Chiesa di San Giovanni – Valcaldara di Norcia (PG)
Cenni Storici
La descrizione di questa chiesa, oggi in completa rovina, ma in passato antica parrocchiale, va letta come ricordo di quel che era e or non c’è più.
La Chiesa di San Giovanni è di antiche origini, è citata nel trecentesco codice Pelosius come “S. Joannis de Varcardaria“, con un estimo di 18 libbre, 6 fiorini e 8 denari.
Oggi è in pessime in pessime condizioni, semisommersa dalla vegetazione; soggetta nel tempo a ripetuti rifacimenti che la rendono di difficile lettura, sorge a poca distanza dal paese di Valcaldara, su un trivio antichissimo in vista del monte Ventosola e del convento di Montesanto.
Sui muri esterni si notano blocchi di grandi dimensioni, probabilmente elementi di reimpiego di un preesistente edificio romano, su tale fiancata irrobustita nel ‘700 si apre un portale archiacuto con due colonnine del Trecento, la serraglia più tarda è stata scalpellata.
Interno
L’interno a unica navata, coperta da volte a vela e divisa in due campate più presbiterio, oggi è inagibile, le lesioni degli ultimi terremoti non sono state ancora riparate e i muri perimetrali cui s’addossano i pilastri cinquecenteschi hanno ceduto.
Tutt’attorno correvano sedili in muratura.
A destra entrando, si notavano una serie di votivi, tra cui un frammento trecentesco di una Madonna dei Raccomandati accanto al pilastro dell’acquasantiera, poi una serie di votivi quattrocenteschi degli Sparapane: San Giovanni Battista, San Giorgio a cavallo; nel presbiterio, un’Incoronazione della Vergine sotto la quale appare uno strato precedente; sulla parete di fondo, San Pietro con le chiavi, sovrapposto a identico soggetto più antico.
Altri affreschi più antichi si intravedevano sotto la scialbatura dietro la mensa dell’altare.
Un “MCCCCXLI/ I(N) TESTO SA(NCTI) AUG(USTINI)” è graffito sul manto di un San Giovanni dall’aspetto femmineo.
Il presbiterio era formato da un raro ciborio a tre archi sostenuti da due colonne ottagone con nodo nel fusto e capitelli fogliati, della fine del secolo XIV.
Numerosi affreschi della prima metà del secolo XV, non ben liberati dall’intonaco, sull’intera parete sinistra, sono opera dello stesso pittore che lavorò sulla parete dietro l’altare.
Occupava quasi tutto il lato corto opposto al ciborio una delicata Madonna in trono col Bambino e i santi Giovanni Battista e Caterina, affresco di Francesco Sparapane dei primi del secolo XVI pesantemente aggredito dall’umidità.
Presso la porta, resti di una Madonna col Bambino dello stesso frescante cui si deve l’immagine della Madonna di Cascia fuori Norcia (primi del sec. XV).
L’oscuro ambiente cubico (sagrestia) cui si accede dal presbiterio è danneggiatissimo.
Fu interamente affrescato da pittori locali nei secoli XV-XVI.
Rimaneva una mediocre figura di Cristo benedicente entro mandorla sulla volta, una Resurrezione frammentaria in alto, diverse Madonne col Bambino (una datata 1492, su doppio strato), un Sant’Antonio abate in posizione frontale, una Santa Lucia del secolo XV, e una parete con immagini sbiadite del secolo XVI.
Cosa rimane di tali decorazioni non è dato di conoscerlo, lo stato di persistente abbandono sta purtroppo infierendo su quel che poco che il terremoto ha risparmiato.
Nota di ringraziamento
Si ringrazia l’amico Marco Barbarossa, preziosa guida del territorio
Nota fotografica
Le foto vecchie della chiesa e del suo interno sono tratte dalla rete.
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Fonti documentative
R. Cordella, S. Petrini – Guida di Norcia e del suo territorio – Norcia 1978
R. Cordella – Norcia guida storico-artistica. Una mostra, un restauro – Norcia 1995
L. Fausti – Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo – Foligno 1913
Toscano B., Giacchè L., Ragni B. – L’Umbria. Manuali per il territorio. La Valnerina. Il Nursino. Il Casciano -Roma, Edindustria,1977
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