Chiesa di San Cristoforo – Piscille (PG)

La chiesa è visibile dalla superstrada Perugia – Bettolle nelle vicinanze dell’uscita di Piscille.

 

Cenni Storici

La chiesa sorge a ridosso di uno dei tracciati che unisce Perugia ad Assisi, Spello, Foligno e, quindi, sia a Roma che al mare Adriatico; strada che doveva essere mantenuta dalle comunità di Porta San Pietro.
Una strada molto frequentata dai pellegrini diretti a Loreto e la presenza di questo edificio dedicato a San Cristoforo è emblematico, infatti la sua presenza era legata alla protezione dai viandanti, non solo ma era anche invocato contro la peste, flagello che preoccupava non poco per quei tempi.
All’inizio doveva essere una minuscola cappellina, ma la sua esistenza è molto remota dal momento che apparteneva sin da tempi antichi al monastero di San Pietro di Perugia, come risulta anche dal diploma di Federico I del 1163.
Faceva parte delle 19 parrocchie della Diocesi di Perugia non dotate di fonte battesimale di cui sono stati reperiti registri dei battezzati; apparteneva al Contado di Porta San Pietro.
Nel 1282 la villa contava 13 fuochi ma in seguito ad un calo demografico si arriva al 1319 dove i fuochi risultano essere solo 4; solo nel 1438 si arriva a 30.
Nel 1387 la chiesa deve pagare la tassa di una libbra di candele.
Fu giuridicamente unita alla parrocchia di Monte Corneo nel 1481, a quella di San Donato di Perugia nel 1518 ed infine, alla parrocchia di Santa Maria di Colle dal 1572 al 1576.
Questa fusione durò appena quattro anni poiché nel 1576 venne separata da Santa Maria di Colle da Cesare Sperello, vicario del vescovo Bossio per essere accorpata alla chiesa parrocchiale di Santa Maria in Brignano e alla chiesa di San Giovanni in Brignano come attestato dalla relazione della visita Della Corgna prima e dal Cittadini poi.
Le carte d’archivio attestano una produzione autonoma a partire dal 1592.
L’11 maggio 1567 il visitatore apostolico Donato Turri entrò nella chiesa parrocchiale di San Cristoforo di Piscille, dove fu accolto dal rettore don Bartolomeo Ugolini di Perugia.
Dalla descrizione la chiesa risulta molto differente da quella che vediamo oggi, infatti questa è la descrizione che viene raccolta:
In chiesa visitò l’altare maggiore, che aveva per mensa una pietra decorata da una bella croce. Sulla parete retrostante era affrescata la Vergine tra i santi Angelo e Bernardino. Poiché il dipinto cominciava a presentare danni per l’umidità del muro e per l’antichità della pittura, il visitatore ritenne opportuno che lo spazio intorno all’altare fosse coperto di bianco di calce“; in chiesa fu trovato un secondo altare dedicato ai Santi Sebastiano e Rocco.
A fare le dovute modifiche e realizzarla nella forma che vediamo oggi fu Rettore D. Gostantino Benedetti, intorno al 1595 che vi trasportò l’immagine della Madonna di Brignano.
La casa parrocchiale e il campanile furono restaurati dai monaci benedettini nel 1783.
Il periodo di esistenza della parrocchia è documentato dal 1564-1860.
Il Rettore è uno de’ Collegiati del Clero Urbano.
 

