Chiesa di San Gualtiero – Servigliano (FM)
Cenni Storici
La sua costruzione risale al XIV secolo, ma fu ampliata, così come la si vede oggi, nel 1626. Documenti storici, custoditi gelosamente a Servigliano, narrano di grandiose manifestazioni fin dall’Ottocento dedicate a San Gualtiero. Tra queste la festa celebrata il 12 luglio 1846: il rendiconto originale (ancora intatto) venne redatto dai canonici don Cesare Vecchiotti e don Agostino Gualtieri. Allora vennero spesi 165 scudi, un baiocco e 10 centesimi, cifra raccolta anche grazie all’intervento delle famiglie facoltose del tempo. Per allietare i festeggiamenti vennero ingaggiati 19 cantanti e 26 suonatori della Cappella di Loreto: tra questi, i tenori Damiani e Terenzi, i bassi Balloni e Morroni, il soprano Casti e il contralto Giannetti. Nella seconda metà del secolo XIII il religioso eremitano fra Gualtiero venne ad abitare con il sacerdote Armando o Armeno, in territorio serviglianese, prima nella valle Marana presso l’attuale chiesetta di santa Lucia, poi nella pianura della Valentella. Formò una comunità ed assisteva i malati. Qui morì in odore di santità e di fatto san Gualtiero da Servigliano fu poi canonizzato per antico culto. Le sue reliquie furono contese dagli ascolani, ma assegnate alla pieve serviglianese dal papa nel 1326. Il clero viveva vicino alla popolazione per insegnare che è da Dio che proviene ogni bene. Gli abusi di ricchezze, piaceri e poteri, o diritti, erano superabili con l’aiuto delle grazia soprannaturale. Nel 1400 il pievano don Marino fece riporre le reliquie del venerato Gualtiero in un’urna sotto la torre della facciata di San Marco e per il suo capo (teschio) si procurò dagli argentieri ed orafi di Guardiagrele un magnifico reliquiario, un vero gioiello. Nella pianura dove era il romitorio del ven. Gualtiero, dopo che le sue reliquie erano state portate nel castello, cominciarono i santavittoriesi ad allargare i loro confini oltre il fosso (oggi detto di san Gualtiero), ma nel 1450 furono fatti intervenire i priori del governo di Fermo che imposero ai santavittoriesi, con atto scritto, di riconsegnare il piano a Servigliano. Questa pacificazione fu facilitata dalla predicazione del francescano riformatore, san Giacomo della Marca, “nel nome del Redentore”, (IHS: Gesù degli uomini Salvatore) con il sostegno del cardinale Domenico Capranica arcivescovo fermano.
Leggenda di fondazione
La leggenda dice che per decidere dove fare la chiesa di s. Gualtiero caricarono le spoglia del santo su un carro trascinato da buoi che non erano mai stati al giogo; dove si sarebbero fermati questi buoi avrebbero costruito la chiesa. E l’hanno costruita dove sta adesso.