Chiesa di San Leopardo – Apiro (MC)

Cenni Storici

La piccola chiesa, che sorge su un ameno colle, è molto antica (X-XI sec.). In origine era molto più piccola dell’attuale e conteneva un solo altare; fu ampliata nel 1860, per desiderio del San. Francesco Saverio Mariotti con la collaborazione dei fedeli che portarono le pietre ed altri materiali da costruzione. Si aggiunsero simmetricamente tre altari: dietro l’altare maggiore il can. Mariotti fece preparare la sua tomba e vi si fece seppellire alla sua morte sopraggiunta nel 1867. Tutta la struttura esterna, costruita da pietre irregolari squadrate, è a forma quadrangolare completata da un abside semicircolare sulla quale si eleva l’altare maggiore, illuminato da una sottile monofora in pietra calcarea bianco-rosea. Nell’interno i pavimenti, ad esclusione di quello dell’abside, e gli altari, (Sec. X-XI) a forma di urna, sono in pietra arenaria reperita sul posto e nei campi vicini. Il portale di pietra arenaria tenera venne realizzato da Piersigilli Giovanni. Nel campanile, alla antica campana marcata “Ancona 1608″, si aggiunse quella donata da Leopardo Borioni, al suo ritorno dalla guerra come ex voto, del peso di 80 chilogrammi circa. Oggi queste campane sono custodite nel campanile della chiesa di Sant’Isidoro (salvate dal parroco Don Giovanni Staffolani ). Per il pericolo di furti, quattro tele vennero salvate dall’allora parroco Don Giovanni Piccioni ma scomparirono in circostanze misteriose, come gli sportelloni in legno dorato dietro l’altare. Successivamente ignoti hanno sfondato la porta, profanando la tomba del Can. Francesco Saverio Mariotti (perché si diceva che egli avesse un anello prezioso al dito) e recentemente è stata rimossa e rotta la lapide, all’interno della chiesa, che lo ricordava. Molti fedeli si rivolgevano a San Leopardo per la guarigione dalle malattie e in occasioni di epidemie (la più vicina a noi è la “Spagnola” del 1919) che, nell’estremo tentativo di guarire dal contagio raggiungendo la chiesa, molti morirono e vennero seppelliti nella zona. La festa di San Leopardo si celebrava il 22 luglio e vi si svolgeva un’importante fiera di bestiame; nel 1907-1908 venne spostata, per decisione del sindaco Domenico Ramadori, all’8 agosto. Tale festa è durata fino al 1963, dopo questa data, per lo spopolamento della zona, la chiesa è andata sempre più degradandosi. La zona di San Leopardo era molto importate, anticamente figurava come “sestiere”; dal 1379, con i nuovi statuti di Apiro, fu nominato “quartiere” ed aggregava anche il castello di Sant’Urbano.

Apiro attraverso i Secoli. Fernando Bevilacqua
comune di Apiro e Comunità Montana del San Vicino
 

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