Chiesa di San Callisto – Cesi di Serravalle del Chienti (MC)

La chiesa è inagibile in seguito al terremoto del 2016 per cui gli interni non sono visitabili in quanto puntellata con impalcature che la proteggono dal crollo del tetto.

 

Cenni Storici

L’abitato su cui sorge la chiesa si trova in territorio marchigiano, seppur inserito nel contesto dell’altopiano plestino a tutti gli effetti.
La posizione e l’esistenza di questa entità è legata al sistema di insediamenti che garantivano il controllo della viabilità d’altura in particolare delle greggi transumanti, dei mercanti che si spostavano per le fiere e dei carrettieri che trasportavano merci dall’Adriatico alle zone interne e viceversa.
Il nome Cesi deriva da “zona disboscata” e la sua esistenza è documentata sin dal 1087.
La chiesa di San Callisto venne costruita nel XII secolo infatti viene indicata nei documenti storici del Comune di Camerino come luogo in cui, nel 1322, i capifamiglia di Cesi si riunirono per giurare fedeltà a Camerino; la stessa apparteneva alla Diocesi di Spoleto in quei tempi competente in quel territorio, e sotto tale giurisdizione rimase fino al XVI secolo.
Nella visita di Mons. Pietro Orsini del 1582 è riportato che quattro chiese dipendevano dalla chiesa di San Callisto.
Nel XVII secolo le frazioni di Cesi, Percanestro e Rocchetta passarono alla diocesi di Camerino.
Secondo il Fausti pagava 28 lire e 16 soldi ed era a collazione del vescovo, era curata e vi era un canonicato “Eccl. S. Calisti de Cesis est. libr. 28 fior. 16 – Ad coll. praedictam et est curata ac in ea unus Canonicatus“.
Nel XVII secolo fu ristrutturata, e nel XVIII secolo ampliata con la sagrestia, il campanile e una canonica.
A causa dei numerosi eventi sismici che colpirono la zona negli anni 1799, 1930, 1951, 1976 e 1997 è stata oggetto di numerosi interventi di restauro.
Nel XX secolo, venne condotto un intervento di restauro con un nuovo disegno del prospetto principale realizzato nel decennio degli anni ’60 dall’architetto Paolo Castelli.
La canonica fu edificata appoggiandosi ai fronti sud ed est della chiesa, quindi libera solo sui versanti opposti.
La chiesa è stata danneggiata dal sisma del 2016 e successivi ed al momento (2024) è inagibile; le suppellettili e gli arredi sacri sono stati traslocati in attesa dei restauri.
Conservava al suo interno interessanti opere d’arte del Cinquecento e del Seicento rimosse per inagibilità dell’edificio.
 

Aspetto esterno

La facciata principale ovest è costituita da tre volumi affiancati: a sinistra, il notevole campanile a base quadrata intonacato, con la cella campanaria segnata da quattro fornici a tutto sesto in laterizio, con tetto a padiglione rivestito in coppi; al centro, la capanna dell’aula realizzata in conci di pietra rosa, con un portale rettangolare con cornice in pietra bianca, un alto oculo con cornice modanata in pietra e due finestre rettangolari ai lati, a mezza altezza; a destra, la canonica intonacata, segnato al centro da una finestra rettangolare.
Il prospetto laterale nord è caratterizzato, a destra, dall’imponente torre campanaria, e, a sinistra, dalla lunga superficie intonacata che unisce la chiesa alla canonica, con tre finestre rettangolari, di cui solo la prima a destra illumina l’interno dell’aula.
 

Interno

L’interno si presenta ad aula unica rettangolare con tre altari, intonacata e dipinta nel primo dopoguerra dal pittore folignate Ugo Scaramucci, con copertura tradizionale lignea lasciata a vista e finemente decorata con pitture e mensole in legno scolpito e dipinto, che termina ad est con il presbiterio posto su basamento rialzato di un gradino dal livello dell’aula.
Ai lati, in prossimità del presbiterio, due pregevoli altari barocchi precedono un altrettanto prezioso altare maggiore preconciliare del medesimo periodo storico.
Ai lati di quest’ultimo si aprono gli accessi che collegano l’aula alla sagrestia, a sinistra ed alla canonica, a destra.
Posta in controfacciata, sopra l’ingresso, sorretta da due pilastrini a torciglione, una preziosa cantoria con balaustra dal profilo mistilineo; accoglie al centro un pregevole organo del XIX secolo, opera di Domenico Fedeli.
Le decorazioni degli elementi lignei della copertura ed i pregevoli altari lignei risalgono al XVII secolo.
 

San Callisto

San Callisto I è stato un Pontefice vissuto all’epoca dell’Impero Romano ed il suo nome è noto, tra le altre cose, per il fatto di essere stato sottoposto a persecuzione a causa della sua fede cristiana.
Il suo pontificato durò dal 217 al 222 ed oggi alcune tra le catacombe più importanti della Città Eterna portano il suo nome.
Stando alle fonti storiche giunte fino a noi si presume che egli nacque come schiavo e che si ritrovò a fuggire in Portogallo in seguito ad un furto che aveva commesso ai danni del suo padrone.
Tuttavia venne catturato e riportato a Roma.
La sua conversione al cristianesimo, stando sempre alle fonti, avvenne dopo aver trascorso un periodo di detenzione in Sardegna.
Nel giro di poco tempo divenne una delle figure di spicco del mondo cristiano a Roma.
Papa Zefferino riteneva la sua figura così importante da arrivare a dargli un importante incarico, ovvero quello di responsabile dei cimiteri cristiani della città di Roma.
Dopo aver ricevuto tale importante incarico, San Callisto diede il via allo scavo della catacomba che, ancora oggi, porta il suo nome sulla nota Via Appia.
Va detto tuttavia che le notizie sull’esistenza di San Callisto prima della sua investitura come Papa sono pochissime e provengono quasi tutte da fonti ostili.
San Callisto prima di convertirsi al Cristianesimo si era macchiato infatti di diversi peccati, ma quello che è certo e che va messo in luce e che una volta diventato Papa impostò il suo magistero sul perdono e sulla misericordia, accogliendo nella famiglia del Cristianesimo molti peccatori che avevano fatto ammenda per ciò che avevano commesso.
Nel 222 San Callisto venne incarcerato e venne martirizzato: le fonti storiche affermano che tale tragica fine è da addebitare ad una sommossa popolare probabilmente fomentata dalla fazione che non lo riconosceva come Pontefice e che era arrivata ad eleggere un altro Papa.
Le modalità con cui San Callisto venne ucciso non sono note con certezza, ma stando ad alcune fonti non confermate venne gettato vivo in un pozzo.
Ad oggi le sue spoglie mortali riposano nella Basilica di Santa Maria, nella zona di Trastevere.
La festività ricorre il 14 ottobre.
 

Fonti documentative

F. Bettoni M. R. Picuti – La montagna di Foligno itinerari tra Flaminia e Lauretana – 2007
Can. Luigi Fausti – Le chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo – 1913
Codice Pelosius

https://chieseitaliane.chiesacattolica.it/chieseitaliane/AccessoEsterno.do?mode=guest&code=70838&Chiesa_di_San_Callisto__Cesi,_Serravalle_di_Chienti

https://www.ilsussidiario.net/news/cronaca/2018/10/14/san-callisto-santo-del-giorno-il-14-ottobre-si-celebra-l-uomo-amato-a-ripacrobaria-di-manoppello-e-a-cesi/843302/

 

Mappa

Link alle coordinate: 43.004232 12.902962

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