Chiesa di San Lorenzo – Rocca Leonella di Piobbico (PU)

La chiesa, recentemente restaurata, sorge ai piedi di Rocca Leonella oramai definitivamente scomparsa; la casa parrocchiale è stata attrezzata per ospitare gruppi di escursionisti e gestita dalla Comunanza.

 

Cenni Storici

Prima di parlare nello specifico della chiesa occorre analizzare a ritroso la storia del territorio per capire gli sviluppi sociali che hanno caratterizzato l’area.
Nel territorio di Piobbico insisteva una folta comunità di Celti, tanto è che sono state rinvenute ben due necropoli di tale popolazione, una poco consistente, ma un’altra molto vasta che è stata sondata solo in minima parte, i cui reperti recuperati sono ora custoditi presso il Castello Brancaleoni.
Di sicuro questa antropizzazione ha interessato tutto il territorio in particolare l’area montana e vista la posizione strategica e fortemente strategica del picco dove sorgeva Rocca Leonella, non è escluso che questa popolazione vi abbia posizionato un luogo di culto oltreché di osservazione.
Con l’arrivo dei romani che hanno colonizzato tutta la valle non sarà passato inosservato questo luogo così particolare che tra l’altro ben si prestava oltre che per il controllo del territorio anche per l’osservazione celeste e soprattutto per l’interpretazione del volo degli uccelli da parte degli auguri, che magari trovando un luogo già adibito a culto e magari carico di forte energia (Genius loci) era adatto all’edificazione di un tempio
adatto alla cultura romana e non è escluso che sia stato riconsacrato ad una divinità legata ad Ercole o ad un culto affine e successivamente ancora ereditato dai cristiani che trasformarono a loro volta il culto pagano di Ercole a San Lorenzo.
Forse fantasie ma con una loro logica.
Va ricordato infatti che le due titolazioni sono affini quindi è facile trasformare il culto pagano a cristiano, infatti Ercole essendo un semi-Dio non poteva essere ucciso da nessun mortale quindi decise di immolarsi dandosi fuoco su una pira funeraria; per affinità anche San Lorenzo fu bruciato vivo su una graticola, quindi stesso sacrificio.
L’affinità fra queste due figure è disarmante, infatti San Lorenzo venne martirizzato e morì a Roma il 10 agosto 258 e sempre a Roma nello stesso periodo veniva festeggiato Ercole il 13 agosto per la “Ferie Augutae“; i due sacrifici con evidenti similitudini della fine e del culto del “Sol Invictus” porta i cristiani all’appropriazione della festività pagana e alla trasformazione del culto di Ercole a quella di San Lorenzo e per questo motivo molti templi intitolati ad Ercole diventano chiese di San Lorenzo.
Forse anche questa ha subito la medesima trasformazione e la cosa non sarebbe peregrina visto che a Lerchi di Città di Castello, dall’altro versante dell’Appennino (che sembra distante, ma le popolazioni erano molto affini e fortemente comunicanti da una parte e dall’altra della montagna), che prende il nome dell'”Ercle” etrusco, “Eracle” greco si trasforma nel culto di San Lorenzo di Cortevecchia; una chiesa romanica orientata al “Solleone” (periodo tra metà luglio e metà agosto in cui il Sole si trova nel segno zodiacale del Leone), guarda caso nel periodo in cui cade la festa di San Lorenzo.
Il giorno del 10 agosto il sole sorge proprio sull’asse della chiesa di San Lorenzo Cortevecchia di Lerchi.
Per quanto riguarda invece l’occupazione Longobarda la zona di Piobbico faceva parte dell’Esarcato di Ravenna quindi la dedicazione della chiesa a San Lorenzo la dice lunga sulla presenza Bizantina in quest’area, infatti tale dedicazione è tipico della cultura greco-bizantina.
Tutto questo ragionamento ci porta a concludere che la chiesa, seppur edificata nel XIII secolo, abbia origini ben più remote e che sia legata ad una cultura paleocristiana e successivamente assorbita dalla presenza Bizantina e Longobarda del VI-VII secolo; infatti non è raro, anzi è comune trovare a poca distanza tra di loro dedicazioni di chiese ora dell’una o dell’altra comunità, ecco quindi che a chiese dedicate a San Lorenzo di tradizione Bizantina si contrappongono a pochi chilometri quelle dedicate a San Michele di dedicazione Longobarda.
Anche qui di fatto troviamo toponimi Longobardi che ci fanno intuire la loro presenza a breve distanza con i Bizantini.
Poco si conosce della storia di questa chiesa in quanto nel corso dei secoli molti documenti storici sono andati perduti per cui è difficile fare una ricostruzione precisa su dati documentari.
Quello che si è potuto sapere è che in origine erano due le chiese del territorio, come appare dal rinnovo dell’investitura del feudo del 25 agosto 1262, fatta dal Capitolo cattedrale di Cagli, cui apparteneva il feudo di Rocca e di Montegrìno, ai Brancaleoni: S. Benedetto (monastero) e S. Lorenzo.
La prima chiesa sorgeva verso il colle denominato anche oggi di S. Benedetto, poco distante dal primo tratto di strada Piobbico-Roccaleonella e da quello che si legge nelle Rationes Decimarum del 1299 si trattava di un monastero dove il collettore riceve “a domno Salve converso monasterio sancti Benedicti et rectore ecllesie santi Matthei vallis lagus … 8 sol. den. ravenn.“; questo cenobio cadde per il terremoto del 1456.
Della chiesa di S. Lorenzo, come anche di S. Benedetto, avevano il patronato i Conti Brancaleoni, ma nella rinnovazione dell’investitura del feudo della Rocca, il 25 agosto 1262, lo cedettero al Capitolo cattedrale di Cagli.
Nel 1274 era rettore di S. Lorenzo, Don Giunta, ed era ancora presente il 2 novembre 1286 alla stipulazione di un atto notarile.
Nell’anno 1322 il rettore, D. Bartolo Bonaiuti, viene sottoposto a processo per ordine dell’Inquisizione e poi assolto insieme con il conte Nicolò di Puccio Brancaleoni, per aver favorito il ricovero dei piccoli figli del conte Federico di Montefeltro, ribelle alla chiesa, nel castello della Rocca.
Frequenti sono i lasciti fatti dai Conti Brancaleoni o di Piobbico o di Rocca a favore della chiesa di S. Lorenzo, se ne trova uno del 3 gennaio 1327 da parte di Pazzo Brancaleoni di Piobbico, un altro del 1495 di Lionello di Trasmondo dei Brancaleoni della Rocca.
Dal sec. XV la storia della parrocchia di S. Lorenzo viene ad intersecarsi con quella di S. Pietro del Cuppio o in prato, chiesa forse anteriore a S. Lorenzo stesso (s. XII), ma che finirà per essere assorbita come parrocchia, per restare come chiesa semplice, ora andata in completa rovina.
la parrocchia di San Lorenzo dal 1978 è pieno iure annessa alla parrocchia di S. Maria in Val d’Abisso.
Altre deduzioni storiche si possono trarre da un’osservazione architettonica; intanto da una osservazione esterna della facciata si nota un ampliamento dell’edificio sul fianco sinistro e di sicuro una inversione dello stesso di 180°; infatti si nota chiaramente a destra sopra il nuovo portale una monofora murata, chiara indicazione di un’apertura che illuminava l’altare nel giorno del solstizio, elemento che ne aveva determinato l’originaria costruzione e orientamento solare.
Il nuovo portale presenta la data 1899 sulle basi dell’arco che potrebbe rappresentare il momento che la chiesa ha subito lo stravolgimento dell’orientamento o più semplicemente potrebbe rappresentare la data della collocazione del nuovo portale, questo non si sa al momento.
Di certo si sa che il terremoto del 3 giugno 1781 che colpì l’Appennino marchigiano centro-settentrionale, ebbe i massimi effetti più distruttivi nel territorio di Cagli e fra i paesi che subirono gli effetti più devastanti ci fu proprio Rocca Leonella che fu distrutta quasi totalmente.
Fu chiamato il terremoto del Nerone e la sua intensità distruttiva cambiò l’aspetto e la fisionomia di interi borghi e se si pensa che Rocca Leonella fu quasi rasa al suolo, è indubbio pensare che la chiesa non sia stata risparmiata e che la sua ricostruzione possa aver subito radicali cambiamenti strutturali.
Anche l’edificio addossato, ora concepito come struttura ricettiva presenta in facciata una nicchia con una Pietà in terracotta e la data 1913 riferita ad una ristrutturazione.
 

