Chiesa di San Lorenzo – Curasci di Foligno (PG)

La chiesa domina la collina da cui si ammira un panorama meraviglioso.

 

Cenni Storici

La modesta chiesa di San Lorenzo si eleva ai margini dell’abitato di Curasci, una frazione montana del comune di Foligno che conta a malapena 6 abitanti in prossimità del confine con le Marche.
La frazione, posta a 1.018 m s.l.m., è quella a maggiore altitudine di tutto il comune di Foligno, insieme alla frazione di Croce di Roccafranca.
Il versante orientale si affaccia sulla valle del fiume Vigi; davanti al paese ci sono diversi monti, la cui altitudine si aggira sui 1.200 metri s.l.m., tra cui il monte Castiglione (1.158 m), il monte San Salvatore (1.146 m), noto per la sua abbazia, il monte Cui (1.109 m) e il monte Nagni (1.084 m). Da questi monti sgorgano numerose sorgenti, tra le quali la sorgente Trocchi e la sorgente Mergo.
Non si dispone di documentazione che attesti le origini dell’edificio religioso, ma da un’analisi della struttura architettonica romanica, dal suo orientamento e dai documenti in possesso si può dedurre che sia anteriore al XIV secolo.
Secondo gli accertamenti eseguiti durante gli ultimi interventi conseguenti al terremoto del 1997 si è appurato che accanto all’edificio, in epoca antica era presente un’area cimiteriale e questo si spiega in conseguenza del fatto che all’interno dell’abitato medievale, Curasci presentava un lazzaretto gestito da religiosi e la chiesa e l’area di sepoltura erano in uso dello stesso; va considerato poi che le modeste dimensioni dell’edificio non consentivano la tumulazione di tutta la popolazione.
Il fabbricato del lazzaretto è stato scoperto proprio in conseguenza degli ultimi lavori di restauro post sisma dell’abitato, infatti è stato individuato l’edificio in oggetto che però oramai ha assunto un aspetto abitativo pieno.
La presenza di religiosi a Curasci è documentata negli Statuti di una “fraternitas plebati sancte Marie de Verclano” che ci sono pervenuti e conservati nell’Archivio della Diocesi di Spoleto; si trattava di una Confraternita plebale clericale che fu costituita nel XIV secolo nella chiesa madre di Verchiano che all’epoca comprendeva ben undici chiese curate fra cui quella di San Lorenzo di Curasci a cui faceva capo un rettore, due confratelli e tre consorelle di questi conosciamo persino i nomi: “De villa Curasi, Donpnus Matheus clericus ecclesie s. Lau.rentii de valle Corni cum suis, Hiccardus Valerani, Paulus Compagnoni, donna Divitia, donna Caratenuta, Bevenuta“.
La fraternità, che aveva scelto come patrono la Madonna, era costituita da chierici che avevano ammesso, stante la matricola, come soci laici, uomini e donne, e probabilmente con gli stessi diritti dei chierici ed avevano il compito di aiutare i poveri, dell’accompagno dei defunti confratelli e la partecipazione alle officiature nell’anniversario dei chierici defunti; potevano dare l’accompagno ad altre persone estranee alla Confraternita dietro compenso.
Amministrava la cassa un camerlengo; ed il patrimonio era costituito da lasciti testamentari e da ablazioni spontanee degli iscritti in occasione della morte di un loro confratello.
Le decisioni più importanti venivano prese al capitolo generale; incerta l’ammissione dei laici a detto capitolo.
Fra i lasciti testamentari ne troviamo uno fatto il 17 gennaio 1460 da un certo “Butius ol. Munaldi de villa Curasi, sindicatus castri Verchiani, comitatus Fulginei, spoletane diocesis” il quale lascia alla Confraternita per opere nella chiesa di Santa Maria delle Grazie di Verchiano “otto anconetani d’argento“.
Tale Confraternita rimase in piedi fino al 1523 dopodiché è scomparsa.
La chiesa di San Lorenzo compare nelle Rationes Decimarum del 1334 dove corrisponde alla Camera Apostolica la decima dovuta e al capitolo 6556 troviamo la documentazione: “Item habui ab eodem solvente pro dompno Alexio rectore ecclesie S. Laurentii de Curasio II soldi e VI denari cortonesi“.
La chiesa ha avuto alterne dedicazioni, in origine era dedicata a San Lorenzo (come ora), poi è passata a Sant’Antonio, la cui immagine è presente dietro l’altare e si faceva la festa con la distribuzione del pane, poi dal 1958 il santo patrono del paese è diventato di nuovo San Lorenzo martire, anch’esso raffigurato nella parete d’altare.
La chiesa ha subito diversi rimaneggiamenti nel tempo, dovuti per lo più ad interventi conseguenti i vari terremoti che si sono susseguiti nel corso dei secoli, in uno di questi è stata anche sopraelevata di circa 30 cm e sono stati danneggiati gli affreschi che erano presenti nella parete sinistra.
E’ stata anche tamponata la porta principale che si affacciava in facciata forse alla fine dell’800 ed è stata aperta una porta laterale sulla parete destra, porta che è ora l’ingresso ufficiale della chiesa.
Durante il sisma del 1997 è crollata la parete sinistra dando l’ultimo colpo di grazia a quel poco che rimaneva degli affreschi già danneggiati dai lavori di sopraelevazione.
 

