Chiesa di San Giuseppe – Montescosso di Ponte Felcino (PG)
Cenni Storici
L’insediamento dei Passionisti a Montescosso è avvenuto nel 1898 grazie ad un lascito del Conte Riccio Maria Ricci che gli donò una tenuta con palazzo ereditata dai Baroni della Penna, con un antico fabbricato a due piani costituito da un attico e due ali ai fianchi.
Il palazzo si trovava in una Villa, cosiddetta “Ricci” con un terreno di circa 15 ettari, bagnato da un ruscello detto Valdrocco (oggi Fosso delle Fornaci) che affluisce nel Tevere, una parte seminato di viti, grano, olivi e l’altra destinata a selva, boschetto di caccia e giardini.
Il lascito ad un Istituto religioso maturò alla morte della consorte del Conte Ricci avvenuta nel 1892 e la donna sul tetto di morte incoraggiò il marito ad attuare il progetto.
Dopo varie vicissitudini burocratiche il 22 agosto 1898 il Superiore Generale ottenne dalla S. Sede la facoltà di fondare il nuovo Ritiro di Montescosso, intitolato a S. Giuseppe, consegnandolo alla Provincia passionista di Maria Santissima della Pietà.
Durante la seconda guerra mondiale dopo l’armistizio del Maresciallo Badoglio dell’8 settembre 1943, i soldati tedeschi in ritirata occuparono il convento, scavarono fosse e tagliarono alcuni pioppi e alla fine portarono via alcune appartenenze della comunità.
La chiesa di cui poteva beneficiare la Comunità era costituita da una cappella padronale che fu ristrutturata a spese del Conte e benedetta il 25 luglio 1900 da Mons. Dario Mattei Gentili, Arcivescovo di Perugia e in questa occasione fu inaugurato il refettorio, con lavori di falegnameria di frate Bonaventura Capocaccia.
Tra gli anni 1920-1921 si ventilò la chiusura del ritiro ma il 9 marzo del 1921 il Consiglio Generale rimandò la decisione ad altro tempo; il problema si ripresentò nel 1923 per il ristretto numero di religiosi e la mancanza di una vera e propria chiesa.
Il Padre Luigi Besi, membro della Curia Generalizia, si fece carico del problema e provvide a trovare i fondi per la costruzione del nuovo edificio di culto.
Ai primi di marzo 1923, il Padre Besi che si trovava a Montescosso per ragione di salute incaricò l’architetto Cav. Egisto Belletti a redigere il progetto che fu firmato il 2 maggio dello stesso anno insieme al preventivo dei lavori.
I lavori cominciarono il 6 maggio 1923 dalla Ditta Fioroni Beniamino e figli, e dopo la morte del Besi, sarà benedetta il 20 maggio del 1923 dal Padre Provinciale Paolo Antonio Berti.
Nel giorno della solenne consacrazione, avvenuta il 13 giugno del 1925, a San Giuseppe vi vennero portate le reliquie di san Paolo della Croce, fondatore dei Passionisti, di San Gabriele dell’’Addolorata e di altri tre Santi Passionisti provenienti dal Ritiro di Recanati.
La chiesa appartiene alla Parrocchia del Santissimo Corpo di Cristo in Bosco e nel 2016 in occasione del Giubileo Straordinario della Misericordia la chiesa ha avuto il privilegio di essere eletta quale Santuario giubilare.
Aspetto esterno
La chiesa ha un impianto a croce latina, ispirata allo stile romanico lombardo; l’artistica facciata, abbellita da due bifore laterali e una trifora centrale, è tutto un ricamo di merletti, di cornici, colonnine e archetti in rosso mattone, al quale danno magnifico risalto gli sfondi, le sculture ed il portale color pietra serena, chiara a cui si accede per una comoda gradinata sagomata.
Nella lunetta sorretta da due colonne e decorata con archetti in mattoni rossi, figura di San Giuseppe.
Ai quattro lati delle trifora centrale simboli dei 4 Evangelisti, in alto sotto il timpano nicchia con Madonna con Bambino fra due angeli.
Nella cuspide centrale statua con Bambino orante.
Il campanile, in mattoni pressati e in stile gotico, è in armonia con la chiesa e si eleva per circa 23 metri di altezza arretrato sul fianco sinistro della stessa.
Le tre campane sono state tutte costruite da Giuseppe Pasqualini di Fermo, le prime due nel 1905 e sistemate in precedenza in un antico campanile della vecchia chiesa, la terza campana di circa 280 Kg fu posizionata per l’inaugurazione e fu dedicata a S. Luigi in memoria del Padre Luigi Besi, e a S. Gabriele.
Sul lato sinistro della chiesa, su un ponticello di sassi porosi sovrastato da un grande Crocifisso in marmo, opera dello scultore M. Soldani (1965), si erge un Calvario (1965) e, dietro di questo è stato allestito in modo permanente, in pietra e cemento, opera del Passionista P. Marotta (1969), un Presepio in cui in primo piano compare San Giuseppe.
