da Giulio Cesare Angeli e datata 1602, ai lati due nicchie con statue, a destra Sant’Agostino e a sinistra San Feliciano.
Nella navata di destra altare con tela della Madonna con Bambino tra angeli e sotto San Francesco e Sant’Antonio abate e nella nicchia, cappella della primitiva chiesa, ora occupata dal Fonte Battesimale, troviamo i patroni del castello; il quadro del secolo XVIII raffigurante S. Eraclio, fra due angeli, e ai lati, in altrettante nicchie sono allocate due statue policromate dei santi Giusto e Mauro, per ricordare ai fedeli la nuova realtà, dovuta a una serie di compromessi politici e religiosi.
A seguire l’altare della Madonna del Riparo con tela eseguita nel 1602 da Felice Damiani raffigurante la Madonna con Bambino incoronata da due angeli e sotto San Michele Arcangelo e San Rocco.
Nella campata successiva una lapide ricorda i finanziatori che nel 1928 fecero rinnovare la statua di Sant’Eraclio.
Subito dopo altare di Sant’Antonio da Padova con la statua del Titolare.
Dopo un confessionale accanto alla porta una nicchia con la statua della Madonna con Bambino e sulla parete resti di affreschi che si estendono anche all’interno della nicchia stessa; nella nicchia spicca una figura della Maddalena e sopra un angelo.
Sul soffitto all’incrocio delle vele dei medaglioni decorati con la Gloria di Dio e di San Marco Evangelista.
In controfacciata la cantoria.
Nel pavimento davanti alla porta centrale tomba di Pauli Bulai che contravvenendo ad ordini seicenteschi che proibivano sepolture in questa chiesa fu comunque fatta nel 1853.
Fonti documentative
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=44712
Mario Sensi – Sant’Eraclio da castello di frontiera a periferia di Foligno – 2012
https://tuttoggi.info/riaperta-la-chiesa-di-san-marco-a-santeraclio-foto/533296/
https://www.santeraclio.altervista.org/la-storia/la-chiesa-di-san-marco.html
Da vedere nella zona
Castello di Sant’Eraclio
Chiesa di Santa Croce