Aspetto esterno

L’edificio che si presenta di primo impatto all’arrivo dalla strada altro non è che la voluminosa casa parrocchiale addossata alla chiesa ed ora riconvertito alla Comunanza di Rocca Leonella ad uso recettivo per escursionisti, completamente arredato e provvisto di ogni confort, mentre l’edificio religioso è alle sue spalle.
Dalla parte opposta infatti troviamo la facciata della chiesa di San Lorenzo.
A destra del nuovo portale si nota una feritoia tamponata che costituiva il punto luce dell’altare orientato verso il solstizio e la facciata era dalla parte opposta alla presente.
Il portale arcuato è di recente fattura e alle basi d’appoggio dell’arco compare la data 1899; sulla parete destra si apre una porta su un altro edificio addossato che dovrebbe servire da sacrestia.
Il campanile a vela è a squadra con due fornici, uno per facciata, e si eleva nel colmo centrale dell’edificio in quella parte che doveva costituire la facciata; secondo mons. Lupperini il campanile fu eretto nel 1633, poi crollato con il terremoto del 1781.
 

Interno

L’interno, a navata unica, si presenta con tetto a capanna con capriate, il pavimento in piastrelle, le pareti sono intonacate e non presentano tracce di decorazione, tranne che sulla parete destra è appeso un lacerto di affresco staccato di una Madonna con Bambino di cui io ignoro la provenienza.
Il presbiterio è rialzato di un gradino racchiuso da un arco trionfale o arco santo, con al centro la mensa.
La parete d’altare è decorata con una tela raffigurante il supplizio di San Lorenzo.
Sulla destra della parete d’altare si apre la porta della sacrestia.
In controfacciata a sinistra della porta d’ingresso si trova il Fonte Battesimale eretto nel 1742.
 

Fonti documentative

Mons. Giuseppe Palazzini – Le chiese di Piobbico – 1980
 

Nota di ringraziamento

Ringrazio sentitamente Enzo Moretti Presidente della Comunanza di Rocca Leonella per la sua disponibilità il quale mi ha fornito gentilmente le foto degli interni.
Ringrazio Ermes Blasi per avermi fornito le informazioni storiche del territorio di Piobbico e Giovanni Cangi, prezioso esperto della lettura del mondo, colui che ti fa ascoltare e e ti insegna a leggere la natura priva di ogni forma di scrittura.
 

Mappa

Link alle coordinate: 43.578217 12.541557

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