Interno
L’interno è a croce latina voltata a botte con tre campate sostenute da colonnine da cui partono costolature che ripartiscono le volte in vele affrescate con i dodici Apostoli e un presbiterio absidato; la terza campata accoglie le cappelle laterali absidate; nelle campate si aprono alte monofore arcuate sovrastate da rosoni.
Le pareti sono state interamente affrescate nel 1958 dall’artista di Morrovalle Elis Romagnoli che poco più che trentenne, ma già dotato di grande talento artistico, ha dedicato un intero anno alla realizzazione di questa notevolissima opera.
Entrando nella parete destra la prima campata è affrescata con la Resurrezione di Cristo e in alto ai lati della monofora due cervi contrapposti che bevono simbolo dei Sacramenti.
Nella seconda campata la consegna della chiavi a Pietro e sopra tra la finestra e il rosone i simboli della Chiesa.
Nella terza campata si apre la cappella di San Paolo con un altare sovrastato da un’immagine di San Paolo della Croce fondatore dei Religiosi e delle Religiose della Passione di Gesù Cristo, nella lunetta simboli della Congregazione religiosa: un cuore contornato di bianco su capo nero sormontato dalla croce, con la scritta “JESU XPI PASSTO” (la Passione di Gesù Cristo) in latino e greco, i tre chiodi della crocifissione e sotto un ramo d’olivo simboleggiante la pace e uno d’alloro, simbolo di immortalità.
Ai lati dell’altare a sinistra, apparizione di Maria vestita da Passionista al giovane Paolo, a destra abbraccio del Crocefisso da parte di Paolo.
Nella volta absidale glorificazione di San Paolo della croce e nell’arcata i simboli degli Evangelisti Matteo e Marco.
Il presbiterio è rialzato di un gradino e l’emiciclo dell’abside è percorso per tutta l’ampiezza da arcatelle a sesto rialzato, sormontate da archetti pensili tipici dell’architettura romanica, che racchiudono dieci scene dedicate alla vita del Santo Titolare, al cui centro spicca uno splendido mosaico dalle innumerevoli tessere dorate raffigurante San Giuseppe che tiene in braccio Gesù.
Nella prima arcatella troviamo la Fuga in Egitto, Presentazione di Gesù al Tempio, Gesù fra i dottori, Gesù fanciullo nella bottega del padre, Morte di San Giuseppe.
Al centro mosaico dorato di San Giuseppe.
Si prosegue nell’emiciclo verso sinistra dove ben tre riquadri sono occupati dallo Sposalizio di Maria e Giuseppe sulla falsariga di Raffaello, segue una Natività dove fra i pastori compare in primo piano Padre Candido Marotta, al quale si devono gli interventi più significativi messi a punto per rendere più bella la chiesa.
Ultimo quadro a sinistra il sogno di Giuseppe.
Nella volta absidale possiamo ammirare una splendida Incoronazione e glorificazione della Vergine in un bellissimo sfondo azzurro.
Scendendo dal presbiterio verso la porta si trova la Cappella dell’Addolorata con un altare decorato da un quadro della Vergine addolorata che guarda la corona di spine; nel catino absidale della cappellina a destra un’immagine di San Gabriele dell’Addolorata ( Santo Passionista nato ad Assisi nel 1838 e morto a Isola gran Sasso di Teramo nel 1862), a sinistra San Vincenzo Maria Strambi ( (Santo Passionista nato a Civitavecchia nel 1745 diventato Vescovo di Macerata e fedelissimo di papa Leone XII morì a Roma nel 1824); La calotta absidale contiene una Pietà.
Nella seconda campata a scendere i discepoli di Emmaus e sopra ai lati della finestra i simboli dell’Eucarestia, e nell’ultima campata, quella accanto alla porta, la preghiera di Gesù nel Getsemani e sopra i simboli della Passione.
In controfacciata a destra monumento a Padre Luigi Besi, artefice della costruzione della chiesa, e sinistra la lapide in ricordo della Consacrazione della chiesa (13 giugno 1925 Anno Santo), in alto Santa Maria Goretti venerata dai Passionisti nel loro Santuario di Nettuno, e a fianco Santa Gemma Galgani (Santa Passionista nata a Camigliano di Lucca nel 1878 e morta a Lucca nel 1903).
Fonti documentative
I Passionisti a Montescosso , i primi cent’anni 1898-1998 – Maggio 1998
Montescosso Chiesa di San Giuseppe – Quattroemme 2016
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=46134&RicProgetto=reg-umb
https://webcache.googleusercontent.com/search?q=cache:fLw7xidE-lEJ:https://sangiuseppe.sangiuseppespicello.it/images/culto-e-chiese/Montescosso.doc+&cd=5&hl=it&ct=clnk&gl=it