Aspetto esterno

La chiesa ha un aspetto romanico pur mancando dell’abside ed ha un orientamento Ovest-Est; nell’antica facciata con tetto a capanna, troviamo il vecchio portale in pietra ad arco che è stato tamponato e nel colmo del tetto c’è il campanile a vela ricostruito recentemente (forse 1960 ?) dopo l’innalzamento del tetto di circa 50 cm.
Nella parete sinistra non compaiono finestre, mentre un punto luce all’altezza del presbiterio è presente nella parete destra dove è stata aperta l’attuale porta squadrata e munita di una tettoia.
 

Interno

L’interno è a navata unica con un pavimento moderno, il presbiterio è rialzato di un gradino, l’altare in marmo è di recente realizzazione.
La parete destra, molto spessa, si presenta in maniera anomala a scarpa interna mentre all’esterno è verticale; entrando e salendo verso l’altare, si incontra un’antica acquasantiera in pietra e la finestra all’altezza del presbiterio che illumina l’altare e nella parete di fondo compaiono affreschi che ne ricoprono quasi per intero la superficie.
A destra poco leggibile troviamo il vecchio Santo Patrono Sant’Antonio Abate, al centro una Madonna con Bambino posticcia e tarda rispetto al precedente affresco datata 1605 eseguita da un pittore di scarso talento e sovrapposta o ad un vuoto o che è andata a coprire un precedente affresco.
A sinistra molto deteriorato anch’esso troviamo San Lorenzo con gli attributi del martirio, un graticola; completa la parete di fondo una statua di San Lorenzo ad uso processionale su un piedistallo in pietra, utilizzata in occasione della festa il giorno 10 agosto quando nella chiesa viene celebrata la messa e si fa fa la festa paesana.
Nella parete sinistra si notano diverse tracce di affreschi votivi, ma sono stati completamente distrutti dal cedimento (o rifacimento) del muro; il primo santo che si nota scendendo lungo la navata è un San Sebastiano, riconoscibile per le ferite insanguinate su uno stinco nudo, doveva seguire un’altra figura devozionale non più decifrabile e subito dopo si nota un altro San Sebastiano anch’esso distinguibile dal piede e un pezzo di stinco trafitto da una freccia.
Questo secondo San Sebastiano, seppure sia rimasto solo un piede mostra una pregevole fattura opera probabilmente di un pittore pratico del mestiere; sotto c’era la scritta devozionale del committente, ma che ora non si legge più; seguiva un’altra immagine devozionale, ma è del tutto persa.
La presenza di questi due San Sebastiano sta proprio a significare il carattere taumaturgico della chiesa che asserviva il vicino lazzaretto.
Nella parete ex controfacciata troviamo una nicchia che era la vecchia porta contenente una lapide mortuaria, un confessionale a sinistra e un mobiletto a destra per arredi ed abiti sacri.
 

Fonti documentative

Don Mario Sensi – Vita di pietà e civile di un altopiano tra Umbria e Marche – 1984
P. Sella – Rationes Decimarum Italiae nei secoli XIII e VIV Umbria – 1952

https://it.wikipedia.org/wiki/Curasci

 

Mappa

Link coordinate: 42.952367 12.909733

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