Chiesa di San Bartolomeo – Eggi di Spoleto (PG)
Cenni Storici
Nei pressi della superstrada che va da Spoleto a Foligno sono ancora visibili i ruderi della Chiesa di San Bartolomeo.
Chiamata localmente San Bartolo, in realtà è dedicata a San Bartolomeo apostolo; è posta lungo una delle vie che provenendo dalla strada Nursina intersecavano perpendicolarmente l’antico percorso della Spina, praticamente al centro della piana di Eggi.
Risale al XII secolo, come mostrato dai conci ben connessi, tipici del primo romanico spoletino; ne rimangono l’abside e alcuni brani di muratura semisommersi dalla vegetazione.
È citata nel trecentesco codice Pelosius.
Era un canonicato che fu posseduto dal giudice della monaca di Monza, suor Virginia Maria de Leyva, lo spoletino Marmurio Lancillotti, Vicario Criminale arcivescovile.
Egli in onore del cardinale Federico, nipote di san Carlo Borromeo, che gli aveva conferito l’incarico, commissionò un’opera che è stata recentemente restaurata e si trova all’ingresso della chiesa di San Michele dietro il fonte battesimale.
Secondo le antiche passio, San Bartolomeo sarebbe stato martirizzato, prima con la flagellazione poi scorticato vivo.
Per questo è invocato per le malattie della pelle.
Nota
La galleria fotografica ed il testo sono stati realizzati da Silvio Sorcini.
Fonti documentative
L. Fausti – Le Chiese della Diocesi di Spoleto nel XIV secolo secondo un codice del XVI secolo – in Archivio per la storia ecclesiastica dell’Umbria, Foligno, 1913
S. Nessi – S. Ceccaroni - Da Spoleto a Trevi lungo la Flaminia, Itinerari Spoletini 5 – Spoleto, 1979
https://prezi.com/qs2wcqdwlucu/la-monaca-di-monza/
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