Chiesa di San Giovanni Battista – Castiglion della Valle di Marsciano(PG)
Cenni Storici
La chiesa parrocchiale di questo castello è dedicata a San Govanni Battista e la sua costruzione risale ad un periodo precedente al 1163 in quanto in quella data il Barbarossa la confermò al monastero di S. Pietro di Perugia, al quale concesse anche la giurisdizione su parte del castello stesso.
La chiesa è citata nel Liber Contractuum del 1331-32, nel Liber Beneficiorum nell’anno 1350 e nel catasto del 1489.
Il rettore della chiesa pagava al monastero l’annuo canone di 3 corbe di grano, ridotte ad una sola nel 1387.
Nel 1500 fu fatto il catasto particolare dei beni di questa chiesa, i quali dovevano essere ragguardevoli, se, come ci attesta l’abate Bini, “li Baglioni non volevano fare uscire dalla loro famiglia questo beneficio“.
Nel 1527, quando quest’edificio era in pessime condizioni, l’abate del monastero di San Pietro fece richiesta a donna Giulia, moglie di Gentile Baglioni, di provvedere al restauro.
Nel 1505 il vicario del vescovo visitando questa chiesa ordinò che i parrocchiani facessero nella medesima una cappella.
Due anni più tardi il cardinale Fulvio Della Corgna decretò che a questa chiesa si dovessero dare le decime di grano e di vino da quelli che ne raccoglievano, e dieci soldi dagli altri non ostante la consuetudine contraria.
Nel 1555 la chiesa passò definitivamente al monastero di San Pietro.
Nel 1565 il vicario del vescovo visitando questa chiesa ordinò che i parrocchiani realizzassero una cappella e che fosse officiata in tempo di quaresima da un monaco del monastero di S. Pietro con licenza dell’Ordinario.
Nel secolo XVII si innescò una lite fra il pievano di Pieve Caina e la Comunità di Castiglione della Valle; lite che si protrasse per la bellezza di venticinque anni e che ebbe fine nel 1630 grazie all’intervento del vicario vescovile, del priore dei chiostri e dei Consoli della Mercanzia.
La lite era scoppiata in merito al diritto di battezzare e fu chiusa con l’erigere un fonte proprio nella chiesa di Castiglione, e con dare una volta tanto, come risarcimento dei diritti, la somma di 100 fiorini al pievano di Pieve Caina.
Ma nove anni più tardi si riaccese un’altra questione circa la benedizione del Fonte, ma questa fu fortunatamente composta subito con lo stabilire che il sabato santo prima si facesse la benedizione del Fonte in Pieve Caina con intervento del rettore di Castiglione, e subito dopo avesse luogo lo stesso rito in Castiglione con l’intervento del rettore di Pieve Caina.
L’attuale edificio fu ricostruito negli anni 1890-93, nello stesso luogo dove esisteva l’antica chiesa, che era divenuta insufficiente.
L’edificio fu progettato dall’architetto Nazzareno Biscarini e fu sviluppata secondo lo schema delle chiese Leonine, le decorazioni furono eseguite dal prof. Brugnoli di Perugia.
Le spese furono accollate dal consiglio che amministrava i beni delle confraternite, i quali furono venduti per realizzare il progetto, che fu terminato nel Il 23 luglio 1893 ma senza la facciata; la chiesa fu lo stesso inaugurata e benedetta dall’arcivescovo di Perugia mons. Foschi.
La facciata della chiesa venne completata dall’architetto Vignaroli nel 1920, con le rendite dei beni delle confraternite.
Il tetto della chiesa è stato restaurato nell’ottobre 1944, mentre nel 2004 fu portato a termine il pavimento e il restauro della facciata.
Aspetto esterno
La facciata, caratterizzata da un aspetto a scacchiera, ha due paraste agli angoli, il portale è in cotto e sovrastato da una lunetta con bassorilievo, sopra di essa una cornice decorata divide in due la facciata.
Anche il rosone è in mattoncini e in cotto sono pure le figure dei 4 evangelisti e il Cristo Redentore nella parte alta.
Nella copertura sono presenti archetti pensili e cornicione in cotto in aggetto su mensole.
Sul lato destro leggere paraste e cornici ripetono le strutture interne, l’abside è poligonale.
Il campanile, separato dalla chiesa, è stato eretto sopra una delle torri del castello è munito di quattro campane: la minore pesa un quintale e la maggiore quattro.
