Chiesa di San Benedetto – Pissignano di Campello sul Clitunno (PG)
Cenni storici
La chiesa di San Benedetto fa parte di un complesso architettonico appartenuto alla comunità dei benedettini, la cui presenza è documentata nel sito sin dall’anno 1000; le origini sono pertanto antiche, anche se l’aspetto attuale le deriva da numerose ristrutturazioni e rifacimenti.
Si trova menzione della chiesa nel codice Pelosius del 1393.
Dalla visita pastorale effettuata nel 1563 dal vescovo Fulvio Orsini si apprende che la chiesa dipendeva dalla pieve di Sant’Angelo in capite, oggi scomparsa e che sorgeva nei pressi del Tempietto del Clitunno.
All’epoca la chiesa non era dotata di altare e il vescovo ordinò di procedere alla manutenzione dell’edificio.
La disposizione fu prontamente attuata perché il De Lunel, nel 1571, la descrive ampia e in buone condizioni e chiede che si proceda alla costruzione del tabernacolo e della relativa pisside per ospitare il Santissimo Sacramento, poi descritti nelle successive visite dei vescovi Alfonso Visconti e Maffeo Barberini.
Nel 1670 fu eretta presso la Chiesa la sede Monte frumentario della Venerabile Compagnia del Santissimo Sacramento.
Aveva lo scopo di prestare grano ad aggio agli abitanti della frazione e di distribuire una volta l’anno, nel giorno di San Carlo, 4 novembre, pane ai poveri; inoltre, probabilmente a partire dal 1700, versava annualmente all’Ospedale degli esposti di Spoleto un canone annuo.
Aveva al proprio interno abbondanzieri e montisti, estratti a sorte dal bussolo, con il compito di rivedere e calcolare i conti.
Con regio decreto 4 gennaio 1869 la sua amministrazione fu affidata alla Congregazione di carità di Campello sul Clitunno, ma già nello stesso anno la Confraternita ne rivendicava la restituzione, non ottenuta.
Non risulta tra le opere pie ereditate dall’ECA nel 1937.
Atti contabili relativi alla sua amministrazione sono presenti fino al 1882.
In seguito fu probabilmente trasformato in Istituto elemosiniere di Pissignano.
Nell’inventario del 1692 la chiesa è descritta con cinque altari ornati di tele, particolare confermato dalla visita pastorale del Lascaris nel 1713.
Nel XVIII secolo si verificò un riflusso della popolazione dal chiuso del castello alle falde del Colle di San Benedetto; tale fenomeno comportò, tra l’altro, anche lo spostamento della parrocchia che fu costruita a mezza costa tra il castello ed il borgo rilevando la denominazione dell’antica pieve e, nella seconda metà del XIX secolo, vi fu trasportato il fonte battesimale da San Benedetto, che fu così definitivamente abbandonata, i libri parrocchiali ne attestano l’attività solo fino al 1862.
Attualmente la chiesa, non più officiata, è di proprietà privata.
Aspetto esterno
La facciata è semplice e spoglia.
Utilizza come abside e campanile la torre pentagonale intermedia del castello.
Interno
L’interno è a una sola navata con tre campate e copertura a botte.
È svuotata di tutti gli arredi, tra cui il fonte battesimale trasportato nella nuova parrocchiale di San Michele Arcangelo.
È dotata di cinque altari, spogli delle tele.
Sopra la porta d’ingresso alla torre campanaria si trovano resti di affreschi quattrocenteschi, scalpellinati e di difficile lettura.
L’abside della chiesa ha una doppia muratura, una più antica, con resti di affreschi datati 1449, raffiguranti, nel semicatino l’Eterno benedicente e nel tamburo il Cristo in Croce, alla sua destra San Giovanni e Sant’Antonio da Padova ed alla sinistra la Madonna; vi si notano anche resti di affreschi più antichi.
A breve distanza dal vecchio muro absidale nel XVI secolo ne fu elevato un altro in cui resta un affresco firmato da Fabio Angelucci da Mevale, raffigurante, nella tribuna, gli Apostoli attorno al Sepolcro, nel catino l’Assunzione e Incoronazione della vergine.
Dalla lettura della firma dell’affresco, purtroppo incompleta, si dedurrebbe che insieme a Fabio Angelucci partecipò all’opera anche un altro artista, forse il fratello: … FABIUS ANGELUTTIUS MEVALIEN… PIGNEBANT.
Agli stessi Angelucci si potrebbe ricondurre la Madonna col Bambino datata 1545 dipinta sulla facciata del Palazzo Comunale che sorge a poca distanza dalla chiesa.
Nota di ringraziamento
Grazie alla Gentilissima signora Ann Wood che mi ha consentito di fotografare la chiesa di sua proprietà.
Fonti documentative
Cecilia Metelli – Conservato e perduto nel castello di Pissignano. Prime ipotesi sulle origini e successive trasformazioni della chiesa di San Benedetto, Spoletium n. 49 2012, pagina 66 e seguenti
Ceccaroni – Nessi DA SPOLETO A TREVI lungo la Flaminia
http://www.montagneaperte.it/edicolesacre/2016/10/05/campello-sul-clitunno-pissignano-alto-ex-palazzetto-pubblico-cam006/
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=37534
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?RicLin=en&TipoPag=comparc&TuttoAperto=0&Chiave=252367&RicSez=fondi&RicVM=indice&RicTipoScheda=ca
http://siusa.archivi.beniculturali.it/cgi-bin/pagina.pl?TipoPag=prodente&Chiave=34067
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.