Chiesa di San Francesco – Acquasparta (TR)
Cenni Storici
Posta fuori le mura cittadine, la chiesa dedicata al santo di Assisi fu fatta costruire nel 1290 dal Cardinale Matteo Bentivenga d’Acquasparta, generale dei Padri Conventuali.
In un antico documento leggiamo:
“Nell’anno 1290 era in questa terra in pieno vigore la fede di Gesù Cristo, perché da questa comunità furono qua chiamati i Padri Conventuali…”.
Gli stessi vissero nel Convento costruito intorno alla Chiesa e officiarono la medesima fino alla occupazione napoleonica da cui conseguì la cacciata dei frati francescani, e il convento annesso, costruito intorno al tempio, fu venduto, e la chiesa rimase iuspatronato del Comune, ufficiata sempre a cura del priorato di Acquasparta con un Sacerdote della Collegiata di S. Cecilia.
Il Convento verrà demolito per volontà della famiglia Santini all’indomani della Prima Guerra Mondiale e la stessa vi costruirà l’albergo Amerino.
Medesima sorte toccò all’antica Chiesa della SS.ma Trinità, attaccata, nel lato Nord, alla Chiesa di S. Francesco.
Rimane, dietro l’abside della chiesa, lato est, il grazioso e piccolo chiostro francescano recentemente riacquistato dal Comune e restaurato.
In esso è da ammirare la splendida Sala che un tempo era certamente sede di un ospedale.
La medesima è ora una splendida sala per manifestazioni culturali.
Sembrerebbe che, prima della Chiesa e del Convento, vi fosse un lebbrosario poi unito al Convento.
La chiesa, a seguito dei lavori voluti dal popolo di Acquasparta nel 1882, ebbe le capriate ricoperte con volte a crociera di stile neogotico, ed il presbiterio decorato con ornamenti pittorici.
Un cancello in ferro battuto divise nettamente il presbiterio dall’aula, trasformata secondo lo stile del tempo.
Nel 1983 le volte neogotiche furono abbattute e l’aula tornò alla sua spoglia, quanto lineare e rigorosa, forma originaria.
A seguito degli eventi sismici del 1997-1998, la chiesa, rimasta gravemente danneggiata, è stata consolidata e restaurata, fino alla riapertura al culto del maggio 2005.
Il terremoto dell’ottobre 2017 ha causato nuovi danni che hanno reso la parte absidale inagibile.
Aspetto esterno
La chiesa, espressione tipica dell’architettura francescana “povera”, è un esempio assai interessante di quell’arte di transizione dal romanico al gotico italiano.
Da notare, inoltre, come l’impostazione prospettica e volumetrica riprenda, per grandi linee, la basilica assisiense dedicata al santo: l’utilizzo della pietra dai toni chiari, la semplice cuspide triangolare, i caratteri semplici e lineari della facciata.
Il prospetto principale non lascia spazio a “divagazioni” stilistiche: mostra un frontone triangolare, la cui cornice inferiore è interrotta dal rosone all’interno del quale sono stati realizzati, probabilmente in fase successiva, gli elementi decorativi in cotto, ed un portale a tutto sesto adornato da due colonnine laterali ed una leggera modanatura posta sopra l’arco.
Dietro l’abside della chiesa, dell’originario convento francescano, rimane il piccolo chiostro, il refettorio e parte dei dormitori.
Interno
L’impianto a navata unica riprende il rigore e la semplicità delle chiese francescane coeve.
L’aula è coperta da un tetto a doppia falda sorretto da struttura lignea a capriate.
Due grandi nicchie, di cui una contenente un altare laterale, interrompono la linearità delle pareti longitudinali.
L’Altare maggiore è in pietra locale montata su 12 colonne tortili.
L’abside, pesantemente rimaneggiata alla fine del XIX secolo, e coperta con volta a crociera costolonata, riporta una serie di decorazioni pittoriche di impostazione neomedievale.
Vi è conservata una interessante statua lignea rappresentante la Vergine col Figlio in braccio della prima metà del XIV sec., invocata da sempre, dagli acquaspartani, con il titolo di Madonna della Stella.
Di queste statue lignee ve ne sono altre sul nostro territorio, a cominciare da quella conservata in S. Maria in Camucia in Todi, quella di Collazzone, di Castel dell’Aquila.
Da notare la policromia ancora originale, la cui conservazione, forse, fu favorita dai vestiti, assai preziosi, che la ricoprivano fino a qualche decennio fa.
Di essi se ne conservano una ventina e il più antico risale alla fine del cinquecento.
Assai prezioso è quello donato dalla famiglia Cesi nella seconda metà del XVI sec.
L’immagine di questa Madonna compare in tutta la storia di Acquasparta, specialmente in occasione di pestilenze, di terremoti, di guerre.
E’ ad essa che l’intera comunità ha fatto devoto riferimento.
Si conserva, inoltre, una tela francescana copia della celebre tela di Margheritone di Arezzo che si trova in Firenze agli Uffizi e raffigurante S. Francesco e, sui lati, noti episodi della vita del Poverello di Assisi.
Da ultimo si deve ricordare l’antichissimo Crocifisso (sec. XIV), portato in questa chiesa da S. Giovanni de Butris nel 1888, a seguito dell’abbandono della stessa, dopo la confisca dei beni, da parte del Regno d’Italia, a danno dei Cavalieri di Malta.
Il Crocifisso e la statua della Madonna della Stella sono ora conservati nella chiesa parrocchiale per motivi di sicurezza.
Si hanno notizie di pregevoli affreschi del XV sec. esistenti un tempo all’interno, affreschi di cui non è stato possibile trovarne tracce.
Fonti documentative
http://parrocchiadiacquasparta.it/
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/
Nota di ringraziamento
Si ringrazia la Diocesi di Orvieto – Todi per la disponibilità e per aver concesso l’autorizzazione alla pubblicazione delle foto degli interni della chiesa.