Chiesa di San Donato – Castelnuovo di Farfa (RI)
Cenni Storici
La chiesa di San Donato, oggi visitabile come stazione del Museo dell’olio della Sabina, si trova immersa nella campagna, lungo l’itinerario naturalistico che conduce al fiume Farfa.
La chiesa si affaccia su un piccolo uliveto dal disegno regolare che raccoglie tutte le varietà di ulivo coltivate nel Mediterraneo.
Fu costruita sui ruderi di un edificio romano, una villa rustica o un tempio, come attestato dai numerosi resti inglobati nella struttura o rinvenuti in situ.
Il possedimento del Casale San Donato è attestato nei regesti dell’Abbazia di Farfa fin dal 768, nell’817 è menzionata anche la presenza di una chiesa.
In un documento riportato nel regesto e rogato a Spoleto nell’877 cui Giovanni, Vescovo di Arezzo, cede al Monastero di Farfa, alcuni suoi beni, siti nel territorio reatino ed ereditati dal padre Trasone in cambio di altri ricevuti in vitalizio dall’abate Giovanni I (872-880), tra cui S. Donato in località “Agnello“, con terre, case, chiese, selve, molini e acque e decorso delle acque, pascoli, etc..
Nel 1046 il sito ospita un castellum ovvero uno degli abitati originari poi abbandonati per dare vita al borgo medievale di Castelnuovo di Farfa.
Nel 1118 l’Imperatore Enrico V, confermando al Monastero il possesso dei suoi beni e privilegi ricorda anche la chiesa di San Donato in Agnella.
Un elenco di tutte le chiese soggette alla giurisdizione del Vescovo di Sabina compilato nel 1343 sotto l’Episcopato del cardinale spagnolo Gomez de Barros Pietro (1343-1348) e sotto il pontificato di Clemente VI, annovera tra le Chiese della Diocesi Sabina anche quella di San Donato “de Agellis de pertinentia Castri Novi Sabinensis Dioecesis in Abatia Farfensi“.
Ancora nel XIV secolo San Donato, era la chiesa principale di Castelnuovo di Farfa, vi era preposto un Arciprete La chiesa, utilizzata per il culto almeno fino al XVI secolo, fu poi abbandonata e i suoi ruderi furono infine inglobati in un edificio agricolo nella seconda metà del secolo scorso.
Alla fine degli anni ’90 il complesso fu acquisito al patrimonio comunale e la chiesa fu restaurata reintegrandone l’originario volume sulla base delle evidenze planimetriche messe in luce dagli scavi; fu quindi destinata a ospitare una stazione di visita del museo.
Il sito archeologico di San Donato è stato oggetto di scavi negli anni ’90 del secolo scorso da parte dell’Università di Sheffield (UK) poiché esso rappresenta una delle pochissime testimonianze fisiche del passaggio tra il mondo agricolo romano e quello medievale.
Aspetto esterno
A fianco della chiesa si trova un annesso porticato, vi è murata una lapide appartenente a un’urna cineraria, sono incise le parole DIIS MANIBUS, agli dei Mani, sopra vi è un fregio a girali.
Sempre sul portico è murato un frammento di decorazione romana con rosetta e altri motivi floreali.
Il portale lunettato della chiesa utilizza come architrave un massiccio blocco di recupero decorato, vi è stata incisa la data 1524.
Interno
L’interno è a navata unica, terminava con un’abside a pianta semicircolare, di cui non rimane nulla in elevazione, ma che è stata ricostruita con una scenografica vetrata.
La zona presbiteriale è delimitata da un arco trionfale.
Sulla parte di sinistra si apre una porta secondaria con arco a tutto sesto, a seguire è ricavata una nicchia che conserva tracce di affreschi.
Nota
Foto e testi di Pierluigi Capotondi e Silvio Sorcini.
Fonti documentative
G. di Catino – Il Regesto di Farfa – a cura di I. Giorgi e U. Balzani, Roma 1882
https://www.castelnuovodifarfaturismo.it/scopri-chiesa-altomedievale-di-san-donato
https://www.spaziconsonanti.com/san-donato
http://web.tiscali.it/microsislavori/farfa/arte.htm
Mappa
Link alle coordinate: 42.24082461792185, 12.73763900687057