Chiesa di San Fedele – Vallemare di Valtopina (PG)
Cenni Storici
La piccola chiesa con funzione di Oratorio fu probabilmente costruita dai Monaci Camaldolesi di S. Silvestro di Collepino, prima della calata di Ottone IV in Italia (1210) e dedicata a S. Felice, Patrono di Spello.
La sua pertinenza all’inizio era della Parrocchia di Armenzano, nel 1610 il Card. Maffei Barberini, Arcivescovo di Spoleto, poi Papa con il nome di urbano VIII, separò il territorio da Armenzano e lo unì alla nuova Parrocchia di S. Giovanni.
Si sa con certezza che la chiesetta fino al 1713 esisteva ancora, come risulta dalla visita pastorale di Mons. Carlo Giacinto Lascaris, ma poi, una frana, non si sa quando, la travolse.
Dal crollo venne recuperato il quadro di S. Felice, che venne portato nella chiesa di Marcofrate.
II Parroco, Don Angelo Moscatelli, sfruttando il taglio dei boschi del beneficio parrocchiale, con l’aiuto dei vallemaresi , nel 1972 riuscì a ricostruire la chiesetta, non molto lontano dalla precedente, dedicandola a S. Fedele da Simmaringa, un martire Cappuccino ucciso il 24 aprile 1622.
La chiesa fu benedetta il 6 maggio 1973.
Nel frattempo dal 1968 la zona di Vallemare cambiò per la terza volta parrocchia, perché Mons. Siro Silvestri, vescovo di Foligno, la incorporò a quella di Valtopina.
Il cambio di titolarità da San Felice a San Fedele si spiega con il fatto che nei duecentocinquanta anni che è mancata la chiesa i fedeli, probabilmente per assonanza di parola, hanno cambiato il nome di Felice in quello di Fedele, a cui ora è dedicata la chiesa, come attesta la lapide murata in sagrestia.
Una volta costruita la nuova chiesa Il quadro di S. Felix è stato restituito alla chiesa di S. Fedele di Vallemare.
Aspetto esterno
La piccola chiesa è absidata e si presenta a con tetto a capanna con una facciata semplice, il portale è sormontato da una piccola tettoia anch’essa a capanna.
Sui due lati della chiesa sono presenti due coppie di finestroni ad arco che garantiscono l’illuminazione dell’interno, le finestre sono scandite da contrafforti per la stabilità dell’edificio.
Sulla parete destra è addossato un locale ad uso sacrestia sormontato da un campanile a vela.
Interno
L’interno è a navata unica scandito da due arconi, il primo a metà navata e il secondo delimita il presbiterio rialzato di un gradino.
L’abside con due altre finestre, è marcato da un altro arco.
A sinistra dell’altare la tela con San Fedele (Felice vescovo), a destra un piccolo altarino con la foto di San Fedele da Simmaringa.
L’altare è posizionato su un blocco di pietra squadrata proveniente dall’antica e scomparsa chiesa di Sant’Angelo di Rotondolo (de Rotunduro ), che si trovava su un colle aguzzo poco più avanti; la basa su cui era poggiato il cippo è stata posizionata all’esterno ed utilizzata come fioriera.
Curiosità
La tela di S. Felix presenta dei fori dovuti non ad incuria o deterioramento ma, a quanto raccontano i vecchi del paese, all’usanza divenuta comune tra i fedeli, di “tagliare” un quadratino di tela per realizzare amuleti da mettere a protezione dei bambini.
Fonti documentative
Nota all’interno della chiesa e racconto di una persona del posto.