Chiesa di San Fedele – Spello (PG)
Cenni Storici
L’ingresso principale della chiesa si apre su via Centrale Umbra, pochi metri prima di quello di Villa Fidelia di cui è parte integrante.
L’edificio (12 x 6,15 m), a cui si accede anche, un ingresso secondario a sinistra del centro visite, ingloba una precedente costruzione, in cui si alternano l’uso di laterizi e ricorsi di pietra.
Tale struttura a pianta rettangolare absidata, posizionata in asse col sacello occidentale, è stata recentemente identificata come il tempio innalzato alla Gens Flavia dopo il 326 d.C.
Lo stesso luogo, venne in seguito identificato quale martyrium di San Fedele come ricordava l’iscrizione fatta apporre nel 1644 sulla fronte esterna da Taddeo Donnola.
Inoltre un passo dell’opera di Fausto Gentile Donnola, a proposito delle processioni di Spello, ricorda quella che il giorno di San Marco giungeva alla chiesa di San Fedele “con tutto il clero, frati de Sant’Andrea e tutte compagnie de fraternite, magistrato e popolo“.
Oggi l’interno è particolarmente spoglio e compromesso: la parete sinistra conserva l’impronta del distacco di un affresco, mentre sulla parete destra è un affresco del XVI sec. raffigurante San Felice, mancante della parte inferiore.
Sotto l’altare, in un luogo ipogeo, Fausto Gentile Donnola collocava la sepoltura del martire, meta di pellegrinaggi da parte di numerosissimi fedeli.
Dalla, visita pastorale di monsignor Gusmini del 1911 si apprende che la chiesa, allora di proprietà del folignate Sante Ubaldi, fu restaurata dal proprietario e riaperta al culto proprio in quell’anno, la quarta domenica di agosto, giorno della traslazione delle reliquie di San Felice.
In quell’occasione una processione, alla quale parteciparono tutte le confraternite ed il clero, mosse dalla chiesa di San Lorenzo e al suono delle campane raggiunse la chiesina “ove, dopo il discorso tenuto l’aperto da Monsignor Faloci Pulignani, si cantò messa solenne“.
Il prelato riferisce l’antica tradizione che voleva sepolto in quel luogo il corpo di San Felice dopo il suo martirio e dal li trasportato a Giano sui Monti Martani.
Inoltre presso la chiesa era usanza delle mamme domandare al Protettore la guarigione dei bambini malati ed i moltissimi ex voto che vi erano conservati ne attestavano le grazie ricevute.
Acquistata dall’ing. Costanzi fu oggetto di nuovi lavori e restauri su progetto dell’ach. Cesare Bazzani.
In particolare l’edificio fu accorciato per aumentare la visibilità della strada, arricchendolo di “una bella facciatina armonizzante con l’architettura della villa“, dopodiché fu riaperto al culto il giorno 11 maggio 1935.
Fonti documentative
Guida Turistica di Spello – Itinerari fra Storia e Natura testi di Sabina Guiducci – Comune di Spello Assessorato al Turismo