Chiesa di San Dionisio – Poggio San Dionisio di Valfabbrica (PG)
Cenni Storici
Poco si sa circa l’edificazione di questa chiesa, ma sappiamo che intorno al 1400 questa chiesa esisteva insieme a quella di S. Severisci (forse S. Severino, e parrebbe sita verso nord, in valle) e quella di S. Senese o Senesio che già nel 1354 possiede beni nell’ambito della balia.
La chiesa di S. Senese nel 1528 è chiesa parrocchiale e secondo i documenti sarebbe stata dentro il castello (forse a destra salendo) ove il Comune ha sistemato un piccolo giardino, che è proprietà della Parrocchia; sia questa che quella di S. Severisci sono scomparse ad eccezione della presente ancora in esercizio.
La chiesa parrocchiale è diventata poi San Dionisio anch’essa posta entro le mura del Castello omonimo.
Non è stato possibile reperire informazioni in merito all’istituzione della Parrocchia.
Le date di esistenza sono tratte dalla documentazione pervenuta, conservata nello stato civile del Comune di Valfabbrica; ha comunque cessato la propria attività poiché non è compresa nell’elenco delle parrocchie della Diocesi di Assisi-Nocera Umbra – Gualdo Tadino.
La Visita del Camajani (a. 1573) c’informa che rettore della parrocchiale è don Luca da Collemincio da circa 9 anni, che la cura è composta da 44 famiglie per oltre 300 persone, che la chiesa ha una porta che dà su di una torre del Comune e che dovrà essere chiusa e che esistono due Confraternite: quella del Sacramento e quella del Crocifisso.
Nel 1666 le anime sono appena 110, sono 117 nel 1717 ed il cimitero è vicino alla chiesa.
Esistono, allora, la Confraternita del Sacramento e quella del Rosario, dove ogni domenica, il popolo si reca per la recita del Rosario e vi è un legato di Ercolano Arcangeli, ultimo della famiglia che lo ha istituito nel 1646: il cappellano di questo legato è don Lorenzo Angeli che deve celebrarvi tre volte alla settimana.
Come ovunque, la chiesa parrocchiale fino al 1865, ospitava, sotto il pavimento, i cadaveri dei suoi fedeli.
La festa del patrono è il 9 ottobre.
Aspetto esterno
La chiesa, orientata ovest-est, ha una facciata sopraelevata rispetto al piano stradale e vi accede salendo una scalinata di otto gradini; il portale è squadrato e marcato da una cornice in mattoni nell’architrave, al disopra si apre un oculo per l’illuminazione interna.
Il tetto è a capanna, il campanile a vela è nel fondo della parete destra e di recente costruzione in quanto precedentemente le campane erano posizionate sulla torre civica a poca distanza dalla facciata.
Il fondo è piatto e scandito da due finestre squadrate; la parete destra mostra tamponature di archi che denotano varie modifiche strutturali tra cui la chiusura di cripte presenti nella parte del pavimento adiacente la porta di accesso.
Interno
L’interno è a navata unica con tetto a capriate, due altari contrapposti ed un presbiterio rialzato di un gradino con decorazione moderna.
Entrando a destra un’acquasantiera in pietra sorretta da un resto di colonna e in una nicchia si trova un fonte battesimale protetto da una grata con una statua a mezzo busto di San Dioniso.
Salendo sulla parete destra in una nicchia la statua di San Dionisio in veste vescovile e subito dopo l’altare della Madonna con la statua della Titolare.
Nel presbiterio dietro l’altare immagini con icone moderne dipinte nel 1980 raffiguranti una Crocifissione ed ai lati San Dionisio tra San Michele Arcangelo e San Giovanni Evangelista sulla destra, mentre a sinistra la Madonna in trono tra angeli.
Scendendo nella parete sinistra c’è altare della Madonna del Rosario, una porta laterale che conduce all’esterno e una nicchia con la statua di San Giuseppe con il Bambino.
San Dionigi Aeropagita
Dionigi viene citato da San Luca come uno dei pochissimi ateniesi che seguirono San Paolo dopo il discorso all’Areopago.
Un altro Dionigi, vescovo di Corinto del II secolo, scrive che l’Areopagita fu il primo vescovo di Atene.
In seguito venne confuso con l’omonimo protovescovo martire di Parigi, la cui festa cade il 9 ottobre; tale commistione penetrò nel Martirologio Romano, che infatti considerava in tale data entrambi i Dionigi (di Atene e di Parigi) una sola persona.
L’edizione del Martirologio Romano promulgata da San Giovanni Paolo II ha fatto chiarezza specificando che il San Dionigi venerato il 9 ottobre fu vescovo di Parigi e ponendo al 3 ottobre la voce di San Dionigi l’Areopagita.
Sotto il nome di Pseudo-Dionigi va l’autore (forse un monaco siriaco del V-VI secolo) di celebri scritti largamente diffusi nel Medioevo: tra essi il “De coelesti Ierarchia” e il “De divinis nominibus“; in essi si afferma che Dionigi avrebbe visto l’eclissi della Crocifissione e assistito alla Dormizione di Maria, perciò furono attribuiti all’antico ateniese, pur essendo due personaggi ben distinti.
Fonti documentative
https://www.sanfrancescopatronoditalia.it/26381_San_Dionigi_l_Areopagita_Discepolo_di_S_Paolo_.php
http://dati.san.beniculturali.it/SAN/produttore_SIUSA_san.cat.sogP.63500
http://www.santiebeati.it/dettaglio/73675
V. Falcinelli – Per Ville e Castelli di Assisi – 1982
G. Bensi – Il Castello di Casacastalda e la sua Pieve – 1974