Aspetto esterno

La chiesa situata subito fuori Perugia, lungo la via Assisana nata in un contesto originariamente isolato, oggi innestato fra il limite invalicabile della ferrovia e il tracciato ad alta percorrenza della superstrada che ne snatura il suo originale paesaggio agreste.
Posta ai piedi della collina che segna un limite per lo sviluppo della città, l’edificio ecclesiastico fa parte di un complesso rurale connesso alle attività produttive del luogo.
L’alto campanile merlato emerge dagli assi di percorrenza nonostante la vegetazione schermi il complesso che si presenta con volumi addossati a valle verso la superstrada e l’edificio liturgico orientato verso Perugia, perpendicolare alla strada, con una piccola piazza ricavata di fronte interrotta da un lato dal guardrail e dall’altro protetta dal lungo volume terminante con il campanile.
Questo, posto distaccato rispetto la chiesa ma in continuità con i volumi connessi, presenta le pareti in pietra e laterizio faccia-vista, con un basamento più largo a modo di contrafforte, subito lungo la canna una lapide commemorativa e sopra due coppie di feritoie oblunghe a tutto sesto in asse e la cella campanaria aperta su quattro lati da archi a tutto sesto, con formelle a disegnare le balaustre, modanature e cornice inferiore e superiore, e in cima una merlatura.
Il 22 giugno 1919 è la data che riporta la lapide apposta sullo zoccolo del campanile per ricordare i caduti del paese nella Grande Guerra.
La facciata, intersecata sul lato destro dal volume contiguo, è tutta intonacata in ocra, tripartita da lesene poste anche a modo di cantonali.
Lungo l’asse centrale si trova il portale d’ingresso delimitato da una cornice e in alto una finestra tonda difesa da una grata.
In basso un piccolo basamento ne delimita il perimetro; in alto il tetto a capanna trova nel fronte principale un timpano modanato, sormontato al centro da un acroterio e da una croce.
La parete sinistra, molto semplice con il medesimo intonaco presenta una cornice all’attacco del tetto, due finestre ad arco ribassato al centro e un contrafforte nel fondo.
 

Interno

L’interno è a navata unica di forma rettangolare suddivisa in tre campate di cui la centrale maggiore e le esterne simmetriche con pareti totalmente decorate con motivi floreali.
Il soffitto è coperto con una volta a botte ribassata e lunettata in ciascuna campata; è decorato con sfondo a cielo stellato delle due campate minori, nella centrale è alterato da quattro grandi cerchi che delimitano l’iconografia dei 4 evangelisti, mentre nell’intradosso della lunetta sono presenti motivi floreali, similari agli ornamenti geometrici dell’intradosso degli archi di imposta e delle principali geometrie.
La porta è provvista di una bussola lignea, e negli angoli ad essa pertinenti sono posizionati due confessionali sovrastati da due lunette con decorazioni papali su sfondo blu.
Nella campata centrale si trovano sempre in modo simmetrico due altari addossati alla parete, con macchie marmorate, che racchiudono una nicchia ospitante a destra una statua mariana e a sinistra una statua del Cristo con Sacro Cuore.
Nella parete destra si notano due finestre disegnate, mentre a sinistra vi sono due aperture reali analoghe a quelle rappresentate.
La parete di fondo trova ai lati due simmetriche aperture sopra cui si attestano due riquadri ad arco a tutto sesto con tela di sfondo, mentre al centro è l’altare addossato al muro dietro cui si attesta un arco che giunge quasi all’imposta delle volte.
L’altare centrale, addossato al muro, trova ancora nella forma dell’arco a tutto sesto il coronamento della tela centrale con l’immagine di San Cristoforo titolare dell’edificio.
Due tondi completano la decorazione con le immagini di San Pietro a destra e San Paolo a sinistra.
Il presbiterio è rialzato di due gradini e alla destra dell’altare sopra le sedute lignee, un quadro rappresenta la morte di San Giuseppe mentre a sinistra l’altro quadro rappresenta una Pietà.
Nella parete di destra un altare con la statua della Madonna, mentre a sinistra un altro altare frontale all’altro con la statua di Gesù che mostra il suo Sacro Cuore.
 

Fonti documentative

Giuseppe Leti e Luigi Tittarelli – Le fonti per lo studio della popolazione della Diocesi di Perugia dalla metà del XVI secolo al 1860 – 1976
Alberto Grohmann – Città e territorio tra Medioevo ed età moderna (Perugia, secc. XIII – XVI) – 1981
Elvio Lunghi – Una ricerca sulle opere d’arte nel Contado perugino di Porta San Pietro – 2014
https://chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/schedaca.jsp?sercd=3501
 

Mappa

Link alle coordinate: 43.095240 12.407732