Chiesa di San Donato – Gualdo Tadino (PG)
Cenni Storici
Un’abbazia camaldolese dedicata a San Donato esisteva lungo la riva del torrente Feo e annessa al Monastero, sorse la Chiesa di S. Donato che servì come cimitero per la sepoltura dei corpi carbonizzati nel devastante incendio della città di Gualdo avvenuta nel 1231.
Fu intorno alla metà del XIII secolo, che i Monaci Benedettini trasferirono entro le mura di Gualdo la loro sede ed edificarono l’attuale Chiesa di S. Donato; l’anno di fondazione è indicato nel capitello destro della porta laterale ANO. DNI. MILLECCLV. TP. AL IIII. (vale a dire: Nell’anno del Signore 1255, a tempo di Papa Alessandro IV).
Il documento più antico che ad essa si riferisce consiste in un testamento, conservato fra le pergamene dell’Archivio Comunale di Gualdo, mediante il quale tal Giovanni di Ventura di Acquittolo, il 4 Aprile
1288, lasciava tra l’altro un legato di venti Soldi Cortonesi, alla Chiesa di S. Donato.
Sin dalle origini la Chiesa fu amministrata dall’abate della Badia annessa; svolse sicuramente funzioni di parrocchia, e anche di priorato, estendendo la sua giurisdizione anche alla frazione di Rigali con la locale Chiesa di S. Pietro.
Le prime notizie dettagliate si cominciano ad avere dopo la metà del Cinquecento, da quando cioè il Concilio di Trento, istituì le Visite Pastorali e da li sappiamo che fu amministrata dall’Abbate Monastico della Badia annessa e, sin da quell’epoca, ebbe per certo funzioni Parrocchiali.
Nella prima metà del XV secolo, la Badia di S. Donato fu ridotta a Commenda Abbaziale e la Chiesa omonima passò allora, dalla dipendenza degli Abbati Monastici, a quella degli Abbati Commendatari.
Gli abbati commendatari nominavano il parroco, la cui nomina doveva essere poi confermata dal vescovo; nominavano due cappellani coadiuatori del parroco, nominavano infine un chierico ed un organista. Ognuna di queste figure aveva i suoi compiti amministrativi, parrocchiali e pastorali e percepiva uno stipendio in base alle proprie mansioni.
Verso la fine del Settecento, la Chiesa di S. Donato con l’annessa Abbazia e con tutti i suoi possessi, passò dalla dipendenza degli Abbati Commendatari a quella del Seminario di Nocera Umbra.
Il Seminario ridusse il personale della Chiesa al solo Parroco assistito da un Chierico, la qual cosa suscitò numerose proteste da parte dei Parrocchiani, che vedevano così ridotta l’officitura del loro Tempio.
Tale agitazione si protrasse per moltissimi anni, tanto è vero che persino nel secolo seguente, ricorsero più volte i Parrocchiani a Papa Pio IX per ottenere giustizia.
Per quanto riguarda la disposizione dell’interno sappiamo che dalla Visita Apostolica praticata dal Vescovo di Ascoli Mons. Camaiani, il l Novembre 1573 nella Chiesa di S. Donato, risulta che c’erano 5 altari: l’Altare Maggiore, un Altare di S. Lucia, uno di S. Mattia, uno di S. Giovanni Battista uno di S. Biagio; e dalla Visita Pastorale del 1673 apprendiamo l’esistenza nella Chiesa anche di un Altare di S. Egidio e S. Francesco di Paola con l’indicazione “noviter constructum“.
Era stato infatti eretto poco prima, dal Sacerdote Gualdese Giovanni Angelo Sillani e poi rimase quale proprietà della sua famiglia che vi faceva celebrare un Officio di più Messe nella festa dei Santi suddetti e provvedeva l’altare di tutto l’occorrente.
Questo altare scomparve poi dalla Chiesa in epoca imprecisata.
La Chiesa di S. Donato, in origine era tutta coperta da volta; ma certo in uno dei frequenti terremoti che colpirono la nostra regione, la stessa volta dovette crollare, fatta eccezione per la parte sovrastante all’abside; subito dopo il crollo venne sostituita da una rozza travatura, che vi rimase sino all’anno 1914 quando vennero aperti sul fianco dell’edificio alcuni brutti finestroni circolari, e si modificò completamente l’interno del Tempio per opera dell’architetto fiorentino Ugo Tarchi.
I pregevoli altari in legno scolpito e dorato furono venduti e sostituiti con dei volgari lavori di stucco, scomparsi a loro volta nel 1922, quando cioè nella Chiesa di S. Donato furono trasportati gli attuali altari, anch’essi Seicenteschi, dalla soppressa Chiesa di S. Agostino.
Durante questi lavori tornarono alla luce alcuni degli antichi affreschi ma furono subito dopo sacrificati per le esigenze dei lavori di restauro.
La chiesa era dotata di un altissimo campanile, a forma di torre che crollò per il terremoto del 1751 e la cella campanaria venne subito alla meglio ricostruita in mattoni come la vediamo oggi.
Il campanile era fornito di cinque campane.