Interno
L’interno interamente intonacato è a navata unica, con pilastri che formano quattro campate che terminano con la volta a vele; le pareti hanno nicchie ad arco con colonne che ospitano gli altari laterali nella penultima campata; in quello di sinistra vi è una tela raffigurante un monaco con la mitra (forse S. Benedetto) e in quello di destra si trova la statua della Madonna in legno con il manto bordato in oro, forse opera di qualche maestranza di Ortisei in Valgardena.
L’abside è poligonale ripropone uno stile neogotico unico tra tutte le chiese.
Il registro superiore a cinque spicchi è contornato da un deambulatorio protetto da colonnine, quello inferiore è ripartito
in cinque zone caratterizzate da nicchie dove si trovano le statue (da sinistra a destra) della Madonna Addolorata di S. Giovanni Battista, di S. Antonio abate e di San Luigi Gonzaga.
L’altare è sopraelevato di tre gradini, è in marmo decorato con colonnine.
Il presbiterio è rialzato di un gradino e diviso dall’aula da una balaustra in marmo con colonnine.
A sinistra, sulla parete d’ingresso, c’è l’iscrizione che ricordala consacrazione della chiesa datata 1893.
Chiese Leonine
La chiesa di San Giovanni Battista, è una delle 54 chiese leonine, che è stata ricostruita sulla precedente nel 1892 ad opera dell’Arch. Nazareno Biscarini, che ha adoperato per la facciata un falso antico, con un bel portone di legno e un arco a tutto sesto.
Le chiese leonine sono oltre cinquanta edifici di culto accomunati dal fatto di essere stati realizzati o complessivamente ristrutturati negli anni compresi tra il 1846 e il 1878 per volere dell’allora Arcivescovo di Perugia Vincenzo Gioacchino Pecci, il futuro papa Leone XIII, nel territorio della diocesi.
La dicitura “chiese leonine” identifica tradizionalmente un numero di 54 chiese, ovvero tutti e soli gli edifici citati nella “relatione ad limina” redatta da Pecci nel 1873, in cui sono elencate le chiese parrocchiali all’epoca in corso di ristrutturazione o in procinto di essere restaurate.
Nel novero delle chiese leonine è possibile però includere anche quelle che, pur non rientrando nell’elenco del 1873, sono state edificate o restaurate per volere di Pecci sia durante il suo episcopato (1846-1878) che dopo la sua ascesa al soglio pontificio (1878), giungendo così a un insieme di edifici più ampio.
Gli edifici sono disseminati nel territorio dell’attuale Arcidiocesi di Perugia-Città della Pieve e possono idealmente essere fatti rientrare nell’area compresa tra i centri di Perugia, Marsciano e Castiglione del Lago, con sporadiche eccezioni nell’orvietano.
Le chiese leonine presentano caratteri stilistici omogenei: hanno generalmente un’impostazione neoromanica o neogotica, che si manifesta sia in pianta (frequentemente a croce greca o latina) sia in prospetto (spesso a capanna semplice o a salienti).
La loro riconoscibilità deriva anche dalla presenza di elementi architettonici ricorrenti quali un rosone, un portale e un sottogronda riccamente decorati, oltre a una torre campanaria integrata, accorpata o isolata rispetto al volume principale della chiesa.
Inoltre, le chiese presentano in facciata numerosi elementi in laterizio, utilizzato sia nella tessitura muraria sia nell’apparato decorativo sotto forma di terrecotte architettoniche.
Proprio l’impiego del laterizio costituisce uno dei principali elementi ricorrenti in queste chiese, che non a caso sono piuttosto concentrate lungo la via Marscianese, nota in Umbria come “via del laterizio” per l’addensarsi lungo questa direttrice di numerose fornaci storiche.
Tra queste, assume particolare rilevanza nello specifico caso delle chiese leonine il laboratorio artistico Angeletti-Biscarini, fondato e diretto dagli scultori Raffaele Angeletti e Francesco Biscarini, entrambi formatisi all’Accademia di Belle Arti di Perugia.
Le opere del laboratorio, attivo a Perugia dagli anni cinquanta dell’Ottocento fino agli anni trenta del Novecento e specializzato nella produzione di terrecotte a stampo per uso architettonico, sono presenti in molte realizzazioni umbre del periodo postunitario.
Fonti documentative
Ascenso Riccieri – Memorie storiche del Comune di Marsciano fino a tutto il secolo XVI – 1814
Francesco Cavallucci – Marsciano segni e voci dell’uomo – 2005
https://it.wikipedia.org/
http://www.comune.marsciano.pg.it/
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=3512