Chiesa di San Fabiano – Trevi (PG)
Cenni Storici
La chiesa sorge in prossimità della Porta di S. Fabiano che ha preso il nome dalla vecchia chiesa; in origine la suddetta porta era proprio adiacente alla chiesa nello spazio attualmente occupato da un cancello che da su un orto.
Anche questa chiesa in origine si trovava fuori dalle mura di cinta della prima città medievale, poi, con l’estensione delle mura che inglobò l’area della cosiddetta “Piaggia” ne venne inglobata, come successe per le altre e ne divenne la parrocchiale.
Non si conosce la data della sua edificazione, ma la sua origine è antichissima e a giudicare dalle mura si potrebbe ipotizzare anteriore al mille.
Come altre chiese attigue nel 1214 fu risparmiata dalla devastazione, il saccheggio e la distruzione della Città e del suo territorio da parte degli spoletini per volontà del Duca Theopoldo.
Si può supporre però che la sua costruzione sia stata opera dei Monaci Benedettini, che nei territori da loro occupati costruirono tante Chiese e lasciarono profonda impronta della loro attività.
Nella visita pastorale il Vescovo Lascaris di Spoleto, scrive nella sua relazione che la Chiesa e la Parrocchia appartennero in origine ai Monaci Celestini di Fonte Avellana.
E’ certo che l’Abate di Fonte Avellana ebbe giurisdizione di questa Parrocchia; ne nominava infatti il Parroco; ciò risulta da vecchie memorie conservate nell’archivio parrocchiale.
L’Abate di Fonte Avellana esercitava la sua giurisdizione per mezzo di un Priore, che, insieme con alcuni Monaci, abitava in San Fabiano ed aveva cura d’anime.
Più tardi i monaci se ne andarono, il popolo seguitò a chiamare Priore il nuovo Parroco, e tale titolo fu tramandato fino ai giorni nostri.
Quando Gregorio XIII cedette quell’Abbazia al Collegio Germanico, la nomina del Parroco di San Fabiano passò alla Dataria fino alla prima metà del 1400, quando il Vescovo di Spoleto giustamente estese la propria giurisdizione sopra tutte le Parrocchie del suo territorio.
Nelle processioni e nelle funzioni religiose il Priore della Piaggia aveva la precedenza rispetto ai Canonici della Collegiata di Sant’Emiliano.
I Priori appartennero alle principali famiglie di Trevi: Romolo Valenti (poi vescovo di Conversano dal 1561), Quinto Valenti (nominato nel 1569), Tullio Petroni (fine sec. XVI), Giovanni Paulelli (dal 1623), Crispolto Paulelli (nel 1676).
Intanto a Trevi il 29 agosto 1642, grazie a P. Cesare Vitelleschi, si formò la Congregazione di San Filippo Neri con sede nella Chiesa di Santa Reparata; con il tempo e la massiccia partecipazione dei devoti però la Chiesa risultò troppo piccola e dopo varie ipotesi fu trovata la sede nella Piaggia nel palazzo che fu proprietà del Cardinale Erminio Valenti, e nella sala grande eressero un altare e chiamarono questa nuova Chiesa “Santa Maria in Sion” (oggi Santa Croce).
La Congregazione nel 1673, ad istigazione di Giacomo Valenti, fu sfrattata e il 25 ottobre 1675 il Cardinale Facchinetti, Vescovo di Spoleto, ne stabilì per Decreto la soppressione e ne trasferì i benefici alla parrocchia di S. Fabiano.
Su richiesta del priore della chiesa di S. Fabiano (Crispolto Paulelli) si ottenne dal papa di trasferirvi quella parrocchia nel 1676.
Il Natalucci dice questa chiesa ornata di un altare ligneo trasferitovi da S. Fabiano (ed oggi nella chiesa di S. Antonio da Padova), con una tela fatta dipingere appositamente dal pittore Carlo Lamparelli di Spello (oggi in S. Croce).
La chiesa però si rivelò angusta, oscura, umida e sita in una località scomoda per i parrocchiani; s’imponeva la necessità di traslocare la Parrocchia in altra sede.
Il 17 agosto del 1676 il Vicario Foraneo di Trevi, per ordine del Cardinale Facchinetti, emise un Decreto con il quale veniva traslata la Parrocchia dalla Chiesa di San Fabiano in quella di Santa Maria in Sion (oggi di Santa Croce ) e tutti i beni della soppressa Congregazione Filippina da questa acquisiti stabilì inoltre che la nuova parrocchia avesse il titolo di “Santa Maria in Sion e dei Santi Fabiano e Filippo“.
Nella Visita pastorale del Lascaris, nel 1713, la dice ormai “poenitus depopulata, et semidiruta“.
Nella Visita pastorale il Cardinale Canali, Vescovo di Spoleto ordinò la traslazione definitiva della Parrocchia in Santa Croce, la chiesa fu dissacrata ed il 26 maggio 1821, terminati ormai i lavori necessari, la Parrocchia ebbe la sua nuova sede.
Una volta trasferita la Parrocchia, la Chiesa di San Fabiano restò abbandonata ed adibita a tutt’altro uso; in un certo momento servì come cava di pietra per estrarre materiale per la costruzione del campanile di Santa Croce.
Anche la casa annessa fu abbandonata e quindi depredata anch’essa.
Aspetto esterno
La chiesa, dai muri perimetrali in conci squadrati e in origine con l’interno a tre navate e la volte a botte, risulta ai giorni nostri irriconoscibile come tale ed è stata adibita a civile abitazione; è stata sopraelevata e la vota a botte è stata capitozzata per inserire il solaio.
L’architrave in pietra della porta della Chiesa, di alta età romanica, è stato adattato come porta della sagrestia di Santa Croce, dove fu trasportato nel 1900.
Il portale a tutto sesto con l’estradosso leggermente ogivale, ornato di rozzi fregi, con due sculture laterali all’imposta rimaste incomplete, con animali fantastici e la stella davidica è databile al XII secolo.
Fonti documentative
http://www.protrevi.com/protrevi/Piaggia1.asp
S. Nessi S. Ceccaroni – Da Spoleto a Trevi lungo la Flaminia: Itinerari Spoletini N° 5 – 1979
Mappa
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