L’attuale Sagrestia fu fatta costruire dal su ricordato Abbate Balducci intorno al 1675, in essa era conservato il ricco Archivio Abbaziale, oggi andato completamente disperso.
Aspetto esterno
Annessa alla chiesa si trova una fontana del tipo a nicchia con pianta circolare i cui pilastrini-lesene sono di fattura simile alla fontana di San Benedetto; si trova lungo il tracciato dell’acquedotto e ci fa supporre che la sua realizzazione risalga al periodo della legazione del Cardinale Antonio Ciocchi di Monte San Savino, perciò detto il Cardinal Del Monte.
La facciata presenta un portale sovrastato da un’oculo e da una finestra arcuata sotto il colmo del tetto. Accanto al portale una porta murata con arco acuto.
Sulla parete sinistra altro portale sovrastata da una nicchia vetrata con l’immagine della Madonna con Bambino, nella parete oculi tondi aperti e chiusi, nicchie aperte e nicchie tamponate segno delle molteplici manomissioni.
Il campanile crollato in seguito al terremoto del 1751 è stato ricostruito in mattoni sulla vecchia base in pietra.
Interno
La Chiesa di S. Donato presenta un impianto strutturale a navata unica che termina in un abside semicircolare; la pianta ha forma quasi rettangolare con una leggera sghembatura in corrispondenza della facciata.
La struttura portante è costituita da setti in muratura di pietrame; dai setti laterali “emergono” quattro coppie di pilastri murari sui quali si intestano due ordini di archi, uno trasversale che divide l’aula ed il presbiterio in cinque parti, ed uno longitudinale parallelo alle pareti.
L’aula, il presbiterio e l’abside presentano una copertura con volta a botte in cui si inseriscono delle lunette laterali; al disopra della volta è presenta una copertura lignea.
L’ingresso in uso è sulla parete sinistra; in controfacciata troviamo delle lapidi sia destra che a sinistra della porta, sovrastata da un quadro con la Madonna incoronata e il Bambino, un confessionale e una statua del Beato Angelo da Gualdo Tadino.
Salendo sulla parete destra c’è l’altare di Sant’Andrea dove troviamo una grande tela cinquecentesca con ricca cornice lignea raffigurante una Crocifissione tra San Pietro e Santa Caterina d’Alessandria e sullo sfondo il Martirio di Sant’Andrea di Giovan Francesco Guerrieri da Fossombrone.
Il secondo altare seicentesco è una sontuosa struttura in legno finemente intarsiata, dopo una prima dedica a San Biagio passò alla Vergine e nel 1927 dedicato a Santa Rita da Cascia con un’immagine della Santa Titolare sulla spalla sinistra della macchina d’altare, gli altri santi decorati sono Sant’Agnese e San Biagio; al centro nella nicchia fonte battesimale in legno.
Il terzo altare sulla parete destra contiene una tela con la Madonna in trono con il Bambino tra Santa Lucia e Sant’Elena che abbraccia Gesù.
L’ultimo altare è dedicato a San Giovanni Battista e contiene l’affresco cinquecentesco del Battesimo di Gesù con San Giovanni Evangelista e in alto Dio tra angeli.
Nella teca prima del presbiterio una statua con Sant’Antonio da Padova.
Il presbiterio contiene l’altare Maggiore che è l’antico altare della soppressa Chiesa di S. Agostino, un bel coro ligneo del 1692 realizzato da P. P. Marcianus e in alto sul catino absidale Madonna in cielo tra angeli opera dell’artista amerino Elpidio Petrignani ( 1878-1964) che ha decorato anche il soffitto.
Prima di scendere sulla parete sinistra troviamo una nicchia con Gesù che mostra il suo Sacro Cuore; segue l’altare della Madonna di Lourdes con statua della Titolare in origine intitolato a Santa Lucia, il titolo fu cambiato intorno al 1922.
A scendere troviamo l’altare di Santa Lucia con la Santa Titolare; questo è da considerare il più antico della chiesa, su questo era stata fondata una Cappellania, i beni della quale si trovano nominati in un rogito del 20 Agosto 1467, nel 1610 fu demolito e i benefici trasferiti nell’altare di San Giovanni Battista, al suo posto molti anni dopo sorse l’altare di Santa Maddalena dei Pazzi; nell’Ottocento, questo altare era conosciuto col nome di Altare delle Reliquie poiché su di esso venivano conservati i Reliquari della Chiesa.
Nel 1914, in occasione di grandi restauri subiti, dalla Chiesa di S. Donato, fu sostituito dall’Altare di S. Luigi Gonzaga e successivamente nel l 919, scomparve anche l’altare dedicato a S. Luigi, per far posto, a quello di S. Lucia che vi esiste tuttora.
Nella successiva campata c’è la porta laterale e un Crocefisso ligneo e subito dopo nella campata successiva un bel Fonte Battesimale in pietra proveniente dalla chiesa di Santa Maria dei Raccomandati.
Fonti documentative
R. Guerrieri – Storia Civile ed Ecclesiastica del Comune di Gualdo Tadino – 1933
http://gualdotadino.infoaltaumbria.it/Index.aspx?idmenu=406
http://www.chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&type=auto&code=23640