Chiesa di San Donato e abitato – Valfabbrica (PG)

L’antico abitato prende il nome dalla sua chiesa.

 

Cenni Storici

L’antico abitato, e la località che prende il nome dalla sua chiesa, sorge ad est di Valfabbrica, a nord-est del Pioppo e a nord di Pieve di S. Nicolò lungo la strada che da Valfabbrica conduce alle Casacce di Assisi.
Federico Barbarossa, nel dicembre 1177, conferma che la Badia di Valfabbrica dipende monasticamente da Nonantola e a quella di Valfabbrica appartiene, tra l’altro, la corte di S. Donato con tutte le dipendenze, ed esige che S. Donato sia restituito dai Suppolini di Casacastalda che lo tenevano abusivamente.
Il Tiraboschi afferma che alcune chiese, nel sec. XIV, dipendevano dal Priorato della badia in Valfabbrica; oltre a S. Donato, le altre erano S. Gregorio, S. Giuliano di Paganzano, S. Stefano di Campolongo; San Donato è considerato con corte, cioè con casa o piccolo monastero che curava la campagna e aveva possibilità di autonomia in lavoratori di terra e artigiani, in prodotti e allevamento di animali da carne e da lavoro, infatti, nel 1354, la Badia di Valfabbrica vi possiede terre.
Nel 1415, nel momento in cui vengono fatte delle divisioni di beni presso il voc. Campo del Santo o Gualdaccio, troviamo che San Donato si trova in balìa di Poggio del Priore (così veniva chiamato Poggio San Savino nel 1200 per il fatto di appartenere all’Abbazia benedettina di Valfabbrica), mentre nel 1527 è in balìa di Campolongo quando Francesco Nisi da Valfabbrica fa testamento lasciando denari perché siano dipinte le immagini dei SS. Donato e Rocco nella chiesetta.
Già nel 1661 Rondanini la dice dipendente dai Canonici di Assisi quando è rettore Giovanni Berardi.
Mons. Giampè durante la sua Visita Pastorale del 1797 la ritiene proprietà del Capitolo di Assisi, con delle terre intorno, e don Ranucci, parroco di Valfabbrica nel 1828, scrive che il Capitolo di S. Rufino, per la goduta proprietà di S. Donato, ha obblighi di mantenere chiesa e utensili e di dare al parroco un compenso che, difatti, lui riceve in 75 scudi all’anno.
Il vescovo Palmerini aveva scritto, nel 1718, che i terreni, intorno a S. Donato, rendevano appena una soma di mosto e una mina di grano.
S. Donato di S. Donato reca probabilmente questo nome perché la chiesa del sec. XI, detta “chiesola“, sicuramente per le sue ridotte dimensioni, in cima al colle, è stata dedicata al Santo, vescovo e martire, posteriormente al piccolo monastero e alla sua corte, o anche viceversa.
Più a valle l’abitato di S. Donato Basso, dove si notano resti di una torre e di antiche costruzioni modificate, costituenti il piccolo antico rurale monastero benedettino, la “corte di S. Donato“, occupata dai Suppolini di Casacastalda – Giomisci nel 1176.
San Donato fu ceduto da Assisi a Valfabbrica nel 1778 insieme ad altre località limitrofe.
Al momento è una frazione del Comune di Valfabbrica.
 

Aspetto esterno

La chiesa si presenta come vecchia costruzione, (attualmente in fase di restauro -2021), con grosse mura, con leggere crepe per il terremoto del 1971; con area davanti, piccola abside, con una superficie di circa m. 8×5.
Sopra la porta un piccolo campanile con due campane (ora non presenti forse per i lavori in corso), dono della Pro Civitate Christiana di Assisi.
Vi si tiene una festa il giorno dell’Ascensione occasione che in passato prevedeva una processione e benedizione alla campagna, per il resto dell’anno raramente è utilizzata.
Fino al 1944 andava a S. Donato, in processione, anche il popolo di Porziano che si fermava al Gualdo per una prima Messa, dopo la quale i devoti ricevevano “qualcosa” presso il voc. Palombaro; la processione seguitava per S. Donato dove partecipava alla Messa delle undici, riservando al pomeriggio ricreazione spontanea e locale.
Esternamente presenta una copertura a capanna e una finestra nella parete destra affiancata da una feritoia in prossimità dell’altare.
All’interno non ha nulla di veramente interessante, le pareti sono in pietra viva e se c’era qualche affresco di certo è scomparso; presenta un altare su una base di mattoni e una profonda nicchia arcuata che funge da abside, il pavimento è in mattoni.
La chiesa è stata sicuramente usata per le sepolture, e questo vien confermato sia dalle visite dei Vescovi, che dalla botola sul pavimento; ossa umane sono state rinvenute poco lontano verso nord-est.
La chiesa è posta a pochi metri da casa Calisti e a qualche centinaio dall’abitato di S. Donato Basso.
Le locali proprietà, furono, nel secolo scorso, forse dopo la soppressione dei beni ecclesiastici, della famiglia Ascani di Porziano (detti La Fiocca), ma, in precedenza, erano appartenuti alla famiglia Calisti che fu costretta pare per malandati affari ad emigrare in Puglia.
 

Nota curiosa

Sante Ascani, il capostipite della famiglia il cui soprannome era Fiocca, aveva due figli maschi Salvatore e Cesare, morì il 28 aprile 1897 alla venerabile età di 103 anni e una volta scomparso lui, le vicende dei Fiocca subirono un grave dissesto finanziario, nel 1929, anno di crisi mondiale, ed anche a causa di vicende interne, complice “la calaverna” che gelò tutte le piante di ulivo, la famiglia contrasse una serie di debiti per cui dovette ricorrere al credito bancario.
Non potendo però onorare i debiti, subì una esecuzione immobiliare per cui fu espropriata dalla Cassa di Risparmio di Perugia dell’intera proprietà mobiliare ed immobiliare.
Il dolore fu così forte che Salvatore Ascani nell’anno 1931 “morì di crepacuore” come fu commentato dai Porzianesi, ma la vita continua e poiché nel frattempo uno dei cinque figli di Salvatore, Giulio aveva conosciuto la maestrina di Casacce, Chiara Rinaldi, la storia si tinse di rosa.
Agli inizi degli anni 20, quando da Assisi la maestrina Rinaldi cominciò ad insegnare nella scuola di Casacce, sbocciò un amore con il “Sor Giulio dei Fiocca“; ma l’amore venne molto contrastato dalla famiglia dei Fiocca perché la maestrina era povera mentre il Sor Giulio apparteneva ad una famiglia di possidenti.
Sopravvenuto poi il dissesto finanziario, lo stipendio della maestrina povera risolse il problema e nel 1930 i due poterono coronare il loro sogno d’amore.
La maestra Rinaldi per la felicità raggiunta fece dono alla chiesa di S. Donato di un ex-voto che purtroppo in epoca recente è stato sottratto da ignoti.
La maestra, oltre ad insegnare ai piccoli scolari insegnava anche agli adulti con corsi di scuola serale, ciò consentì a molti adulti analfabeti di poter leggere e scrivere e far di conto.
 

Fonti documentative

V. Falcinelli – Per Ville e Castelli di Assisi – 1982

http://valfabbrica.infoaltaumbria.it/Scopri_la_Citta/Dintorni/San_Donato.aspx

Accademia Properziana del Subasio - Porziano scoprire terre e storie – 2018
 

Mappa

Link coordinate abitato: 43.151044 12.634199
Link coordinate chiesa : 43.151917 12.637373

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